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  • Corruzione e imbrogli per Qatar 2022: era proprio necessario?

    Corruzione e imbrogli per Qatar 2022: era proprio necessario?

    • Filippo Barone
    Tutto è iniziato il 2 dicembre 2010. 

    Da qualche mese si era concluso il mondiale sudafricano, che aveva incoronato la Spagna nuova regina del mondo. Già programmata l’edizione del 2014, assegnata al Brasile, si trattava di scegliere la nazione ospitante dei successivi due mondiali, che andranno alla Russia per il 2018 e al Qatar per il 2022. L’assegnazione alla terra del Vicino Oriente ha fatto storcere il naso a più di qualcuno quel giorno; non soltanto per le difficoltà relative alla calendarizzazione del torneo (inizialmente si era parlato di una manifestazione standard, in estate, con partite in notturna) ma anche perché il sentore di una scelta “comprata” si era fatta largo quasi subito.


    LA MONARCHIA E L’IMPERO AL-THANI - Il Qatar è una monarchia assoluta, al cui vertice vi sono il Primo Ministro 'Abdullah bin Nasser bin Khalifa Al Thani e Tamim bin Hamad al-Thani come emiro, quest’ultimo è il proprietario del Paris Saint Germain. Sono uno stato diventato un vero e proprio impero grazie alle risorse petrolifere e ai gasdotti. Non solo, in Qatar vi sono anche giacimenti di gas naturali e infatti a North West Dome si trovano i più grandi depositi del mondo. Della stragrande maggioranza di tutto ciò è proprietaria la famiglia Al-Thani. La famiglia però era nota al mondo del calcio anche per l’acquisto del Malaga nel giugno 2010 ma appena due anni dopo smette di investire e smantella la squadra per via di sopraggiunti debiti e viene esclusa dall’Europa League 2013-2014 a causa dell’inosservanza delle regole sul FFP. Alla fine della stagione 2017-18 il club retrocede in Segunda Divisiòn, dieci anni dopo l’ultima volta. Attualmente il club è ancora di proprietà dell’emiro e naviga (ancora) nei bassifondi della seconda serie spagnola. Ciò che invece è stato fatto al PSG è storia nota, inutile da ripetere se non per un fatto: nell’estate 2017 i parigini acquistano Neymar alla cifra record di 222 milioni di euro e per farlo senza subire sanzioni per evidenti violazioni sul FFP (anche considerato che nella stessa sessione di mercato il Paris Saint Germain preleverà Mbappé con la formula del prestito con diritto di riscatto, ndr) fanno versare il 90% di quella cifra dal calciatore stesso, attraverso la sua holding privata per poi “restituire” l’importo tra contratto, sponsorizzazioni e bonus vari presenti nel contratto.  Dietro a questa operazione vi è anche la volontà dello sceicco Al-Thani di utilizzare Neymar come uomo immagine del mondiale 2022. 

    …AH GIA’, IL MONDIALE 2022 - Nel giugno del 2015 l’appena rieletto Presidente Sepp Blatter si dimette in seguito ad una indagine sulla corruzione nella FIFA che lo ha coinvolto in prima persona. Tra le accuse mosse all’ex numero 1 della massima organizzazione calcistica vi è quella di aver versato, tra il 1998 ed il 2002 circa due milioni di euro sul conto di Michel Platini. Non solo, anche di aver ricevuto una considerevole cifra per assegnare i mondiali 2022 al Qatar e per aver influenzato e compromesso in maniera decisiva l’esito delle votazioni. Qualche mese dopo il Comitato Etico della FIFA lo ritiene colpevole dei capi d’imputazione e Blatter viene squalificato per 8 anni, pena che verrà poi ridotta a sei dopo il ricorso.  Blatter è inequivocabilmente colpevole, chiaramente corrotto. Altri sette membri della FIFA, a lui fedeli, sono stati arrestati tra il 2015 ed il 2017- Nonostante la sentenza di condanna, che ha dunque scoperchiato il vaso e certificato gli illeciti, il mondiale rimane allo stato del Vicino Oriente.

    ERA PROPRIO NECESSARIO? - Ci si domanda se fosse il caso di lasciare questa manifestazione al Qatar, che l’ha acquistata a suon di milioni, mettendo sotto regime tantissimi operai perché completassero la costruzione degli impianti in tempi record (lo stadio che ospiterà la finale è stato terminato pochi giorni fa, ad un anno e mezzo dall’evento). Anche di questo scandalo si è parlato oltreoceano, sottolineando le condizioni di lavoro assurde a cui sono sottoposti gli operai nei cantieri degli stadi. E’ lecito domandarsi se fosse il caso di accettare un mondiale che falserà inevitabilmente e gravemente i campionati in Europa poiché fissato tra la metà di novembre e la metà dicembre. Pensare che i campionati, già stracolmi di impegni e con ancora gli strascichi degli stop per la pandemia, debbano fermarsi per un mese e poi recuperare da gennaio a maggio, con anche le coppe europee, è folle. Non solo per il rischio infortuni derivanti da impegni infiniti ma anche semplicemente per un mondiale che si incastrerebbe a stagione in corso. D’altronde non si potrebbe fare altrimenti, dal momento che disputarlo in estate sarebbe inumano, viste le temperature. Dunque il problema sta a monte: a fronte di tutto ciò, di corruzione, imbrogli, sfruttamento degli operai fino alla quasi schiavitù ed una calendarizzazione pericolosa, era proprio necessario lasciare questo mondiale al Qatar?
     

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