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  • Claude Papi: ​una squadra, un’isola, una bandiera. L'unico corso ai Mondiali e l'epica sfida con il Torino

    Claude Papi: ​una squadra, un’isola, una bandiera. L'unico corso ai Mondiali e l'epica sfida con il Torino

    • Remo Gandolfi
      Remo Gandolfi
    E’ difficilissimo in un momento come questo spiegare ai ragazzi della nostra piccola isola innamorati del calcio che cosa è stato lo Sporting Club Bastia e che cosa ha rappresentato per noi all’epoca.
    Dopo quello che accadde nell’estate del 2017 pensavamo davvero tutti che fosse finita.
    La retrocessione dalla Ligue 1 al termine di quella stagione sarebbe stato solo il minore dei problemi che avremmo dovuto affrontare nell’anno più folle e disastroso della storia dello  Sporting Club BASTIA.
    Il 22 giugno di quell’anno, poche settimane dopo la retrocessione sul campo, la Commissione di Controllo dei Club di calcio professionisti francesi, ci fa sapere che “non sono state coperte le garanzie economiche necessarie per poter disputare il campionato di Ligue 2”.
    Dovevamo ripartire dalla “National 1”, la terza divisione francese perdendo di fatto lo statuto di Club professionistico per la prima volta dal 1965.
    Pensavamo che peggio di così non potesse andare.
    E invece ci sbagliavamo di grosso.
    Passano pochi giorni e la dirigenza del Club afferma con un comunicato che le risorse attuali non permettono nulla di più di ripartire dalla “National 3”, di fatto una lega dilettantistica e la Quinta serie del calcio francese.
    E’ il 10 agosto del 2017 quando dieci potenziali investitori decidono di ritirarsi dal progetto, lasciando di fatto il Club senza un quattrino e soprattutto senza un futuro.
    L’alternativa a questo punto era ripartire da zero.
    Ma dallo zero assoluto ovvero dalla “Regional 2”, l’ultimo livello calcistico del calcio francese.
    Tutto questo nel giro di poche settimane.
    A maggio eravamo ancora a giocarci la salvezza in Ligue 1 contro Nancy, Digione, Caen e Lorient.
    Per fortuna il 17 agosto arrivarono due nuovi investitori e con loro la possibilità di ripartire dalla “National 3” … che era pur sempre la Quinta serie del calcio francese !
    … non certo il massimo ma in quel momento era più che sufficiente per tutti noi tifosi del Bastia.
    Voleva dire non sparire del tutto.
    In un momento come questo il passato ti torna in mente e spesso ti travolge come una valanga.
    I ricordi dei giorni felici del Club che io vissi in buona parte da ragazzino.
    La finale di Coppa di Francia contro l’Olympique al Parco dei Principi nel 1972, il terzo posto in campionato del 1977, l’incredibile cavalcata nella Coppa Uefa dell’anno successivo e finalmente un trofeo, quella Coppa di Francia vinta nel 1981 in finale contro il Saint Etienne di Michel Platini e del “traditore” Johnny Rep.
    Ho raccontato tutto questo a mio nipote, con i ritagli di giornale che custodisco gelosamente e con l’aiuto dei filmati che è possibile trovare in rete.
    I giorni felici dello Sporting Club Bastia, dei “lioni di Furiani” o dei “turchini” come ci chiamavano all’epoca.
    … e poi gli ho raccontato di lui, del figlio prediletto di Bastia.
    Claude Papi.

     
    Claude Papi è stato il più grande calciatore della storia del Bastia e di tutto il calcio corso.
    Nato a Porto Vecchio il 16 aprile del 1949 entra giovanissimo nelle file del Bastia.

