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  • Napoli, De Laurentiis e i retroscena su Spalletti e Garcia: 'L'ho mandato a...'

    Napoli, De Laurentiis e i retroscena su Spalletti e Garcia: 'L'ho mandato a...'

    Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, lo scorso 29 dicembre prometteva di tornare a parlare in conferenza stampa per dire la sua riguardo la stagione molto complicata che stanno vivendo gli azzurri. È arrivato il giorno e ha parlato di tantissimi argomenti dalla sala stampa del Konami Training Center di Castel Volturno: "Era la fine di dicembre, dopo il Monza, che in conferenza stampa vi dissi 'La colpa di tutto ciò che sta succedendo è solo mia e vi spiegherò perché. Ci vedremo dopo la Supercoppa'. Però qui ragazzi siamo in una famiglia, perché se dopo 19 anni non dovessi considerare il parterre napoletano, da chiunque composto, una famiglia, una bella famiglia... Dopo aver vinto uno scudetto, sempre avere la cultura del dubbio secondo me fa male. Fa male al fegato, al cervello. Certe cose non è possibile dirle e recitarle mentre accadono perché uno spera sempre che ci sia una soluzione ai problemi. Solo di fronte alla morte non ci sono soluzioni".

    SPALLETTI E CHAMPIONS - "Mi sono assunto tutte le colpe perché avevo fatto bene il contratto a Spalletti. Spalletti aveva lo stesso contratto di Benitez. Quando a un certo punto ho esercitato l'opzione, e anche qui vedo che nel mondo del calcio l'istituto giuridico dell'opzione non è capito perché molti pensano che l'opzione sia un fatto bilaterale. No, l'opzione è unilaterale. Quando vieni a negoziare con me ti dico che ti faccio un contratto per questo tempo più un'opzione per altro tempo. Quest'opzione ha un valore e puoi dire che non ti sta bene. Sia con Benitez che con Spalletti l'opzione prevedeva un ulteriore anno per un'altra stagione e io entro un termine predeterminato avevo il diritto di esercitarla e di dire con una comunicazione scritta (perché legalmente serve la notifica scritta). È un fatto dovuto di pura esecuzione giuridica. Allora a un certo punto succede che noi siamo andati in un ulteriore ritiro nel mese novembre/dicembre in Turchia. Siamo tornati facendo un gennaio e febbraio meraviglioso. Poi a marzo il calo. Ricordiamoci tutti che la grande scoperta, la grande star dello scorso campionato era stata Kvara e da marzo a novembre non ha più segnato. Perdere uno, declinato in maniera così potente, ti può creare dei problemi. Allora devo riconoscere a Spalletti che dopo un primo anno dove gli ho fatto un cleaning di personaggi che remavano non a favore della società e del club, pur essendo dei professionisti. Lui come Benitez ha deciso di dormire qui. Dormire qui significa anche non disperdere il proprio tempo ma essere concentrati sul pezzo e svegliarsi di notte (e lo vedrete nel film). A proposito del film, vorrei un suggerimento se oltre a distribuirlo nelle sale cinematografiche, farne una proiezione (ovviamente a pagamento, sono costati l'ira di Dio) con 14 schermi allo stadio. Vorrei farlo uscire ad aprile. Tornando al discorso precedente, questo impasto da cuocere non lievita come dovrebbe e quindi nasce l'incognita. Però i punti di vantaggio sono tanti. Io ci rimango malissimo nell'uscita dalla Champions, mi aspettavo di poterla vincere. Perché se è andata ad un passo l'Inter che ha chiuso a 20 punti da noi in campionato, per quale motivo io non dovevo andare in finale e poi ce la giocavamo fino all'ultimo. Lì sono stato molto ma molto male. Vincere lo scudetto è importantissimo dopo 33 anni, ma vincere la Champions o arrivare in finale mi avrebbe declinato la partecipazione al campionato mondiale della FIFA che vale circa 100 milioni di possibili ulteriori investimenti. Al Maschio Angioino, Premio Bearzot del 24 marzo, quindi distanti dalle tre partite con il Milan, dico che Spalletti sarebbe rimasto con noi. Lui non smentisce. Il 2 aprile, Napoli-Milan 0-4, il 12 aprile Milan-Napoli 1-0, il 18 aprile Napoli-Milan 1-1. Potremmo dire sfortuna, Kvara ha sbagliato il rigore. Voi dite gli arbitri? Nella vita mi ritengo un uomo libero e per questo mi sento molto ricco. Non perché mi posso permettere di finanziare il nuovo stadio con i miei soldi personali, il nuovo centro sportivo di 12 campi regolamentari su 30 ettari, nei prossimi 24 mesi. Ma io sono un uomo libero e non me ne frega un cazzo degli arbitri, facessero il loro mestiere. Arriverà il momento in cui il VAR, la UEFA, la FIFA, la Federcalcio dovranno ragionare in maniera diversa. Comunque, il 21 aprile per tirare su il morale di Spalletti pensando 'Si sarà ammosciato dopo le partite con il Milan' gli ho fatto capire che ero assolutamente con lui e non lo avrei biasimato per l'uscita dalla Champions. Gli mandai giuridicamente l'esercizio dell'opzione del rinnovo. In America mi considerano un avversario rompicoglioni quando faccio i contratti. Molti di voi dicono che De Laurentiis fa contratti così lunghi. Quando abbiamo dovuto comprare, in realtà, avete visto, non ci abbiamo messo nulla. Poi ci sono molti che occupano dei posti e che non hanno la cultura dell'impresa e fanno dei contratti anche a matita. A casa mia non si lavora così. Allora inviai a Spalletti questa PEC con cui esercitavo l'opzione per la stagione successiva. Mai avrei creduto che nella cena del 12 maggio ci comunicasse l'intenzione di volersi prendere un periodo sabbatico, tornare a fare il contadino, a coltivare la sua bellissima terra, in Toscana".

