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  • Chievo:| Finito il relax?

    Chievo:| Finito il relax?

     

    Essendo il calcio dei tecnici usa e getta, c'è chi ha domandato a Sergio Pellissier, in settimana, se Mimmo Di Carlo non rischiasse la panchina, in caso di sconfitta con i viola. «Sciocchezze», il commento del capitano. Non è una sciocchezza affermare che i gialloblù, a Siena, sette giorni fa, abbiano toccato il fondo. Ma è la storia a ricordare che il Chievo, ogni anno, si concede un momento d'inopportuno relax, quasi sempre a seguito di una striscia positiva di risultati. Era già successo con Stefano Pioli. Si era verificato anche durante la prima gestione Di Carlo. E via indietreggiando nel tempo. E' dna. Vuoi per quell'ambiente che quando vinci non preme sull'acceleratore e quando perdi non imbastisce tragedie greche. Così l'attesa generata dall'incontro con la Fiorentina profuma di déjà-vu. Un po' come l'arringa del direttore sportivo Giovanni Sartori, lesto a richiamare all'ordine l'ambiente auspicando un'immediata inversione di marcia. Un po' come le parole della vigilia del regista Luca Rigoni, che si rifà vivo dal primo minuto: «A Siena abbiamo steccato, ora siamo molto carichi e vogliamo tornare a giocare da Chievo». O di Nicolas Frey: «Non s'è rotto niente, in Toscana, semplicemente è stata una domenica storta. Faremo di tutto per dimostrare alla gente che il vero Chievo è un altro».Aggiunge, poi, il terzino francese: «Qualche problema di atteggiamento c'è. Anche con Novara e Cesena non eravamo stati brillanti. Contro le grandi le partite si preparano da sole, contro le piccole serve più concentrazione». Difficile inquadrare, oggi, la Fiorentina di Sinisa Mihajlovic, che si è salvato il posto piegando il Genoa. E Frey schiva: «Pensiamo a noi stessi. Da un certo punto di vista, meglio essersi presi le quattro scoppole di Siena perché adesso sappiamo che questa gara non potrà essere come le precedenti». Almeno, non sul piano della prestazione. Poi viene il risultato, e qui sono ancora le parole di Frey a fungere da termometro: «Noi ci proviamo, a vincere, ma non è detto che ci si riesca». Già, perché il Chievo non gode di gran salute.In difesa scatta l'ora di Marco Andreolli, fin qui oggetto del mistero, per assenza forzata di Bostjan Cesar. Con Davide Mandelli, il piacentino formerà un tandem inedito. E davanti la Fiorentina sguaina il tridente Romulo-Gilardino-Jovetic, il che impone massima allerta.Bojan Jokic, in fascia sinistra, zoppica un po' ed è in ballottaggio con la riserva Boukary Dramè. In mezzo al campo, Michael Bradley scala a destra dopo la pessima giornata di Siena (marcava l'uomo a cinque metri di distanza), mentre Perparim Hetemaj spera di non dover correre altri 90 minuti a vuoto. Dietro le punte manca Rinaldo Cruzado, che si è allenato a parte tutta la settimana per un fastidio muscolare, e Di Carlo si affiderà a Paolo Sammarco. Mentre Davide Moscardelli, tra i pochi a tirare in porta con regolarità, sembra destinato a sostituire l'altro acciaccato illustre, Cyril Thereau. Dice Mihajlovic: «I due attaccanti del Chievo cercano sempre la profondità ma se corriamo quanto loro usciranno le nostre migliori qualità. Spero che i miei mostrino uno spirito da provinciale e si sacrifichino l'uno per l'altro. Così possiamo vincere, perché siamo superiori, altrimenti…». E' in forse, tra i viola, la presenza dall'inizio di Behrami, in mediana, con Munari pronto a farne le veci. Cerci ha un problema all'alluce e partirà dalla panchina. Come Vargas, che lo scorso torneo decise il match del Bentegodi su punizione. Esaurito il pomeriggio odierno, arriverà la pausa. Poi, il Chievo andrà a Catania, quindi a San Siro per sfidare il Milan. Non sarà un rientro soft, dunque. E affrontarlo con tre punti in più nel sacco gioverebbe non poco al morale di Pellissier e compagni. 
     

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