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  • Ce l'ho con... Arbitri, basta caos sui falli di mano: perché quello di Ayhan non è da rigore e quello di Tuia sì? La Roma non ci sta

    Ce l'ho con... Arbitri, basta caos sui falli di mano: perché quello di Ayhan non è da rigore e quello di Tuia sì? La Roma non ci sta

    • Andrea Distaso
      Andrea Distaso
    Come può un episodio giudicato in un modo, dal direttore di gara sul campo e dai vertici del settore arbitrale, essere stravolto da un'interpretazione totalmente opposta soltanto 5 giorni più tardi? Uno strano scherzo del destino ha voluto che il Sassuolo fosse protagonista di entrambi gli episodi (foto da corrieredellosport.it) -  certamente controversi nella loro dinamica - risultando "favorito" sia al termine della partita contro la Roma che dopo quella col Benevento di ieri sera. E che pone ancora una volta in evidenza il problema della discrezionalità, a maggior ragione in tempi di Var.

    NON C'E' VOLONTARIETA' - Perché il tocco con la mano leggermente staccata dal corpo del difensore del Sassuolo Ayhan sul cross abbastanza ravvicinato del romanista Spinazzola non viene giudicato da penalty, mentre è punito col rigore quello di Tuia del Benevento sul traversone di Lopez, che porterà poi alla rete decisiva di Berardi? In entrambe le situazioni appare la volontà dei difensori di non cercare il pallone, di non aumentare il volume del corpo per contrastare la giocata dell'avversario. Unica possibile discriminante la distanza, che in occasione dell'episodio di ieri era maggiore; eppure Tuia, girandosi, ha la tipica gestualità di chi vuole proteggersi da un possibile impatto con la palla piuttosto che cercarlo.

    TROPPA DISCREZIONALITA' - A quanto pare, nemmeno la modifica del regolamento sui falli di mano in area apportato ad inizio stagione - proprio per evitare che ogni tocco (anche il più involontario e fortuito) potesse portare a una punizione tanto pesante - è servita a sgombrare il campo dai dubbi. Salvo situazioni davvero eclatanti, il Var lascia ampi spazi di discrezionalità all'arbitro nelle situazioni che si verificano in area, ma episodi così al limite - dove il margine è davvero ristretto - non meriterebbero una linea univoca, una direttiva chiara e precisa che non possa lasciare spazio all'interpretazione? Perché, in un calcio sempre più vivisezionato dalle telecamere e giocoforza "costretto" a convivere col progresso tecnologico, siamo ancora condannati a dover assistere a episodi così simili nella loro dinamica ma così differenti nell'interpretazione? Episodi che possono costare punti, condizionare giudizi e decidere campionati.
     

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