    SUPERLEGA - "A Florentino Perez, quando l’ho incontrato ad Alicante, ho detto che ha avuto il merito di aver creato l’elemento scatenante: la Superlega, che ho sempre detto fosse una cosa sbagliata. Non si può andare avanti con un prodotto che serve soltanto a fare stare sempre gli stessi uomini in giacca e cravatta. Con Florentino Perez si sta studiando una competizione che parta da 5 miliardi di euro d’introiti e può arrivare anche a 100".

    L'ERRORE - "In molti hanno detto 'Perché si è mosso così tardi De Laurentiis per cercare l'allenatore?'. Qui non siamo a un gioco di società, questo è un calcio vero. Quando vai a cercare qualcuno trovi di fronte chi risponde 'Sì, mi interessa' o 'No, non mi interessa'. Io volevo trovare un modo, giuridicamente e amichevolmente, di trattenere. Tra avvocati e altro mi venne il dubbio che Gravina lo avesse già contattato. Ma i dubbi senza prove lasciano il tempo che trovano. Io accuso me stesso perché il mio errore è stato quello di non impormi sull'opzione esercitata. Avrei dovuto tenere il punto fermo. Se tu hai vinto lo scudetto, dici di amare tanto questa città, non credo che con altrettanta semplicità tu dica di non voler più allenare. Sembra che tu non credi più in quel gruppo che hai allenato. Kim si sapeva perfettamente che sarebbe andato via dopo un anno, quelle erano le condizioni. E non lo conosceva nessuno. Ma non mi pare di aver vinto solo grazie a lui. Il mio errore, quindi, è stato quello di accettare la sua richiesta. Per riconoscenza avendo riportato lo scudetto dopo 33 anni".

    DIFFERENZE CON LA PASSATA STAGIONE - "Non dimenticate che lo scorso anno è stato più semplice di questo. Non dimenticate che il Liverpool è arrivato quinto, l'Ajax terzo. Questi successi, meritatissimi, avendo giocato un calcio molto bello. Ma quest'anno avremmo avuto più problemi con questo Liverpool e questo Ajax".

