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  • Da straordinario a normale: Inter, quanto manca il vero Sensi

    Da straordinario a normale: Inter, quanto manca il vero Sensi

    • Pasquale Guarro
    Da straordinario a normale: l’Inter ha smarrito Sensi, o meglio, è Sensi che deve pian piano ritrovarsi. Perché senza di lui l’Inter di Conte, inevitabilmente, non è più la stessa. Viene meno l’imprevedibilità, la capacità di uscire con qualità e testa alta dal pressing asfissiante dell’avversario. Sensi è apparso immediatamente speciale proprio per queste sue caratteristiche, che avevano trovato la massima espressione al Camp Nou, una platea d’eccezione, un luogo di culto per gli amanti del calcio. È lì che ha sorpreso tutti, anche i più scettici, quelli che “Viene da Sassuolo dove giocava e non giocava, cosa vi aspettate che faccia all’Inter?”. E invece quel doppio salto mortale per Sensi non ha rappresentato un problema, ma come spesso accade, è quando tocchi il punto più alto che inizia la discesa.

    IL CALVARIO - Quattro giorni dopo quella prestazione enorme, il 6 di ottobre, Sensi si fa male contro la Juventus: l’infortunio preoccupa, sembra pubalgia e in effetti il centrocampista fatica a rientrare. Conte lo rischia in Champions contro il Borussia, il 5 novembre, ma proprio in quell’occasione l’ex Sassuolo inciampa in una ricaduta che lo obbliga allo stop fino alla fine del 2019. Per lui allenamenti differenziati, corsa leggera per non aggravare la situazione e lento reintegro in gruppo. Spesso lavoro con sedute personalizzate, con carichi di lavoro studiati ad hoc.

    SERVE TEMPO - Stefano Sensi sta lentamente recuperando la forma e ieri contro il Napoli ha messo nelle gambe minuti importanti, anche se la lucidità con il pallone tra i piedi non può essere quella dei tempi migliori. Il centrocampista della Nazionale non ha ancora i 90’ nelle gambe e la pigra opposizione a Fabian Ruiz in occasione del gol ospite può essere presa d’esempio, come del resto tutta la partita. Sensi non si è fatto notare, non si è preso la scena con l’intelligenza e la pulizia delle sue giocate, piuttosto è apparso scolastico. Normale. Per vederlo al top servirà ancora un po’ di tempo e, si spera, un po’ di tregua da parte della sfortuna che in questa stagione non gli ha consentito di potersi allenare con la costanza necessaria. Lo aspettano Conte e gli interisti, ma soprattutto lo aspetta l’Inter, che priva di Sensi non ha più ritrovato quel gioco di inizio stagione o lo ha fatto solo in rare occasioni.

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