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  • Cragno, Violini: 'Ha le doti per volare'

    Cragno, Violini: 'Ha le doti per volare'

    Nel solco di Viviano e Leali sta crescendo un altro fenomeno tra i pali del Brescia? Pare di sì, si chiama Alessio Cragno, è nato nel 1994 ed è allenato da Giacomo Violini, ex di Cremonese e Palermo, che ne traccia il profilo per calciomercato.com: "Sicuramente ha qualità per fare bene, è un ragazzo di prospettiva, si allena spesso con la prima squadra, ha caratteristiche tecniche e psicologiche importanti. Riesce a sopportare le situazioni negative con grande carattere. Limiti fisici? Io attualmente sto lavorando con Leali che è alto 191 cm, Alessio è alto 1,84 e puo' mettere ancora centrimetri e peso. Il portiere ideale per me non deve esser alto due metri, perchè perderebbe in rapidità e coordinazione, l'ideale è un portiere alto 187/188 cm. Diciamo, per fare una battuta, una via di mezzo tra Seba Rossi e Franco Tancredi. L'aspetto strutturale adesso conta, ma il portiere ora deve partecipare al gioco, leggere le azioni ed esser rapido. I preparatori curano moltissimo la fase di palleggio, dieci anni fa non era così".


    Alessio Cragno pare sia stato opzionato dalla Samp (che ha già preso il compagno Magrassi, ndr) , mentre il quasi coetaneo Leali è già proiettato verso i top club (Juve, Catania, Udinese, Sporting). Un esclation che puo' fare girare la testa, ma Violini si mostra più sereno sull'argomento mercato: "Puntare su portieri così giovani puo' esser un azzardo, ma possiamo considerarlo anche un investimento. Magari un club importante prende Cragno perchè di '94 bravi come lui ce ne sono pochi. Un investimento di questo tipo puo' far crescere l'intera squadra, cioe' puo' fungere da esempio e da stimolo".

    La scuola bresciana ha regalato tanti portieri di talento, ma tra questi ci sarà il nuovo Buffon? Mister Violini si mostra fiducioso: "Viviano è il migliore portiere dopo Buffon, inoltre puo' ancora migliorare. E' presto per parlare di Leali e Cragno, devo lavorare molto, ma tutti hanno una dote non comune, che io ritengo fondamentale: la reazione all'errore".


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