    L'ADDIO DI SPALLETTI - "Il motivo? Forse lui ha immaginato che aveva tirato fuori da questo gruppo il massimo che poteva. Poi non sono nella sua testa, non posso capire fino in fondo. Per uno che non ha vinto mai in Italia e in Europa nulla, fila tutto liscio, è umano uscire così dalla scena".

    FUTURO E GIUNTOLI - "Io vedo avanti, mi immagino già nel 2030 e cosa questa città, questa squadra, potrà fare nel 2030. Tanti mi accusano di non aver fatto il vivaio, ma avere una seconda squadra portandola dal fallimento quasi alla Serie A e tirare fuori giocatori come Cheddira e Folorunsho significa essere sul pezzo. Non mi sono mai permesso di dire che città è questa, che sporcizia c'è. No, sono sempre stato l'alfiere. Però vedo che dall'altra parte non agite da tifosi del Napoli. Perché se lo foste veramente accompagnereste la società in un percorso dato che non vi ha mai tradito questa società. Io quest'anno chiudo il bilancio con più di 80 milioni e una riserva di 147 milioni. Non me li sono messi in tasca perché fortunatamente non mi servono. Quando leggo molti articoli sento come un'acredine che nasconde qualche fatto irrisolto di chi scrive. O c'è invidia o non so che cosa. Mi dispiaccio, non per le critiche a me e i miei collaboratori. Quando ho preso Giuntoli, che veniva dalla Serie D, nessuno si è permesso di dire chi fosse questo signore. Lui è cresciuto con noi per 8 anni nascondendomi addirittura fosse uno juventino sfegatato. L'avessi saputo non l'avrei trattenuto. Con tutto il bene che voglio a lui, la sua signora e il nuovo figlio. Qualora Cristiano avesse bisogno sarei sempre qui. Ma determinate cose non le tollero".

    OPZIONE E PEC - "Non mi sono fatto fregare ma voluto far fare da Spalletti. L'opzione io l'ho esercitata come cura per lenirgli le tre partite non andate a buon fine. Questo mi ha indisposto ancora di più successivamente. Avvisarlo per la PEC? E che gli devo dire, è nel contratto. Lui si è indispettito? Io non sono irrequieto, ho abituato il mio carattere a sopportare e supportare. Per i trascorsi avuti il carattere di Spalletti ha bisogno di andare a briglie sciolte. In Nazionale forse, non allenando tutti i giorni, è nell'ambiente giusto".

    DOPO SPALLETTI - "Thiago Motta era nella lista dei nostri eventuali allenatori da Napoli. Però già in una conversazione avuta, di circa 6 ore, l'anno scorso a Roma mi disse che puntava ad allenare altre squadre fuori dall'Italia. Quando è venuto l'agente di Luis Enrique siamo stati 3 giorni a parlare però lui ha preferito il PSG. Perché ci sono dei club più blasonati del Napoli e hanno una maggior attrazione. Non mi arrabbio quando mi dicono di andare al Manchester City di turno. Al signor Dragusin ho offerto più soldi di quanti non gliene abbia offerti il Tottenham. Lui aveva anche un'offerta del Bayern Monaco ma lui voleva andare assolutamente in Inghilterra. Di fronte a questi fatti non puoi combattere".

    CARATTERE DISCUTIBILE - "È bello che ci sono dei caratteri in contrapposizione, significa che alla base c'è una sfida. Mi rompe le scatole il fatto di leggere che sono un tuttologo, che sono troppo presente. Mettiamo in chiaro una cosa: De Laurentiis fa l'imprenditore, non il prenditore. E l'imprenditore si interessa della sua impresa. Io voglio capire se ci sono dei problemi per poi intervenire. Quando decido di fare intervengo in prima persona. Poi lascio molto spazio ai miei collaboratori. Quando sento dire che ho una società spoglia, mi chiedo il perché. Abbiamo fior fior di collaboratori. Meluso è una persona di tutto rispetto e fossi in lui vi avrei già mandato a quel paese. Trova tutti i giocatori che sono farina del suo sacco. Avete anche detto che Lindstrom è uno che non può giocare ala destra e vi ho fatto preparare delle schede appositamente".

