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  • Capua, medico antidoping Figc: 'Dopo il caso Fuentes, la Spagna non vince più'

    Capua, medico antidoping Figc: 'Dopo il caso Fuentes, la Spagna non vince più'

    C’è anche un’Europa dell’antidoping da unificare. Troppe differenze legislative, in materia, fra un paese e l’altro. Una questione centrale, per la credibilità dello sport, affrontata ieri a Firenze, nel corso del congresso nazionale della libera associazione dei medici italiani del calcio, presieduta dal professor Enrico Castellacci, confermato nell’incarico.

    La lotta è dura, ma non proprio uguale per tutti, a quanto pare. Prendiamo la Spagna. La ridicola sentenza sul caso-Fuentes, con la decisione del tribunale iberico di primo grado di non svelare i nomi dei clienti, ciclisti a parte, del «dottor doping», ha dato un’altra mazzata al bisogno di trasparenza e di equità.

    In questo contesto, molto significativo il commento di Giuseppe Capua, presidente della commissione antidoping della Federcalcio: «Sarà un caso, ma ultimamente la Spagna non vince più». Come dire, sospettare, ipotizzare che il clamore della vicenda abbia prodotto comunque un effetto deterrente.

    Fuentes si era offerto di farli, quei nomi, «tutti, anche di tennisti e calciatori», ma gli è stata chiusa la bocca. Sull’onda dello scandalo spagnolo, la Fifa ha deciso l’introduzione, anche nel calcio, del passaporto biologico. Uguale per tutti. «In Italia lo abbiamo già adottato da due anni», ha ricordato il professor Capua a Coverciano, in un dibattito di livello molto alto, dalle emergenze in campo al passaporto biologico, con gli interventi, fra gli altri, del professor Zeppilli, responsabile della sezione medica della Figc, e del dottor Volpi, consulente medico dell’associazione calciatori.

    Il passaporto biologico non è un documento d’identità, ma gli assomiglia molto. E’ un sistema antidoping, introdotto nel ciclismo nel 2007 e nell’atletica dal 2010, che consiste nel tracciamento nel tempo dei valori ematici dell’atleta. Già in uso in 25 discipline, sarà adottato dal calcio in occasione della prossima Confederations Cup, con un investimento da parte della Fifa di due milioni di euro in controlli fino al mondiale 2014. Meglio tardi che mai.

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