    Fa il suo esordio a 18 anni durante la stagione 1967-1968 che sarà quella che permetterà allo Sporting Club Bastia di raggiungere per la prima volta la promozione nella massima divisione francese.
    Nella prima stagione in Ligue 1 giocherà una ventina di partite la maggior parte delle quali entrando nella ripresa.
    Papi è alto 175 centimetri ma ha un fisico ancora esile.
    Meglio utilizzarlo nella ripresa quando le maglie si sono allargate e la sua tecnica e la sua eccellente visione di gioco possono fare la differenza.
    Questo sarà il suo utilizzo per diverse stagioni in attesa della maturità.
    La stagione della svolta per Claude Papi è quella del 1971-72.
    A metà campionato sulla panchina del Bastia arriva Pierre Chauzac, allenatore che fino a poche settimane prima sedeva sulla panchina dei grandi rivali dell’Ajaccio.
    Il Bastia, in quel momento inguaiato nelle retrovie della classifica di Ligue 1, fa immediatamente un netto quanto inatteso salto di qualità. A fine stagione arriverà una salvezza tranquilla ma soprattutto il raggiungimento di un traguardo storico: la finale di Coppa di Francia.
    E’ il 4 giugno del 1972. Al Parco dei Principi di fronte al sorprendente club della Corsica c’è la corazzata dell’Olympique Marsiglia, fresco vincitore del campionato.
    Claude Papi di quella squadra è il 12mo uomo. Quello spesso utilizzato nella ripresa e in grado di cambiare il corso del match con la sua tecnica e la sua visione di gioco.
    L’Olympique pare avviato ad una tranquilla vittoria. L’ala sinistra Didier Couècou e il letale centravanti croato Josip Skoblar hanno segnato le due reti che paiono garantire l’agevole successo dei marsigliesi.
    A tredici minuti dalla fine Chauzac si decide a gettare nella mischia Claude Papi.
    La partita cambia volto.
    Claude Papi porta scompiglio nella difesa dell’Olympique.
    Riesce sempre a farsi trovare smarcato e i suoi passaggi iniziano a creare grattacapi alla retroguardia di Bernard Bosquier e compagni.
    A cinque minuti dalla fine il capitano del Bastia Georges Franceschetti segna il gol che riapre il match.
    Il Bastia ci proverà in tutti i modi ma il risultato non cambierà più.
    Dalla stagione successiva Claude Papi diventerà imprescindibile nel team.
    Diventerà le “menuer du jeu” come definiscono i francesi il “regista” della squadra.
    Papi però non si limita a costruire il gioco e a dettare i tempi della manovra. Ama inserirsi in attacco, con e senza palla per sfruttare appieno il suo tiro preciso e potente.
    Per il club corso inizierà un periodo indimenticabile. Con i risultati, le prime partecipazioni alle Coppe Europee e con gli spettatori in continuo aumento il Club diventa sempre più solido economicamente e ambizioso.
    Iniziano ad arrivare calciatori di grande qualità.
    Nel 1975 arriva il più forte calciatore jugoslavo dell’epoca e uno dei più forti in assoluto in Europa: si chiama Dragan Dzajic e gioca da ala sinistra.
    Dragan Dzajic, ormai vicino ai trent’anni, è considerato da qualcuno ormai al crepuscolo della carriera. A Bastia giocherà due stagioni memorabili.
    Claude Papi, che nel frattempo è diventato il capitano del Club, è anche colui che si occupa dell’accoglienza e dell’inserimento dei nuovi arrivati. Così sarà anche con Dzajic e tra i due nascerà un connubio eccellente in campo e una amicizia sincera fuori dal rettangolo di gioco.
    Nella stagione 1976-1977 il Bastia gioca a livelli eccellenti e i risultati ne sono lo specchio fedele. Ad un certo punto della stagione Papi e compagni arrivano addirittura in vetta alla classifica della Ligue 1.
    Veder giocare il Bastia è una gioia per gli occhi. E’ una squadra votata all’attacco. Nella seconda parte della stagione arriva una inattesa flessione che però non impedirà ai “Turchini” di conquistare il terzo posto finale in classifica e con quello il diritto di partecipare alla prossima Coppa UEFA.
    A fine stagione il Bastia risulterà il miglior attacco del campionato con 82 reti. Dragan Dzajic e François Felix segneranno 21 reti a testa, Jacques Zimako e Claude Papi rispettivamente 15 e 14.
    La stagione successiva entrerà nella storia del piccolo Club della Corsica.
    Perso Dragan Dzajic, tornato a chiudere la carriera nella sua Stella Rossa, la dirigenza “rimedia” con un colpo di mercato clamoroso quanto inatteso: al “Furiani” arriva Johnny Rep, uno dei più forti attaccanti europei del periodo e protagonista dell’epopea Ajax e della nazionale olandese.
    Con Rep in attacco ad affiancare Felix e il giovane Abdel Krimau e con Papi alle loro spalle ad ispirare la manovra dei “Turchini” il Bastia mantiene inalterato il suo potenziale offensivo rimanendo ai vertici della Ligue 1 (5° posto finale) ma compiendo un’impresa assoluta nella campagna europea di quella stagione.