    LA GESTIONE DE LAURENTIIS - "Il De Laurentiis che gestirà il futuro sarà il De Laurentiis che ha gestito il Napoli in tutti questi anni. Quando sono arrivato non conoscevo assolutamente il gioco del calcio, ho avuto l'aiuto dei vari Marino, Bigon e altri. I giocatori più importanti della storia del Napoli li ho portati io. Napoli e li ho trattati io. Lo stesso Spalletti non l'ha portato il direttore sportivo. In quel di gennaio, quando il signor Gattuso non si sentiva bene, andai a trovare Spalletti al Bosco Verticale insieme a Chiavelli e lo convinsi suo malgrado che se non si fosse trovata la soluzione al problema di salute di Gattuso. Non era d'accordo a subentrare e aveva dato il suo accordo per giugno. Sono andato avanti fino a giugno, pur subendo da Faraoni quel pareggio costatomi la qualificazione alla Champions. Non dimenticate che quando è arrivato Spalletti gli hanno messo fuori uso una macchina, fatto cose irripetibili nonostante il terzo posto. È una città complessa dove bisogna avere l'umiltà di saper ascoltare tutti e trovare un minimo comun denominatore per accontentare tutti. Secondo la mia cultura del fare penso di continuare come ho fatto quest'anno. Se non ci fossi io lo stadio a Napoli non si farebbe, se non ci fossi io il centro sportivo come quello del Manchester City a Napoli non si farebbe. Ci sono i soldi miei personali a garanzia di tutto. Non ho bisogno di finanziamenti. Ho bisogno che le leggi non siano così restrittive e poco d'aiuto a chi vuole investire". 

    RAPPORTO CON SPALLETTI - "Avendo tutti quei punti di vantaggio sulle inseguitrici che rapporto dovevo avere? Ero molto assente per seguire il lavoro cinematografico. Non ho mai avuto questo contrasto con Spalletti. Non era una questione di rapporti, non ci confrontavamo quotidianamente. Può essere sia stato questo a spingerlo all'addio, non entro nel merito. Uno che mi viene a dire 'Presidente, voglio tornare a curare le mie cose. È stato faticosissimo, mi sono impegnato in maniera estrema. Mi lasci andare'. Poi vai ad allenare la Nazionale e c'è una contraddizione in tutto ciò. Se avesse detto di voler uscire da vincitore e basta avrebbe lenito ed edulcorato questa mia decisione. L'errore è stato mio, ripeto: non avrei dovuto concederglielo. La penale? Sta in mano agli avvocati. Per me i soldi sono un mezzo, non sono un fine. Quel che sarà sarà".

