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  • Da Bonucci a Nainggolan: si (ri)torna sempre dove si è stati bene

    Da Bonucci a Nainggolan: si (ri)torna sempre dove si è stati bene

    Si dice sempre che si “torna dove si è stati bene”, dove ci si è sentiti apprezzati, dove ci si è espressi al meglio. Così accade anche nel mondo del calcio, a volte, ultimamente spesso, succede che si decide di cambiare, di fare il così detto salto di qualità per poi pentirsene poco dopo. Le cause possono essere diverse e molteplici: voglia di una nuova sfida, di sentirsi fondamentali in un altro club magari di caratura maggiore, di mettersi anche davanti ai propri limiti. 

    È successo prima a Bonucci: via dalla Juve e divenuto capitano del Milan. Dopo una sola stagione ha deciso di tornare a casa a Torino affermando di “Non essere stato lucido nel compiere quella scelta”. È successo a Buffon, lui che forse nella Juventus non aveva più “il posto fisso” ha deciso di andare in Francia al PSG salvo tornare in Italia dopo una sola stagione. I due bianconeri però non sono gli unici: Milan Badelj è tornato nella sua Firenze, quella che lo ha reso grande,  dopo un anno fatto di pochissime luci e tante ombre nella Capitale.

    Non è mai riuscito ad esprimersi al meglio, non si è adattato e la condizione fisica non ha certo migliorato le cose. Per ultimo, e forse è il caso che maggiormente ha fatto clamore: anche Radja Nainggolan è tornato alle origini. In Sardegna, lì dove è nato, si è consacrato ed è diventato grande nel suo Cagliari. Forse sarebbe rimasto all’Inter se solo la società non avesse deciso che per lui nel progetto di Conte non c’era spazio. E allora si può sempre ricominciare, iniziando da dove si è stati davvero bene. Non è mai troppo tardi per tornare a casa.

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