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  • L'ex Real Granero a CM: 'Io, in prima linea contro il coronavirus per aiutare la mia Spagna. Doppio applauso a CR7, che ricordi!'

    L'ex Real Granero a CM: 'Io, in prima linea contro il coronavirus per aiutare la mia Spagna. Doppio applauso a CR7, che ricordi!'

    • Luca Fazzini
    "Fare o morire. O non provarci". Recita così lo slogan che compare sul profilo Twitter di Esteban Granero, ex centrocampista del Real Madrid. Lo ricordate? Tre anni con i Blancos tra il 2009 e il 2012: undici anni fa, insieme a lui, sbarcarono al Bernabéu anche Kakà, Cristiano Ronaldo, Karim Benzema e Xabi Alonso. Non male.

    ANTICONFORMISTA - Esteban ha deciso di fare. E di provarci. Si è rimboccato le maniche ed è sceso in campo in prima linea nella lotta al coronavirus. Esempio di disponibilità e solidarietà, simbolo di un calcio anticonformista e agli antipodi della scontata etichetta di mondo dorato. Perché Esteban è da sempre l'eccezione che conferma la regola. A pochi esami dalla laurea in psicologia, ama i libri ed è stato persino critico letterario per una testata spagnola. Dal 2015, quando ancora giocava nella Real Sociedad (9° posto in Liga), è CEO di Olocip, una compagnia che lavora nel mondo dell'intelligenza artificiale.

    CORONAVIRUS - L'attività principale, inizialmente, era di consulenze a società sportive, soprattutto calcistiche: emblematica, in questo caso, la previsione sul numero esatto di gol e assist di Cristiano Ronaldo al primo anno alla Juve, perfettamente azzeccata. L'emergenza coronavirus, però, ha acceso una spia, spingendo la Olocip a focalizzarsi sulla pandemia. Granero, che oggi gioca in Segunda División B, a Marbella, spiega in esclusiva ai microfoni di Calciomercato.com: "Abbiamo iniziato a lavorare sul virus quando in Spagna è scattato lo stato di allarme. Tutto parte dalla piattaforma #StopCorona, che coinvolge molte aziende e ci ha chiesto di aiutarli. Iniziando, abbiamo capito che potevamo lavorare di squadra: il problema era grave, meritava i nostri sforzi. Ci siamo interessati nel fare previsioni sull'andamento del virus e dei contagi, cosicché si potessero avere più info possibili".

    RESPONSABILITÀ - La curva, purtroppo, è cresciuta ben presto: la Spagna, come l'Italia, è tra i paesi più colpiti: "Come la maggior parte delle persone, all'inizio abbiamo affrontato il virus con sconcerto e incredulità, nessuno si aspettava che la situazione diventasse in breve tempo così grave. Poi abbiamo capito che la preoccupazione nel mondo aumentava, le persone coinvolte erano sempre di più, compreso il personale sanitario. Abbiamo avvertito un senso di responsabilità nel fare qualcosa per aiutare gli spagnoli".

    PAURA E SPERANZA - Lavoro di squadra, tecnologia al servizio della salute pubblica e tanta forza di volontà: "La mia giornata tipo? Mi alzo preso, lavoro un po' con i miei colleghi dell'intelligenza artificiale. Poi faccio colazione, mi alleno e vivo la vita in famiglia. Sfrutto il tempo libero leggendo o studiando, poi torno a lavorare. Siamo molto occupati". E anche ora che la curva dei contagi sta rallentando, Esteban non abbassa la guardia: "Siamo nella fase di decrescita dei contagi. Tutto ora va fatto in sicurezza, dobbiamo usare la tecnologia e anche l'intelligenza artificiale può aiutare, sia per sapere l'evoluzione sia per simulare diversi scenari e capire ciò che potremo fare. Sono ottimista, stiamo riducendo il numero di casi ma sappiamo che la situazione resta critica e prendere decisioni certe è difficile. Paura o speranza? Credo sia importante avere entrambe. Molti comportamenti della società mi danno speranza, siamo imparando una lezione per il futuro. Ma mantenere alta la tensione è fondamentale: non dobbiamo commettere gli errori, quanto abbiamo vissuto deve servirci di lezione".

    CRISTIANO - Infine, una battuta su Cristiano Ronaldo, compagno per tre anni con la maglia delle Merengues: "Ho ricordi davvero belli. Ho giocato al Real da quando avevo 8 anni ai 18, e poi tre anni in prima squadra. Ero con i migliori, ho vinto molti trofei. Sono sempre stato tifoso del Madrid, è una tappa eccezionale della mia carriera. I ricordi legati a Cristiano sono tutti positivi, è stato di vitale importanza per ogni nostro campionato e trofeo. Il passaggio alla Juve? Cristiano merita i miei applausi per due motivi: il primo è che ha avuto il coraggio di lasciare una realtà in cui era pagato benissimo e dove era l'idolo per cambiare paese e campionato. Il secondo è che, nonostante ciò, il suo rendimento è rimasto lo stesso. Vuole sempre di più, la sua fame di vittorie lo caratterizza". Ma il calcio non è fatto solo di campioni o di soldi. È fatto soprattutto di Uomini: Esteban, che ha scelto di fare e provarci, ne è un esempio.
     

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