    GARCIA - "Ho sentito dire 'Ma chi ha preso? Ha preso un bollito'. Fossi un allenatore vi farei causa. Ho sentito dire fosse bollito lui, anche Mazzarri. Allora adesso ve lo cucino così vi togliete lo sfizio del bollito. Garcia è stato il miglior allenatore della Ligue 1 nel 2011, miglior tecnico francese nel 2013 e 2014. Arriva alla Roma: 10 vittorie consecutive e un secondo posto con 85 punti. Replica il secondo posto e nel 2016 viene esonerato ma per vari pettegolezzi che non voglio tirar fuori. Roma con uno spogliatoio mica facile da gestire. 2017/18, finale di Europa League contro l'Atletico Madrid alla guida del Marsiglia. 2019/20, semifinale di Champions eliminando Manchester City e Juve con il Lione. Quando a Capodimonte lui disse di non aver visto le partite del Napoli lo presi come un gioco. Ma poi dimostrò di voler andare per un suo percorso. Spalletti quando gli abbiamo portato i nuovi giocatori come Kim li ha adoperati subito. Perché lui non ha fatto lo stesso con i vari Natan e Lindstrom? Se lo avessi mandato subito a casa cosa avreste detto? Rivoluzione. Se avessi portato subito Mazzarri come doctor tuttofare avreste pensato 'De Laurentiis è impazzito, decide ancora una volta tutto lui'. Ho dato opportunità a Garcia, parlandoci. Quando ha ascoltato, delle volte come a Lecce, abbiamo vinto 4-0. Non sono stato bravo io, mi ci sono dedicato. Quando mi allontanavo faceva cose discutibili e perdevamo. L'ho mandato via perché l'ultima volta sono sceso negli spogliatoi dicendogli che secondo me sbagliava a giocare in quel modo. Mi rispose 'Mi lasci fare' con antipatia. E uno del genere o lo mandi a quel paese o ti stai zitto. Durante l'intervallo con l'Empoli gli ho detto 'Che cazzo stai combinando? Vuoi farti mandare via?'".

    GIOCO DI SPALLETTI - "Ho detto a Mazzarri di ripetere il gioco di Spalletti è un errore. Perché diventa anche prevedibile e le squadre ti fanno tana. Kvara spostato più centrale è tutta un'altra roba. Quindi bisogna rinforzarsi in difesa e a centrocampo. Non è semplice".

    OBIETTIVO DELLA CONFERENZA - "Dopo Monza entrai in sala stampa e dissi che la colpa era mia. Ora vi spiego il perché e non avrei dovuto accettare la provocazione di Spalletti di non voler più allenare. Poi sarebbe successo quel che succedeva. Ma lì l'errore che ha generato tutto il resto. Vi ho spiegato anche che Garcia non era un bollito. Tutto ciò premesso, voglio vincere più possibile e voglio dare una dignità al Napoli. Noi siamo l'unica squadra in Italia con un bilancio attivo, che gioca contro delle squadre indebitate quasi a un miliardo, che non dovrebbero potersi iscrivere nemmeno al campionato. Noi ce la mettiamo tutta ma non dimenticate che fatturiamo il 50% di quello che fatturano Inter, Juve e Milan. Dobbiamo essere perfetti, non sbagliare nulla".

     PREPARAZIONE ATLETICA - "Esonerare è sempre doloroso, soprattutto per chi esonera. A Rongoni ho fatto una testa tanta perché avevamo Sinatti e gli dicevo 'Vuoi concertare con lui?'. Arriva Garcia, con quel suo fare francese da puzza sotto il naso e mi dice di mandare via Sinatti. Sinatti viene da me e dice di non voler stare sotto Rongoni. Gli dico che non sarebbe stato sotto Rongoni. I due litigano e va via Sinatti".

    KVARA - "Ho chiamato il clan di Kvara 2-3 mesi fa, ci siamo riuniti nel mio ufficio qui. Gli ho detto cosa avrei voluto fare e come allungare il contratto. Mi è stato detto che stanno bene qui e a fine campionato ne riparleremo".

    CENTRO SPORTIVO - "Tra un anno e mezzo devo lasciare Castel Volturno, quindi devo iniziare i lavori. Tra 3-4 mesi devo finire la progettazione del centro sportivo nuovo. Lo stadio, ho detto al Sindaco Manfredi che dobbiamo metterci d'accordo nei prossimi 120 giorni, altrimenti lo vado a fare da un'altra parte. Non è una provocazione. Per il centro sportivo, poiché Afragola ha l'implementazione della ferrovia verso Bari e ci sarà la metropolitana che arriverà fino ad Afragola ho due situazioni: Afragola o il litorale di Pozzuoli. Lo stadio se entro 120 giorni non me lo danno, probabilmente lo costruirò ad Afragola. Il problema è che le leggi si applicano per i nemici e si interpretano per gli amici".