    In Coppa UEFA infatti, eliminato lo Sporting Lisbona al primo turno e gli inglesi del Newcastle nel secondo, il sorteggio mette di fronte Papi e compagni al fortissimo Torino.
    Gli italiani sono reduci da due stagioni strepitose vincendo il campionato nella prima e chiudendo al secondo posto ad un solo punto dalla Juventus nella stagione precedente.
    Il Bastia all’andata giocata sul terreno di casa va immediatamente sotto grazie ad una rete di Paolino Pulici. La reazione però non si fa attendere e prima Papi e poi Johnny Rep regalano ai “Lioni di Furlani” una prestigiosa vittoria anche se il due a uno non lascia troppe speranze in vista della gara di ritorno.
    A questo si aggiunge la perdita del poderoso attaccante François Felix, rimasto vittima di un incidente stradale rientrando a casa dopo il match di andata.
    Al ritorno, in uno stadio Comunale innevato, ci sono più di 60mila spettatori ad assistere al match. Oltre 15 mila sono francesi, arrivati dalla Corsica e dal vicino confine a sostenere il Bastia.
    Un autentico pellegrinaggio … nella speranza di un miracolo. François Larios porta in vantaggio i suoi con uno dei suoi classici “siluri” da fuori area ma Ciccio Graziani con una doppietta ristabilisce la perfetta parità.
    I granata riprendono fiducia mentre il Bastia accusa il colpo.
    La sorte di Papi e compagni sembra segnata.
    A questo punto però entra prepotentemente in scena il giovane ed esile Abdel Krimau
    . L’attaccante marocchino, che nelle prime battute del match sul terreno ghiacciato del Comunale sembrava un “Bambi” spaesato, diventa l’assoluto protagonista della partita. Una sua doppietta ribalta nuovamente il risultato che nonostante i furiosi attacchi del “Toro” non cambierà più.
    Superato tutto sommato agevolmente l’ostacolo Karl Zeiss Jena nei quarti di finale il Bastia in finale pesca gli svizzeri del Grasshopper.
    L’andata in terra svizzera si chiude con una sconfitta di misura per i corsi (3 a 2) ma che lascia grandi speranze in vista del match di ritorno al “Furiani”.
    In quel 12 aprile del 1978, davanti a 12mila spettatori che gremiscono il piccolo Armand Cesari, assistono agli attacchi senza soluzione di continuità dei propri beniamini. La pioggia battente rende il campo un terreno di battaglia e le offensive dei “Turchini” (quella sera privi di Johnny Rep) s’infrangono contro il muro difensivo degli svizzeri, sostenuti dalla serata di grazia del proprio portiere Roger Berbig.
    Mancano poco più di venti minuti al termine Orlanducci mette in mezzo un pallone dalla destra, la difesa svizzera respinge il pallone sul quale si avventa Papi che calcia al volo in girata. La sua conclusione si infila imparabile sul palo lontano alle spalle di Berbig.
    Il Bastia è in finale.
    E con quel gol Claude Papi avrà un posto definitivo nella storia del Club.
    La finale, contro gli olandesi del Psv Eindhoven non avrà storia.
    Nel match d’andata il Bastia non andrà oltre lo zero a zero crollando poi in Olanda per tre reti a zero ma la corsa del Bastia per i tifosi transalpini sarà indimenticabile almeno quanto quella del Saint Etienne in Coppa dei Campioni pochi anni prima.
    Claude Papi chiuderà quella stagione con 22 reti complessive, esattamente come quelle realizzate da Johnny Rep.
    Le sue prestazioni non passano inosservate a Michel Hidalgo, il selezionatore francese, che lo inserisce tra i 22 convocati per i Mondiali di Argentina del 1978.
    Nel suo ruolo però gioca un fuoriclasse assoluto che si chiama Michel Platini. Papi in quel Mondiale giocherà solo un incontro: il terzo e ultimo del girone, quello inutile ai fini della qualificazione contro l’Ungheria (FOTO).
    Un tempo, il primo, per poi lasciare il posto proprio a Platini.
    Sarà la sua ultima partita in Nazionale ma sufficiente a farlo entrare nella storia come l’unico giocatore corso a giocare una partita in un Mondiale.
    Le stagioni successive non saranno più all’altezza di questa ma arriverà comunque un ultimo, spettacolare colpo di coda.
    Nella stagione 1980-1981 il Bastia torna, dopo nove stagioni, a disputare una finale di Coppa di Francia.
    Stavolta l’avversario è il Saint-Etienne, dove oltre a Michel Platini militano due grandi ex del Bastia: gli attaccanti François Zimako e Johnny Rep.
    Il Bastia, contro ogni pronostico, vincerà l’incontro per due reti ad una con il gol decisivo segnato da Roger Milla, il grande attaccante del Camerun arrivato a Bastia ad inizio stagione.
    Claude Papi, uno dei grandi protagonisti della cavalcata verso la finale, sarà costretto a sedersi in tribuna a causa di un infortunio.
    Sarà la più grande delusione della sua carriera.

