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  • Conte diffamato e mai interrogato, la fiducia della Juve, il Fattore Capello

    Conte diffamato e mai interrogato, la fiducia della Juve, il Fattore Capello

     

    La Juventus campione d'Italia lavora al rafforzamento della squadra in vista della prossima stagione. La tournée nordamericana, che prevede fra gli altri, i test con il Paris St.Germain e il Real Madrid, è soltanto un segnale dei progetti ambiziosi del club. Che, come calciomercato.com ha riferito, ha già pronto il rinnovo del contratto sino al 2015, in cambio di 3 milioni di euro netti a stagione.   

    A frenare la strategia bianconera è l'inchiesta sulle scommesse, che non riguarda per nulla il club di Agnelli, ma ne condiziona l'operatività a causa delle pesanti accuse lanciate dal pentito Stefano Carobbio a Conte, in qualità di allenatore del Siena nella stagione 2010-2011. Prima considerazione: a parte il fatt9o che Carobbio è stato smentito da diversi ex compagni di squadra, il verbale del medesimo è datato 29 febbraio e oggi è il 22 maggio.

    Sono trascorsi 83 giorni, l'allenatore della Juve deve essere considerato un cittadino oggettivamente diffamato, eppure non è stato mai chiamato da Palazzi o dai suoi collaboratori perchè raccontasse la sua versione e ribattesse punto su punto alle parole dell'ex giocatore. Perchè? E' giusto questo? E' giusto che Conte, proprio nei giorni del trionfo tricolore, sia stato investito da gratuiti schizzi di fango propalati in quantità industriale? No che non è giusto. E, fermo restando il massimo rispetto per la metodologia lavorativa della procura federale, si può sapere, di grazia, quando Conte verrà ascoltato? 

    Seconda considerazione: Conte è un galantuomo e un grande uomo di sport. Uscirà a testa alta da questa vicenda. La Juve lo sta difendendo a spada tratta, com'è giusto che sia. Ma il limbo in cui il tecnico viene sospeso dalla lentezza della giustizia sportiva, nuoce evidentemente a Conte e nuoce ai neocampioni d'Italia. Si dirà: è una questione di forma e non di sostanza, stante la reiterata fiducia della società nell'uomo che le ha appena dato lo scudetto. Ma, a volte, la forma è anche sostanza. Conte, la Juve, i tifosi della Juve hanno il diritto di pretendere che questa vicenda si chiuda in tempi rapidi.

    Terza considerazione: stamane su Qs Quotidiano Sportivo, il sempre bene informato collega Giulio Mola ha scritto che, a titolo precauzionale, la Juve ha bloccato Fabio Capello. L'indiscrezione è attendibile, la mossa è comprensibile e dettata dall'esigenza alla quale ogni società deve necessariamente sottostare ovvero, prefigurare i possibili scenari futuri, nella buona come nella cattiva sorte. Se -  e il se è grande come i dubbi sull'attendibilità di un pentito che, pur di sfangarla, potrebbe dire di tutto -  la Juve si ritrovasse nella malaugurata condizione di sostituire Conte, l'alternativa Capello sarebbe più che plausibile. Sia per il valore assoluto del signore di Pieris sia per i suoi eccellenti trascorsi bianconeri sia per gli strettissimi rapporti intrattenuti con Andrea Agnelli ("Con il quale mio padre si sentiva spesso quand'era a Londra", ha confidato Pierfilippo Capello, erede di Fabio, brillante avvocato e manager dello stesso genitore).

    Questa è la situazione ad oggi, 22 maggio 2012. Ottantatrè giorni dopo la verbalizzazione delle accuse di Carobbio. Alle quali, Conte non ha ancora potuto rispondere.  E non per colpa sua. 

    Xavier Jacobelli

    Direttore Editoriale www.calciomercato.com

     

     

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