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  • Cessione Sampdoria, c'è un modo per dimezzare il debito? Ma serve un investitore

    Cessione Sampdoria, c'è un modo per dimezzare il debito? Ma serve un investitore

    La Sampdoria, come noto, oggi è a Milano per una due giorni di incontri cruciali per il destino del club. Ai summit parteciperà pure l'avvocato Bissocoli, e si cercherà di capire con gli advisors quali soggetti sono realmente interessati al club. Anche perché la presenza di un investitore è fondamentale per capire se il piano del CdA sia davvero attuabile oppure no.

    La strategia a cui il board doriano sta lavorando da qualche tempo, scrive Il Secolo XIX, è incentrata sull'accesso all'articolo 57 del codice della crisi d'impresa e d'insolvenza, che tratta gli accordi di ristrutturazione dei debiti. L'articolo, approvato prima dall'esperto e poi omologato dal Tribunale, prevede una grossa riduzione dei debiti, che verrebbero spalmati su un periodo più lungo. Ciò permetterebbe alla società di ricostruire un valore positivo.

    La possibilità al vaglio, prevista all'interno della composizione negoziata, risulta l'unica compatibile alle modifiche delle Noif, le norme Figc che regolano il calcio e consentirebbe come detto un grosso 'taglio' dei debiti. Il quotidiano addirittura li quantifica nella metà. Come? Entro giugno scomparirà la parte di debito "autoliquidante", 40 milioni di anticipo di crediti sui diritti televisivi della stagione in corso erogati da Sistema rimborsati direttamente alla banca. Resterebbero così 160 milioni a cui sottrarne 30 che corrispondono alla differenza tra debiti e crediti con altre società per il trasferimento di calciatori.

    La cifra complessiva, a questo punto, risulterebbe di 130 milioni su cui si potrebbe intervenire con la ristrutturazione e la rimodulazione dei debiti con tutti i creditori, per arrivare sino al 50%. L'accordo con i creditori, viene aggiunto nel pezzo, consentirebbe ai fornitori di continuare il rapporto commerciale con forniture pagate regolarmente. 

    Il grosso problema è che questa procedura deve essere percorsa soltanto in presenza di un investitore che, a stretto giro di posta, entro i primi di giugno, inietti oltre 30 milioni nella società. Le strade per farlo sono due: l'aumento di capitale o il prestito obbligazionario convertibile, il bond. Sarebbe un modo per allontanare 'soggetti speculativi/aggressivi che puntavano sulla liquidazione giudiziale'.

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