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  • Cessione Sampdoria nella fase decisiva: decisione dopo Pasqua, ma il brand piace

    Cessione Sampdoria nella fase decisiva: decisione dopo Pasqua, ma il brand piace

    • Lorenzo Montaldo
    Una trattativa sulla falsariga di quella della possibile cessione della Sampdoria ha bisogno di tempi fisiologicamente lunghi: gli aspetti da valutare sono molteplici, e come in ogni operazione commerciale che si rispetti sia il potenziale acquirente che il potenziale venditore giocano a scacchi cercando di spuntare il prezzo più alto possibile. Si discute sui dettagli, sulle formule di pagamento, e saranno questi gli aspetti a fare la differenza in vista di un possibile closing.

    Il club blucerchiato piace per i motivi che ormai sono arcinoti: un brand potenzialmente molto spendibile sul mercato, strutture in fase di ammodernamento, conti in ordine e margini per un ulteriore rilancio sportivo. Il tutto senza dimenticare il parco giocatori, interessante e che rappresenta già una buona base di partenza. Si tratta di una situazione in cui un fondo di investimenti puramente speculativo difficilmente interviene. Per questo motivo York Capital, che stando alle indiscrezioni rilanciate dalla Sicilia sarebbe in fase di chiusura con il Palermo, avrebbe virato sui rosanero. Il piano di ingresso nella ex società di Zamparini prevede un investimento più basso nell'immediato (società rilevata gratuitamente, alla cifra simbolica di 10 euro, ingresso di capitali sufficienti per chiudere la stagione e impegno a ripianare i debiti) e consentirà a York maggiori margini di manovra per ottenere utili in futuro, in virtù dell'iniziale investimento più basso e della maggior elasticità di crescita dalla Serie B.

    La Samp invece appartiene ad un altro segmento, per i motivi sopra elencati. Per questo Ferrero vuole farsi pagare - e bene - prima di abbandonare una società che funziona e che risulta particolarmente appetibile. Attualmente le manifestazioni di interesse attorno al club non mancano. Si era mosso il fondo Aquilor, che però pare più defilato, mentre al momento resterebbero in corsa il gruppo Vialli e una cordata araba in possesso di risorse economiche ingenti ma su cui vige ancora il più assoluto riserbo. L'ex bomber blucerchiato invece porterebbe in dote alcuni investitori significativi: Zanetton, ex ​Morgan Stanley e Goldman Sachs che si occuperebbe del piano gestionale, ma soprattutto il proprietario del fondo York Capital Jamie Dinan, che entrerebbe a titolo personale (quindi non tramite il fondo, nonostante qualche perplessità sulla 'duplice proprietà', seppur indiretta, considerando la situazione legata a York-Palermo).

    Dinan a traino potrebbe inserire anche Alex Knaster, altro uomo d'affari legato ai fondi. L'imprenditore nato a Mosca ha un hedge fund tutto suo (Pamplona, che però nega ogni coinvolgimento), ha lavorato a lungo per vari gruppi petroliferi negli U.S.A. ed è soprattutto vicino agli ambienti dell'oligarchia russa.  La partita a questo punto si giocherà sui particolari, non soltanto a livello di importo dell'offerta, ma anche di tempistiche di pagamento. E verranno valutati con attenzione gli aspetti sportivi perchè Ferrero, al di là delle sparate rituali e tipiche, ha davvero intenzione di lasciare in mani floride una società su cui ha lavorato per cinque anni.

    Proprio il Viperetta sembra il meno convinto della cessione, anche se recentemente ha fatto candidamente capire di essere arrivato quasi al limite delle sue possibilità considerando i potenziali obiettivi della Samp. Diverso il discorso dell'entourage di Ferrero, che pare andare più in direzione di una vendita societaria. Nonostante le smentite, le negoziazioni comunque procedono, confermate indirettamente anche dal silenzio del vicepresidente Romei sulla vicenda e dalle ammissioni indirette di Giampaolo e soprattutto di Sabatini, che più volte ha ripetuto di essere pronto a lasciare in caso di passaggio di mano della Samp.

    La decisione definitiva adesso sembra destinata ad arrivare dopo Pasqua, quando Ferrero ritroverà sul tavolo tutte le potenziali proposte. La linea rossa per una scelta, in un senso o nell'altro, pare fissata entro gli ultimi giorni di aprile anche per una questione di tempistiche. L'eventuale closing infatti dovrebbe arrivare massimo a fine maggio, con successivo annuncio, in modo tale che la nuova proprietà possa avere il tempo materiale per imbastire la nuova stagione, compito non semplice per una squadra di Serie A, in particolare se ha meccanismi oliati come quelli della Samp.

    Proprio quest'ottica di tempistiche rilancia il gruppo Vialli, decisamente più avanti in quanto a scambio di documenti e analisi fatte, anche se gli arabi starebbero cercando di ribaltare potentemente le gerarchie anche grazie ad una significativa disponibilità economica. La palla poi passerà a Ferrero, che dovrà decidere da ultimo se accettare i corteggiamenti o tenersi la Samp. La frattura con una fetta dei tifosi, resa insanabile dalle ultime dichiarazioni (specialmente quelle degli ultimi mesi, tra sparate sulla Roma e rabbia post derby) potrebbe far pendere l'ago della bilancia nei confronti della cessione. Ma le tempistiche non possono essere troppo brevi, così come la linearità della trattativa. Frenate, accelerazioni, distanziamenti e voci fatte filtrare 'ad arte' sono all'ordine del giorno. Rappresentano la normalità nel calciomercato, figurarsi a livello societario.

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