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Ce l'ho con... Una Serie A spaccata in tre: Milan, Inter, Napoli e Atalanta fanno un altro sport, serve una riforma profonda

Ce l'ho con... Una Serie A spaccata in tre: Milan, Inter, Napoli e Atalanta fanno un altro sport, serve una riforma profonda

  • Andrea Distaso
    Andrea Distaso
Quattro formazioni raccolte in 4 punti e poi il vuoto: se Juventus e una tra Fiorentina e Bologna portassero a casa oggi i tre punti, il gap dalla quarta in classifica - l'Atalanta - sarebbe già di 7 punti. Numeri che raccontano solo in parte l'ampio divario venutosi a creare tra le formazioni di vertice e il gruppone che per salvare l'annata rischiano di doversi accontentare i residui posti che valgono l'Europa. Roma, Juve, Fiorentina e Lazio stanno vivendo una stagione caratterizzata da continui alti e bassi e, esclusi i viola che qualche punto alle grandi hanno dimostrato di poterlo sottrarre, appaiono lontane anni luce a livello di gioco.

TROPPA DISTANZA - L'incertezza e il pathos trasmessi da una lotta per il vertice di cui sono protagoniste quattro squadre che incarnano il tentativo del calcio italiano di uscire da decenni di tatticismi e di mentalità conservativa non possono nascondere la pochezza di quello che c'è sotto di loro. Laddove Fiorentina, Sassuolo, Empoli, Verona, Torino e Bologna sono i portabandiera di una provincia che vuole tornare a ragionare in maniera ambiziosa, a livello di obiettivi e proposta di gioco, il gap a livello tecnico resta ampio ed è destinato ad allargarsi ulteriormente fintanto che la spartizione delle risorse economiche e dei proventi dei diritti televisivi continuerà a seguire lo schema attuale. Fa troppa differenza oggi partecipare o meno alla Champions League, una competizione che sposta tantissimo a livello di prestigio ma anche di possibilità di aumentare i propri introiti. Serve redistribuire il "tesoretto" a disposizione delle partecipanti alla Serie A per avere un campionato davvero livellato, assolutamente verso l'alto, e iniziare a ripensare a un formato - quello a 20 squadre - assolutamente insostenibile ed improponibile.

LA CLASSE MEDIA E' SPARITA -  Il caso Salernitana, con risvolti piuttosto imbarazzanti anche sul fronte della politica del calcio, è solo la punta dell'iceberg: stabilmente, da diversi anni a questa parte le ultime della classe (media) sono troppo più deboli rispetto a gran parte delle loro avversarie. Il Cagliari è recentemente precipitato in un pericoloso vortice di crisi, le genovesi sono collassate sotto il peso di situazioni economiche al limite del baratro e anche l'Udinese, un tempo modello di gestione societaria, è finita in un triste anonimato. Giusto, giustissimo, esaltarsi per l'appassionante corsa a quattro per lo scudetto, che speriamo non venga condizionata dalla sequenza continua di infortuni a cui stiamo assistendo, ma è giunto il momento che qualcuno - la Federazione - si muova per salvare e valorizzare tutto il resto.

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