    SUPERLEGA - "Non mi sono mai pronunciato a favore della Superlega. Mi sono battuto per la democraticità e la libertà del mercato. Se voi aveste visto su Netflix le quattro puntate sui furti che hanno fatto vi incazzereste. Se ragionaste che tutto ciò che dice la Federcalcio, perché prende 250 mila euro dalla UEFA e fa il vice presidente di Ceferin. Ceferin che chiede il terzo mandato e Boban che se ne va la dice lunga. Ci lamentiamo che i vari campionati non vanno come dovrebbero. Secondo voi è giusto che si interrompa il campionato a marzo quando ci sono ancora Champions, Europa League, Conference League, Coppa Italia e campionato? Mi blocchi per 8 giorni tutto e mi porti per due amichevoli a Miami e New York, con tutti i problemi di jet-lag per giocare con Ecuador e Venezuela? Non si potevano fare a Coverciano? Con Florentino parliamo da tanto tempo e gli ho spiegato che l'idea della Superlega è sbagliata. Deve pensare a un campionato parallelo a quelli nazionali. Il campionato nazionale è prioritario a tutto, anche alla nazionale. Perché riflette, rispecchia il tifo, che è alla base di tutto. Poi vogliamo fare un campionato europeo perché Champions, Europa e Conference si sono invecchiate? Va bene. Vogliamo fare un campionato europeo in cui tutti giocano contro tutti come se fosse un campionato nazionale con partite secche, senza andata e ritorno. Hai 27 nazioni, basta che stabilisci che nelle cinque principali le prime cinque di ogni anno partecipano a questo campionato e nelle altre 22 solo la prima partecipa. Poi le mischi, fai dei gironi. Hai tutti i martedì, mercoledì e giovedì per ottemperare a questi impegni. Oltre che sabato, domenica. In Lega mi si dice che sono state richieste di Sky e DAZN. Errore: noi dobbiamo imporre. La domenica ultima partita alle ore 18, i bambini il giorno dopo vanno a scuola. Il sabato l'ultima partita ore 23. Chi non vuole andare a ballare e vuole andare allo stadio ci può andare. Non siamo in Svezia che fa tutto sto freddo. Non sanno fare manco i calendari. Per questo dico che la Lega è tutta da rifare".

    MAZZARRI - "Mazzarri è venuto perché è un amico della famiglia. Ha capito che quando al quarto anno decise di andare a provare l'Inter commise un errore di valutazione. Noi siamo considerati un po' di passaggio e mi fa incazzare questa cosa. Amo profondamente Napoli, vorrei lasciare Roma per vivere a Napoli. Ho comprato a mio figlio Edoardo una casa che vede Capri. Quando vai al Rione Sanità in cui ci sono quei palazzi con quelle scale che si incrociano, è una roba che non c'è altrove. Amo Los Angeles ma è tutt'altra storia. È quello che ti permette di stare con il tuo spirito e la tua interiorità perché non c'è nulla. Dicevo di Mazzarri: lasciatelo lavorare in pace. Diceva una famosa canzone: sarà quel che sarà. Ho detto che dal 18 ripartirà il nostro campionato perché avrà tutti i giocatori a disposizione e vi pare che vado a cercare già un altro allenatore? Siamo a febbraio, ad aprile vedremo".

     ZIELINSKI - "Il rendimento di Zielinski nelle ultime dieci partite è quello che conosciamo. Prima mi dice di voler restare d'estate, ma io ce l'ho a morte con Bolek (l'agente, ndr). Perché quando ti offro tantissimi soldi e Bolek non ti vuole far rimanere e ti va a vendere, allora ho una diversa considerazione non di te come calciatore. Se lui non s'allena, se non ci mette la giusta forza. E se questo ha paura di infortunarsi perché magari non ha firmato tutte le carte, allora devo avere il dubbio che si impegna o meno? Traorè ha un riscatto importante e se non lo adopero come faccio a capire se ne vale la pena? Ho dovuto fare un sacrificio con la morte nel cuore, provando a piazzare ovunque Demme. Demme ci ha dato, gli voglio bene. Poi può avere delle minori capacità di altri che prendono il suo posto. Non dimenticate che con Gattuso ha giocato al posto di Lobotka. Poi si infortunò e da quel momento Lobotka non è stato mai più cambiato. Però quando ha dovuto giocare è stato un soldato, sempre disponibile".

