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  • Ex Torino Crippa a CM: 'Come manca quella gioia nel derby!'

    Ex Torino Crippa a CM: 'Come manca quella gioia nel derby!'

    • Alessandro Salvatico
    Il Toro è già stato in Finlandia, un'altra volta prima di oggi; era l'11 novembre del 1954, ovverosia fra cinque giorni sarà trascorso esattamente mezzo secolo da quell'unico precedente. Avversaria non era l'Helsinki ma un'altra delle più storicamente forti formazioni finniche, l'Haka (allora meglio conosciuta come Valkeakosken), stesso club che vent'anni dopo avrebbe incontrato (perdendo) la Juventus nei quarti di Coppa delle Coppe. I granata si imposero di misura in terra finlandese, per poi dilagare in casa nel match di ritorno 5 a 0. Era un Toro con autentici campioni in campo, come Lido Vieri, come Gerry Hitchens; e un Toro che purtroppo ha visto diversi suoi grandi protagonisti andarsene troppo presto: Gigi Meroni (che contro l'Haka segnò una doppietta), Giorgio Ferrini, Roberto Rosato. A guidare la squadra in campo era però Carlo Crippa, con le sue fughe in avanti, maglia numero 11 sulle spalle. Alla fine di quella stessa stagione nasceva il piccolo Massimo, suo figlio, che tanto tempo più avanti avrebbe indossato anch'egli la medesima casacca granata.

    Carlo Crippa, cosa ricorda di quel match a Valkeakoski?
    Due cose su tutte: che non riuscivo a pronunciare il nome della città in cui stavamo andando, e che...mi battevano i denti per il freddo! (ride).

    Il gelo può davvero essere un nemico?
    Ecco, la parola giusta è quella: “gelo”. Perchè il freddo no, quello si supera, qualche minuto dopo avere iniziato a giocare ogni uomo in campo è caldo allo stesso modo, anche se certe temperature ti invogliano a continuare tutto il tempo a saltellare e muoverti per non fermarti... Ma il gelo, inteso come ghiaccio sul campo, chiaramente può mettere in difficoltà tutti. Tutti tranne loro, ovviamente, tranne chi su una superficie ghiacciata ci cammina o ci gioca tutti i giorni.

    Quali caratteristiche opponevano i finlandesi, parlando di cacio giocato, e quali possono usare oggi?
    Il fisico innanzitutto, come tutte le squadre scandinave ma forse più di altre, perchè il loro movimento calcistico è più indietro rispetto a quello di altri Paesi come la Svezia, o la Danimarca, e quindi più di queste puntano sull'elemento atletico, usandolo proprio in combinazione con il fatto di riuscire a non patire il gelo.

    Se dopo 50 anni il calcio finlandese non sembra aver fatto passi in avanti, il Toro invece ne ha fatti all'indietro...
    Beh, da tanti anni ormai – spiace dirlo – il Toro non è più quello che è stato per quasi tutta la sua storia, cioè una squadra che lotta sempre fra le prime del calcio italiano. Però anche la squadra di oggi è una buona squadra, le prime partite in coppa l'hanno già evidenziato.

    Cosa le pare dell'undici di Ventura?
    E' un gruppo molto quadrato in campo, nessuno si risparmia anche quando c'è qualche difficoltà come accaduto magari nelle ultime settimane, e questo è testimonianza di uno spogliatoio affiatato. Fatica a segnare, anche perchè non era facile fare fronte alla partenza di “quei due”...questo si sapeva.

    Una buona stagione in Europa, magari con un derby vinto come succedeva spesso a lei – che con un suo meraviglioso gol ne decise personalmente uno, possono salvare un'annata mediocre?
    Senz'altro. Una squadra e una società come il Torino di oggi possono difficilmente pensare di permettersi di correre alla grande su due fronti. Per cui, benissimo puntare sulla coppa, che non si faceva da vent'anni, a costo di pagare scotto in campionato, dove ci si potrebbe accontentare delle tranquillità. Magari con quella gioia in più, sì: anche quella manca da tantissimo tempo...

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