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Cavani torna al Napoli solo giovedì? 'Mi spiace, ma sono le regole a dirlo'

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Calciomercato.com ha posto all’Agente FIFA Jean-Christophe Cataliotti, titolare del prossimo corso per osservatori di calcio organizzato a Reggio Emilia sabato 20 ottobre (info su www.footballworkshop.it), alcune domande sul problema del rientro nelle proprie Società dei calciatori che sono stati impegnati in nazionale.

Cataliotti, in questi giorni si fa un gran parlare di rientro dei calciatori dalle nazionali presso le società di appartenenza. Le società italiane vorrebbero avere a disposizione i propri calciatori il prima possibile in vista delle partite di campionato. Ma che cosa prevede la normativa FIFA a riguardo?

Come regola generale i calciatori che rispondono a una convocazione della loro nazionale sono tenuti a rientrare presso la propria società entro le 24 ore successive alla fine della partita per la quale sono stati convocati. Il suddetto termine di rientro si estende a 48 ore nel caso in cui la gara sia stata disputata in una Confederazione diversa da quella a cui la società del calciatore è affiliata. In pratica, se un calciatore gioca in Europa e disputa una partita in Sud America, il termine di rientro sarà di 48 e non di 24 ore. Ecco la differenza! Spetterà alle singole Federazioni informare per iscritto le società interessate in merito al piano di partenza e di rientro dei calciatori convocati 10 giorni prima della partita. Le Federazioni sono, altresì, tenute a garantire che i calciatori convocati possano tornare in sede dopo la gare nei termini previsti.

Che cosa accade se un calciatore non rientra presso la propria Società entro la scadenza stabilita?

Premettendo che i calciatori devono essere rilasciati per il periodo di preparazione precedente alla partita in base a determinati criteri, nel caso in cui un calciatore non rientri presso la propria società entro i termini previsti, il periodo di rilascio per successive convocazioni della propria Federazione sarà ridotto come segue: per una partita amichevole = 24 ore anziché 48 ore; per una partita di qualificazione = 3 giorni anziché 4 giorni; per la fase finale di un torneo internazionale: 10 giorni anziché 14 giorni. In pratica, la “punizione” inflitta alle Federazioni consiste nell’avere a disposizione il calciatore per gli impegni con la nazionale per meno giorni rispetto ai tempi solitamente previsti. E’ opportuno aggiungere che, se il calciatore rientra in ritardo presso la propria società per più di una volta, la Commissione per lo Status dei calciatori potrà, a richiesta della società del calciatore, irrogare sanzioni disciplinari anche a carico del calciatore stesso.

E se una Federazione viola reiteratamente le suddette disposizioni che cosa può accadere?

In caso di reiterate violazioni delle disposizioni, la Commissione per lo status dei calciatori si riserva la facoltà di applicare ulteriori sanzioni che potrebbero consistere in ammende, nella ulteriore riduzione del periodo di rilascio e nel divieto di convocare il calciatore per la partita successiva.

Le Società che rilasciano un calciatore hanno diritto ad un compenso economico?

La risposta è negativa. La Federazione che convoca il calciatore dovrà, inoltre farsi carico delle spese di viaggio sostenute dal calciatore a seguito della convocazione.

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