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  • Coronavirus dei soldi: tutti pensano all'ossigeno, nessuno ai polmoni

    Coronavirus dei soldi: tutti pensano all'ossigeno, nessuno ai polmoni

    • Mino Fuccillo
      Mino Fuccillo
    Sono giorni in cui l'intervista al parrucchiere dolente tira più di quella al virologo ammonente, i medici hanno un po' stufato, il vento ha girato ed ha girato forte. Tiene ancora  sul palco dei media il parente che esige con indignata ira "verità e giustizia" riguardo alla Rsa dove è morto un suo caro, però i nuovi protagonisti sono i ribelli di Mondello che fanno spiaggia e bagno in mare, gli aperitivi sui Navigli, l'universo mondo nei parchi pubblici e soprattutto bar, ristoranti, palestre, piscine, negozi e Sante Messe e tutto quanto vuol riaprire, riaprire subito per vivere. Vivere come prima o quasi.

    Quindi capisco si abbia altro a cui pensare. E capisco non si abbia voglia di pensare perfino e proprio a questo. Però, pensandoci, siamo davvero un paese in cui avvengono cose strane. Una, ad esempio: in nome della sovranità economica (coi soldi suoi e anche della Ue l'Italia ci fa quel che le pare) preferiamo un Recovery Fund (cioè, quando sarà, soldi europei gestiti per definizione da autorità ed istituzioni europee) al Mes, cioè a miliardi che, una volta presi in prestito (10 anni, tasso interesse 0,1%) il governo italiano, qualunque sia, spende come vuole. Unico vincolo: spenderli per la Sanità e non per mance elettorali.Insomma in nome della sovranità economica Parlamento e gran parte della pubblica opinione sono lì pronti a respingere con sdegno 36 miliardi senza vincoli per prenderli, con l'argomento che ne servono di più di miliardi (vero) e più vincolati (ma questo nessun lo dice).

    Stupido? Troppo semplicistico, rozzo e offensivo dire stupidità alla base della stranezza, chiamiamola così, con cui l'Italia affronta il coronavirus dei soldi? Stupidità, non sottovalutarla mai. E' da sempre nella storia dei popoli una delle forze che muovono il mondo. Oppure quella di schifare i miliardi del Mes è saggezza, intuito e preveggenza popolare: se li prendiamo, poi li sprechiamo. Oppure è propaganda incistata nel corpo della politica e nel senso comune (da sempre fiero avversario del buon senso). Oppure è appunto stupidità, fate voi.

    Son giorni di cose strane. Eccone un'altra: plasma, remdesivir, clorochina...coronavirus sei accerchiato, circondato e assediato, arrenditi! Te lo comanda il 58% degli italiani (sondaggio che non mente). Te lo ordinano i Governatori di un sacco di Regioni. Te lo intimano associazioni professionali e di categoria. Ma quello, coronavirus, non obbedisce. E allora si attende con impazienza che governo e autorità decretino, finalmente, l'abolizione dell'epidemia, per Decreto appunto. Son cose strane, ma accadono, son la sostanza di questi giorni. Strana, molto strana eppur molto diffusa è l'idea in fondo comune al ceto politico tutto e anche alla cosiddetta gente tutta di come curare il coronavirus dei soldi. Forzando un po', ma poi neanche tanto, l'idea guida è quella di un paese dove i pilastri economici e sociali sono Redditi di cittadinanza o di emergenza vari, Cassa integrazione e pensioni. Un paese di assistiti via redditi sociali, di retribuzioni conservate a prescindere dai posti di lavoro e di pensionati.