    SENZA CHAMPIONS - "Quando ho iniziato ho detto che avremmo dovuto puntare all'Europa perché sapevo benissimo sarebbe stato difficilmente ripetibile. Arriva un momento in cui a Napoli, anziché aspettare che gli altri decidano di andarsene devi tu fare dei cambi. Per ritornare vincenti sullo scudetto forse ci metteremo tre anni, ma io mi impegno. Non è che se non entro in Champions non farò di tutto per tornare a vincere. Io sono uno abituato a vincere ma non l'antipatico che vuole vincere a tutti i costi. Serve impegno, gli investimenti giusti e sapere che ci sono 19 concorrenti".

    MERCATO ESTIVO - "Ho un gruppo che vince con 16 punti di vantaggio sulla Lazio, 18 sul Milan e 20 sull'Inter. Penso non servano molti cambi. Ciononostante abbiamo fatto degli inserimenti nuovi. Che non siano stati subito utilizzati e a maturazione è un altro discorso. Kim quando è arrivato chi lo conosceva? Poi è andato via e 'Oddio, mi fascio la testa. Adesso non funziona più nulla'".

    ANCORA SUL CARATTERE - "Nel Napoli le cose sono serenissime. Sono l'imprenditore e non il prenditore. Sono nel mondo dei gelati e me ne interesso, così come in quello delle automobili, cinema, immobiliare, nel Bari, nel Napoli. Me ne interesso sempre. Tutti i successi che ho avuto sono arrivati perché ero molto attento a tutto. Questo può essere il detonatore per chi ha frequentato il calcio come lo interpreto io. In una città in cui ci sono stati vari fallimenti e non una continuità, io che vi ho portato in Europa per tutti questi anni senza imbrogliare, mi aspettavo da questa platea di essere riconosciuto come uno che non imbroglia, che ci mette la faccia. A differenza di molti miei colleghi mi permetto di mandare a quel paese questo o quest'altro perché non ho scheletri nell'armadio a differenza di molti miei colleghi. Non sono l'uomo del compromesso. Se sono io il problema? Fossi stato io il problema mi sarei fatto già da parte. Chi mi conosce mi dice sempre che non ho un brutto carattere, se lo avessi avuto mia moglie da buona svizzera non sarebbe stata con me per 50 anni".

    DOPO KIM - "Non ho incassato 57 milioni ma 42 dalla cessione di Kim. Sapevamo da un anno il fatto di Kim, che non sarebbe rimasto. Giuntoli è stato un separato in casa da novembre, nelle orecchie mi intimava del fatto di voler andare alla Juve. Poi se mi cominci a dire così io dico 'No hai un altro anno e ti faccio restare qua'. Poi uno si guarda allo specchio e ci ripensa. Vuoi andare alla Juve? Vattene alla Juve. In quelle condizioni non si mette a cercare qualcuno. Essendo Kim stato preso d'estate, che faccio? A gennaio, dove non si trovano dei difensori centrali? Poi chi ha il piede sinistro non può giocare a destra, chi è destro può giocare a sinistra. Infatti Kim malvolentieri ha scelto di giocare a sinistra. Non è facile trovare difensori centrali. È come se me lo dicessi da adesso per la prossima estate. E Meluso si sta già dando da fare da morire. Questa clausola di extracomunitari è un'altra cosa da togliere. Devi prenderne uno giovane, che sia bravo, non extracomunitario, che non venga da Paesi in cui fare la Coppa d'Africa. Tante problematiche. Noi ci daremo da fare".

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