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  • Crisi di governo, come se ne esce? 5 opzione con la paura del buio. La Raggi e la nomina di un nuova vecchia amica

    Crisi di governo, come se ne esce? 5 opzione con la paura del buio. La Raggi e la nomina di un nuova vecchia amica

    • Mino Fuccillo
      Mino Fuccillo
    Il buio oltre la crisi.
    Crisi di governo, come se ne esce? Giornali, tv...chi conta sei possibili uscite, chi cinque, chi si ferma a quattro. Dunque, vediamo.

    Uscita numero uno: si fa governo Conte ter con cinque e non più quattro gambe della maggioranza, le gambe sono M5S, Pd, Leu cui si aggiunge un qualcosa che chiamiamo provvisoriamente Centro per Conte e poi Italia viva che rientra.

    Uscita numero due: altra maggioranza, altro premier. Governo dunque di salvezza nazionale o come lo si vorrà chiamare, con dentro i soliti più un po' o tutta Forza Italia e con Salvini che resta fuori ma in qualche modo acconsente, lasciando alla sola Meloni il grido: elezioni!

    Uscita numero tre: stessa maggioranza, altro premier. Conte perde, Renzi vince.

    Uscita numero quattro: nessuna maggioranza, nessun premier, nessun governo se non quello che ci accompagna ad elezioni anticipate a giugno.

    Uscita numero cinque...ma a questo punto siamo giustamente annoiati e distratti. Si chiama crisi al buio perché non si sa come se ne esce. Si rileva poi che per la maggioranza abbondante degli italiani c'è buio fondo sul perché di questa crisi. Un po' non è facile capire, molto è facile fare a non capire.

    Il perché di questa crisi non è il buio su come nasce e prosegue, il perché è il buio oltre e non prima o dentro la crisi. Buio su chi e come dovranno e potranno gestire, spendere, investire, distribuire i miliardi del Recovery. Buio su a chi dire sì e a chi dire no dato che una quota di quei miliardi la vogliono tutti. Buio su chi e come decide ed opera dato che le verifiche Ue saranno semestrali. Buio progettuale del governo che c'era e di ogni governo possibile: il vero progetto in campo finora è prendere la prima rata da circa 25 miliardi, poi magari la seconda sperando che a quel punto ci spediscano i soldi a casa, il resto dei 209 miliardi, per...abitudine.

    Nel Piano italiano fin qui presentato tante parole ma cifre, obiettivi verificabili, date, impegni pochi e niente. E' dall'estate scorsa, dai pomposi Stati Generali, che quel piano è solo una ricamata cesta per raccogliere soldi. Una cesta ricamata, magari alla Casalino secondo l'antichissima formula del tanto e solo fumo e niente o poco arrosto. E' questa la crisi vera e profonda: il buio che c'è dopo.

    La sindaca e la compagna di classe.
    L'abbiam fatta lunga sulla crisi, più di quanto avremmo voluto. Spazio stamane allora solo per un'altra storia italiana. Storia, diciamo storiella. Dunque c'è una sindaca oggi, Virginia Raggi a Roma. Licenzia il vice sindaco e altri dei suoi contrari alla sua ricandidatura. Le viene dunque a mancare assessore alla Cultura che a Roma non sarebbe piccola e poca cosa. Salto indietro nel tempo fino ad anni '90, Liceo Newton. Nella stessa classe due amiche, Virginia Raggi e Lorenza Fruci. Ritorno all'oggi: sindaca Raggi nomina Fruci assessore alla Cultura della capitale. Lorenza Fruci vanta essere "comunicatrice e progettista culturale". Documenta di aver seguito corsi di perfezionamento su "governo e logiche decisionali femminili nella storia del presente". Insomma supercazzole da curriculum oggi grandemente comuni (e accettate). Da notare con un sorriso la "storia del presente", cioè l'equivalente di una tesina. Ma Lorenza Fruci ha anche dalla sua delle pubblicazioni, due sul burlesque. Cioè sullo spogliarello vintage. Burlesque storie di donne e Burlesque uno spettacolo chiamato seduzione. 

    Ok, nessun problema: la Raggi si fida della Fruci, Lorenza Fruci è una giovane che si esprime col linguaggio concettualmente stringato dell'oggi, i curricula non danno l'esatto spessore di una biografia, anche il burlesque è a suo modo antropologia. Una sola domanda in calce alla storiella: se un Berlusconi, un Renzi, un Salvini avessero, da sindaci, nominato assessore alla Cultura un compagno di scuola e di classe studioso di spogliarello all'antica e di storia del presente, M5S cosa avrebbe detto di loro? In sintesi? Casta maiala avrebbero detto quelli di M5S. Fine della storiella.
     

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