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  • Cristiano Lucarelli:| 'La Fiorentina, il mio rimpianto'

    Cristiano Lucarelli:| 'La Fiorentina, il mio rimpianto'

    • L.C.

    Poteva essere una lunga storia d'amore, un corteggiamento cominciato nel lontano 1992, alla fine nulla è sbocciato ma l'ultima parola non è ancora detta. Sì perché Cristiano Lucarelli, attuale allenatore degli Allievi nazionali del Parma, è stato per estati intere un promesso sposo della Fiorentina senza mai arrivare a vestire la maglia viola. E per un sanguigno come l'ex bomber livornese il mancato arrivo in riva all'Arno è qualcosa che non va giù.

    Cristiano Lucarelli, ha mai avuto il rimpianto di non essere mai arrivato a Firenze?

    'Sì. Perché è stata una storia lunga. È partita quando avevo 17 anni, venni più volte in prova settimane e settimane a La Villa (storica struttura dove si allenavano le giovanili della Fiorentina, ndr), per continuare poi nel tempo. Ogni anno sembrava che veramente fosse la volta buona, invece... Ci siamo rincorsi un po' tutta la vita senza mai realizzare questo matrimonio. È chiaro che Firenze è una piazza tra le prime in Italia, una delle piazze migliori dove poter far calcio, dove poter fare il calciatore. Però un domani chissà... Se dovessi avere fortuna nel ruolo di allenatore come l'ho avuta da giocatore, magari in futuro mi toglierò la soddisfazione almeno di allenarla (ride ndr)'.

    Si può dire che è un suo obiettivo, un sogno?

    'Firenze è una piazza che fa gola anche ad allenatori già affermati, figuriamoci al sottoscritto, anche se sono ancora un aspirante tecnico. Quindi può essere un obiettivo importante'.

    Veniamo all’attualità. Fiorentina–Parma è stata anche la sfida fra allenatori che stanno facendo benissimo (a parte l'attuale momento sfortunato viola) mostrando prima di tutto bel calcio.
    'Assolutamente sì, io ho avuto la fortuna di lavorare con Donadoni e lo consideravo già bravo prima di vedere i risultati di quest'anno. È un allenatore che ha raccolto meno di quello che avrebbe meritato. Oltretutto secondo me anche l'esperienza in Nazionale è stata felice, perché è andato fuori ai quarti con la Spagna ai calci di rigore dopo aver fatto 0-0 (la sua Italia fu l'unica squadra a non subire gol dagli iberici). Sappiamo tutti quel che ha fatto la Spagna da quel momento in poi: ha vinto tutto, Europei e Mondiale. Anche alla luce di questo, ritengo che Donadoni abbia fatto un biennio ottimo. A Napoli è stata una parentesi sfortunata però aveva fatto bene pure a Livorno e a Cagliari. Insomma, Donadoni per quanto mi riguarda non è una sorpresa'.

    E Montella?

    'Montella è stato una sorpresa nei suoi primi mesi alla Roma per come si è imposto nonostante fosse giovane come allenatore. Si è trovato a fronteggiare subito grandi campioni in una squadra importante e ambiziosa come la Roma e ha fatto molto bene. Ha ripetuto le ottime cose fatte in giallorosso l'anno scorso a Catania e ora a Firenze sta ripetendo un'altra stagione ad alto livello. Quindi anche per quanto riguarda Montella, si può parlare di sorpresa fino a un certo punto'.

    Prandelli ha dichiarato che il 3-5-2 è un modo di intendere l'aspetto tattico molto semplice ma non scontato e che il gioco di Montella rappresenta quello da preservare, fatto di coraggio e palleggio. Donadoni e Montella lo applicano con successo. Da allenatore questo aspetto tattico del calcio italiano la convince?

    'La penso come Prandelli però troppe volte si deve cercare di ottenere il massimo dai giocatori che si hanno a disposizione quindi non è facile fare subito risultati e bel gioco. Penso che poi il modulo non conti tanto. Escluso Mazzarri che già un po' è legato a questo assetto tattico e lo sa ottimizzare al meglio da anni, gli altri devono rapportarsi con i giocatori che hanno in rosa. Alla fine quello che conta è sempre il risultato, quindi qualsiasi modulo utilizzi quello che conta è il risultato, in Italia in particolar modo, quindi uno deve cercare di ottimizzare quello che ha a disposizione. Se hai giocatori per applicare quel modulo è bene farlo, altrimenti sarebbe autolesionistico. Credo, oltretutto, che oggi gli allenatori guardino molto anche al fatto che le squadre devono essere camaleontiche, devono saper adottare due o tre moduli, cambiarli in corsa durante la partita, durante la settimana. Ormai i calciatori devono essere pronti a tutto, a giocare a 3, giocare a 4, senza nessun tipo di problema'.

    Lucarelli, stupito da Belfodil?

    'Sì, mi ha stupito perché non lo conoscevo, poi l'ho visto tre-quattro volte dal vivo e devo dire che è un giocatore che fisicamente ha grandissime qualità, per di più giovanissimo. Insomma un bel giocatore, mi piace'.

    Su Jovetic che idea si è fatto?
    'È un giocatore che viene comunque da un lungo infortunio. Era normale che potesse a un certo punto pagare minuti di partita a cui non era più abituato. C'è chi recupera prima lo stato di forma ma ne risente poi. E c'è chi fa fatica all'inizio ma successivamente va alla grande. Lui probabilmente ha recuperato velocemente, poi però ha pagato dazio'.

    Secondo lei  è davvero un top player?

    'Penso di sì, anche se non ha completato del tutto la sua crescita. Secondo me ha ancora ampi margini di miglioramento, però è sicuramente un predestinato'.

    Lucarelli è stato il simbolo del Livorno oltreché tifoso della squadra della sua città. Viviano rappresenta la stessa figura a Firenze, solamente con risultati diversi. Che succede?
    'All'inizio è stata durissima pure per me, non nego che anch'io il primo anno valutai a gennaio la possibilità di cambiare aria perché sembrerà strano ma è difficilissimo giocare nella propria città, molto difficile, quindi me l'aspettavo. È chiaro che Viviano si è trovato ad un bivio, doveva decidere se continuare a lottare per conservare il sogno della sua vita oppure cercare fortuna altrove. Se avesse mollato, se lo sarebbe portato dietro tutta la vita'.

    Quindi, per lei, se avesse deciso di lasciare Firenze, avrebbe rimpianto la sua scelta?

    'Sì, un rimpianto lo avrebbe avuto, e un domani sarebbe stato ancora più difficile ripresentarsi a giocare nella Fiorentina'.

    E quindi se avesse potuto dare un consiglio a Viviano...
    'Gli avrei consigliato di fare la scelta che ha fatto: rimanere a Firenze e lottare per il posto della maglia che ama'.

    (Il Brivido Sportivo)                                                                                                  


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