    Quella successiva sarà l’ultima per Papi con gli scarpini ai piedi.
    Si ritira, a 33 anni, il più grande calciatore mai espresso da questa piccola e bellissima isola.
    Per lui non mancano le offerte. Dirigente sportivo, allenatore, responsabile di settore giovanile.
    Claude Papi deve solo scegliere.
    Sarà invece il destino che deciderà per lui.
    E’ il 28 gennaio del 1983. Papi sta disputando con un amico una partita di tennis, una delle sue tante passioni. Ha una malore, si accascia al suolo
    . Non ci sarà nulla da fare. Un aneurisma cerebrale se lo porterà via, lasciando incredulo e in lacrime tutto il popolo corso.
     
    ANEDDOTI E CURIOSITA’
     
    Il capitolo “nazionale francese” è sicuramente uno dei più controversi e sofferti per Claude Papi. Nonostante le sue eccellenti prestazioni con il Bastia per lui ci saranno la miseria di tre sole presenze con la Francia.

    Le prime due entrando nei minuti finali (nella prima, in campo all’80mo, fa in tempo a servire l’assist ad Herve Revelli per il terzo gol francese) a l’ultima come detto ai Mondiali di Argentina.
    In quell’incontro con l’Ungheria, con entrambe la nazionali già eliminate, Papi viene schierato dall’inizio.
    La Francia gioca un sontuoso primo tempo chiuso sul risultato di tre reti a zero. Papi è l’ispiratore delle manovre transalpine che vanno in gol con Lopez, Berdoll e Rocheteau.
    Nell’intervallo Hidalgo procede ad un unico cambio: toglie Papi per inserire Platini.
    Il risultato non cambierà più.
     
    L’amore di Claude Papi per il suo Bastia non ha mai subito tentennamenti. Neppure quando, oltre alla pletora di squadre francesi ed europee che ogni estate andavano a bussare alla dirigenza del club, a richiedere le sue prestazioni furono i Cosmos di New York che avrebbero letteralmente riempito di dollari le tasche di Papi.
    Significativa la sua dichiarazione all’epoca.
    “Io sono felice qui, in mezzo alla mia gente. Perché dovrei andarmene ? E poi a New York non saprei dove andare a caccia !”
     
    La caccia, insieme al tennis, la bici e la pesca, era una delle grandi passioni di Papi che con il fedele cane Polo amava fare lunghe camminate all’interno dell’isola.
    “Era il suo modo di rilassarsi” ricorda la figlia Marie-Jeanne che racconta inoltre delle interminabili e “vivaci” sfide a carte con i compagni di squadra Orlanducci, Felix e Marchioni.
    “Finiti gli allenamenti amavano ritrovarsi a L’Etrier, il ristorante di fronte allo stadio e dopo il pranzo sfidarsi in memorabili partite … che finivano quasi sempre con grandi discussioni, grida e carte che volavano dal tavolo !” ricorda divertita Marie-Jeanne che aggiunge “mio padre odiava perdere, qualunque cosa facesse …”
     
    E’ sempre Marie-Jeanne a ricordare quanto accadde il giorno dopo il trionfo con il Grasshopper nella semifinale di Coppa UEFA, decisa proprio da un gol del padre.
    “Mio padre mi accompagnava a scuola tutte le mattine e così fece anche il giorno dopo quello storico gol. Solo che quando arrivammo davanti alla scuola c’erano centinaia di persone che lo stavano aspettando per ringraziarlo, applaudirlo e abbracciarlo.
    Era impossibile passare.
    Mio padre scese, salutò tutti e poi mi riaccompagnò a casa. Avevo solo sei anni e non capivo cosa stesse succedendo. Provò a spiegarmelo dicendo che la sera prima aveva fatto un gol importante. Continuavo a non capire. Di gol ne aveva fatti tanti prima e in fondo era il suo mestiere ! Capì molti anni dopo cosa significò quel gol per i tifosi del Bastia e per tutta la gente della Corsica”.
     
    Una delle responsabilità che Claude Papi si era assunto come capitano del Club come detto era quella di fare da anfitrione e guida ai nuovi arrivati, specialmente quando questi erano calciatori stranieri.
    Memorabile a questo proposito fu l’impatto con Johnny Rep, il grande attaccante olandese approdato al Bastia nell’estate del 1977.
    Papi, dopo avergli mostrato all’olandese le meraviglie dell’isola, lo accompagna all’Armand Cesari, lo stadio del club, meglio noto come “Furiani”, il luogo dove è situato l’impianto.
    “Bello come campo di allenamento !” gli dice entusiasta Rep che poi aggiunge “Ok, ma le partite ufficiali dove le giochiamo ?” chiede poi l’olandese … lasciando senza parole e in grave imbarazzo il povero Papi.
     
    La Corsica e Bastia non hanno mai dimenticato Claude Papi. Nella sua Porto Vecchio gli hanno dedicato lo stadio, a Bastia la tribuna più capiente dell’Armand Cesari, quella Nord, porta il suo nome.
    Dal 2017 a Lupino, il quartiere a sud di Bastia dove Papi viveva con la famiglia, gli è stata intitolata una piazza.
    … perché tutti, almeno in Corsica, dovranno sapere chi è stato e cosa ha rappresentato Claude Papi.

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    Claude Papi: ​una squadra, un’isola, una bandiera. L'unico corso ai Mondiali e l'epica sfida con il Torino



     

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