    Esagero? Solo un po'. Coronavirus fa più male a chi ha già altri mali. Così è per il coronavirus dei soldi. Il nostro organismo economico sociale aveva ed ha già altri mali, non pochi e non lievi, prima della pandemia. Spesa pubblica tanta ma inefficiente (scuola) o assente (creazione posti lavoro) o distorta e dedita allo spreco (sanità) o eccessiva (pensioni). Debito pubblico alla grande (130 e passa per cento prima dei debiti ulteriori oggi indispensabili) non ridotto neanche un po' negli anni in cui si poteva e doveva essendo i tassi di interesse bassissimi. Aziende poco capitalizzate ( si fa tutto con i soldi delle banche) e aziende troppo piccole per permettersi ricerca e innovazione che restano entrambe in termini e quantità ridotte. Infrastrutture materiali (strade, ferrovie, porti...) su cui non si investe. Infrastrutture di nuova generazione ostacolate, osteggiate.

    Pubblica Amministrazione eternamente ostacolo perché costruita e istruita sul presupposto del controllo preventivo di ogni forma di attività. Controllo ex post invece rifiutato e respinto dalla cultura della cosa pubblica. Anche per l'ottimo motivo per cui, in Italia, la violazione di legalità, la falsa attestazione et similia, se mai accertate, portano a richiami, buffetti, sanzioni immaginarie.
    Eccessi,anzi alluvioni permanenti di poteri di blocco reciproci tra istituzioni, poteri, lobby, territori, comitati, cittadini organizzati intorno al proprio diritto, bisogno, pretesa, privilegio, capriccio.
    Il legno storto e ingiusto del Fisco.
    L'enormità dell'evasione fiscale e contributiva.
    La produttività che arranca da 25 anni almeno, arranca rispetto alla produttività in ogni altro paese d'Europa (Portogallo, Spagna compresi).
    E' un quarto di secolo almeno che il corpo sociale ed economico italiano vive, sopravvive gravato di questi mali. E sul corpo così malato (pluripatologico verrebbe da dire) la botta del coronavirus dei soldi.

    Ossigeno, ossigeno, ossigeno! Giusto, indispensabile, obbligatorio fornire l'ossigeno di assistenza e assistenza e assistenza. Ossigeno in miliardi per sostegni al reddito, miliardi per garantire finanziamenti, miliardi a fondo perduto ad aziende, miliardi per bonus a famiglie... Miliardi di soldi pubblici che sono l'ossigeno da somministrare in grandi dosi (almeno 100 miliardi quest'anno, quasi altrettanti il prossimo) altrimenti il corpo socio-economico non respira.
    Ossigeno miliardi, miliardo ossigeno: tutto e tutti in Italia si occupano e preoccupano dell'ossigeno. Nessuno si occupa e preoccupa dei polmoni.
    Ci vogliono anche quelli, i polmoni
    . Cioè accorciamento linee produttive, ricapitalizzazione aziende attraverso indirizzo verso le aziende anche del grande fiume del risparmio privato, accorpamento piccole aziende, abbandono settori improduttivi.

    E fisco e tasse da spostate almeno in parte dal lavoro e impresa su consumi e rendite. E smontaggio e rimontaggio della cosiddetta funzione pubblica, imponendole controllo ex post sostanziale e non preventivo nella forma. E riorientamento, quasi forzoso, della cultura che anima la Magistratura che in parte non piccola considera l'impresa economica attività criminogena.
    E pedagogia sociale per cui a maggiore libertà economica corrisponde sicura pena in caso di astuto slalom tra le leggi. E sistema della formazione, scuola e università, che non servano a dare posto di lavoro ai prof e pezzo di carta a studenti e famiglie e neanche per parcheggiare i piccoli, riorientate a forza anch'esse a fornire e creare competenze.

    E quindi un bel po' di altre cose, di cui la mamma e il papà sarebbero una politica capace di pensare e produrre non solo propaganda e un elettorato capace di esigere non solo empatie e mance. I polmoni, chi ci pensa ai polmoni del corpo economico e sociale? Nessuno. Ed è uno strano paese quello in cui tutti di fatto pensano si possa all'infinito vivere e respirare con grandi e inesauribili bombole di ossigeno e piccoli e malati polmoni.

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