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  • Da Alaba a Tuchel, passando per Lewandowski: il Bayern non riesce a liberarsi di Pini Zahavi

    Da Alaba a Tuchel, passando per Lewandowski: il Bayern non riesce a liberarsi di Pini Zahavi

    • Pippo Russo
      Pippo Russo
    “Un avido piranha”. Era settembre 2020 quando Uli Hoeness, presidente onorario del Bayern Monaco, usava parole così pesanti. E il destinatario dell'etichetta era Pini Zahavi, il più potente e inafferrabile fra i super-agenti in circolazione. In quei giorni si discuteva il rinnovo contrattuale del difensore centrale austriaco David Alaba, in scadenza nel successivo mese di giugno. Una trattativa che si è presentava complicata fin dall'inizio e si sarebbe conclusa in modo negativo per il club bavarese, col calciatore libero di andarsene al Real Madrid al termine della stagione. E a complicare la trattativa, secondo Hoeness, era l'operato del “consigliere” della famiglia di Alaba, cioè Pini Zahavi. Che secondo quanto riferiva il direttore sportivo del Bayern, Hasan Salihamidzic, avanzava richieste esose per la sola apposizione della firma di Alaba sul contratto. Richieste nell'ordine delle decine di milioni, stando a ciò che veniva lasciato filtrare. E nel consegnare all'opinione pubblica questi dettagli Hoeness attribuiva tutte le colpe al super-agente israeliano, affermando che il padre del calciatore ne fosse fortemente influenzato. Una pietosa versione di comodo, quest'ultima, a beneficio di tutti. Perché se Zahavi era entrato nella trattativa, lo aveva fatto su incarico del calciatore e della sua famiglia. E il tentativo, da parte del presidente onorario del Bayern, di spaccare il fronte che si era costituito per tutelare gli interessi del calciatore era perdente in partenza.

    Così come perdente in partenza era la missione di trattenere Robert Lewandowski in Baviera. Anche per lui, dopo i vani tentativi di farlo rimanere, sono arrivati i saluti con trasferimento al Barcellona nell'estate 2022. E anche stavolta tutto quanto è avvenuto con la regia di Zahavi, che dell'attaccante polacco è l'agente e ha incassato una lauta commissione per il trasferimento: 10 milioni di euro. L'ennesimo colpo per il super-agente, che alle soglie degli 80 anni (li compirà nel prossimo mese di agosto) continua a essere influentissimo e a imporre le proprie condizioni anche ai club più potenti.

    Sulla scorta di questi precedenti il Bayern avrebbe fatto a meno di ritrovare Zahavi sulla propria strada. E invece ha dovuto tornare a farci i conti per ingaggiare il sostituto del tecnico Julian Nagelsmann, esonerato all'improvviso durante la pausa per l'attività delle rappresentative nazionali. Al suo posto arriva Thomas Tuchel, la cui carriera è curata proprio dal super-agente israeliano. Che per i dirigenti bavaresi sarà anche un piranha ma continua a esserci dove c'è da realizzare gli affari importanti. E non è finita qui. Perché Zahavi, pur non essendo l'agente del calciatore, è attivo nelle trattative per il rinnovo del difensore esterno francese Benjamin Pavard (assistito da Joseph Mohan). Non se ne libereranno mai, al Bayern. E forse cominciano pure a rassegnarsi.

    @pippoevai

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