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  • Cesena: Turchetta, la grande speranza bianconera

    Cesena: Turchetta, la grande speranza bianconera

    l titolo c’è già: sognando Giaccherini. Il protagonista si chiama Gianluca Turchetta, classe ’91, quintali di talento e una cantilena ingenerosa che romba in sottofondo.
    «La storia dell’altezza e del peso? C’è chi continua a ripetermelo, che sono basso e che sono piccolo, ma ormai mi sono abituato. Per fortuna il calcio non è l’atletica leggera e per fortuna ci sono campioni come Giaccherini che dimostrano questa teoria. Comunque questa storia l’ho pagata soprattutto nel settore giovanile: lì ho fatto fatica, adesso sono cresciuto e non ho alcun problema». Parole e musica della Grande Speranza del Cesena, un figlio d’arte con una gran voglia di spaccare il mondo e soprattutto di farsi finalmente conoscere: «So che ci sono parecchie aspettative, quindi cercherò di leggere pochi giornali - sorride Turchetta - ma il 90 per cento della gente che mi aspetta al varco credo non mi conosca neppure, quindi tutto dipende da me. Spero non si debbano più affidare al sentito dire, perchè voglio dimostrare il mio valore direttamente sul campo del Manuzzi».Questione di feeling. Reduce da un infortunio al ginocchio («lesione parziale del collaterale, mi sono fatto male il 25 aprile e sto lavorando duramente per essere pronto a metà luglio»), Turchetta parte con un vantaggio: conosce perfettamente il nuovo allenatore del Cesena. «Nessun vantaggio - fa sorridendo - anzi, per me sarà ancora più difficile. Ma quando ho sentito che la società aveva scelto Nicola Campedelli, beh, mi ha fatto effetto e soprattutto mi ha fatto molto piacere perchè il mister è un mio punto di riferimento e soprattutto perchè il Cesena ha bisogno di gente con la sua passione e la sua fame. Lo spirito di Campedelli farà la differenza».

    Poi Turchetta lo inquadra dal punto di vista tecnico: «Cura molto i particolari, sia della partita precedente che di quella successiva. E soprattutto lavora sugli errori che vengono commessi dalla squadra. Le sue idee, come l’allenamento del martedì sulla sabbia o l’utilizzo costante del sintetico, funzioneranno anche a Cesena».Esperienza. Prima dell’ultimo anno e mezzo trascorso a Bellaria, il gioiellino bianconero aveva assaggiato il clima della prima squadra partecipando al ritiro di due anni fa, ai tempi di Ficcadenti: «Ero arrivato per ultimo, quasi per caso. Però mi sono divertito e ho avuto la fortuna di condividere la camera con Do Prado, che in due settimane mi ha dato tanti consigli. Ma il mio punto di riferimento rimane Giaccherini: in tanti dicono che ci assomigliamo e già due anni fa era il mio idolo. Ha mantenuto lo stesso spirito che aveva qua anche alla Juve e in Nazionale, e per ogni giovane che si affaccia in prima squadra Emanuele deve essere il primo giocatore a cui ispirarsi». Sulla collocazione in campo, il pupillo di Campedelli la pensa così: «Ho giocato da esterno alto mancino nel 4-3-3, da esterno sinistro nel 4-4-2 e da trequartista, ma francamente a 21 anni l’importante è adattarsi e non avere preferenze. La serie B è il campionato che seguo con maggior interesse, perchè è il più difficile e anche il più divertente. E soprattutto perchè i giovani giocano con continuità».


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