De Siervo ad Abu Dhabi e l'inutile sforzo di rilanciare una Serie A che non si fila nessuno

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Paracadutato male. Proviamo sincera ammirazione per Luigi De Siervo, amministratore delegato della Lega di Serie A, impegnato nella battaglia quotidiana di riportare in alto il nome e il prestigio della cosiddetta Confindustria del calcio italiano. Che invero, nel corso degli anni più recenti, sembra ridimensionata a livelli da Camera di Commercio di Vergate sul Membro, ma ciò non può certo essere un motivo per lasciarsi andare. Perché, come da luogo comune, soltanto chi cade può risorgere. E poiché la caduta in questione è parecchio rovinosa né pare essersi esaurita, ecco che De Siervo la mette proprio su quel piano cercando di rovesciarlo. Dunque trasforma la caduta in volo, e il precipizio in sfida verticale.Perciò s'inventa uno show suggestivo per lanciare l'apertura a Abu Dhabi (Emirati Arabi Uniti, EAU) del nuovo ufficio di rappresentanza all'estero della Lega di Serie A: un lancio di paracadutisti sulla capitale emiratina, ciascuno di loro bardato coi colori di una squadra della nostra Serie A, con tanto di cammeo dedicato a Bobo Vieri piazzato al posto di guida dell'aereo.
E magari sarà stato proprio questo l'inghippo: che forse, visto chi stava alla guida, i paracadutati saranno stati sparati sui cieli del confinante Oman. Fatto sta che la consultazione dei media degli EAU non dà proprio notizia dell'evento. Anzi, a dirla tutta, non dà notizia dell'apertura di un ufficio della Lega di Serie A a Abu Dhabi né della presenza del povero De Siervo al summit “Leaders Sport Business Summit”, dove lo hanno piazzato in poltrona a parlare di “Serie A vision” per 20 minuti di orologio (dalle 11 alle 11.20 LEGGI QUI).
E magari si sarà anche impegnato, ma il fatto è che se n'è accorto praticamente nessuno. Sia della sua presenza, sia dell'annunciata apertura di un ufficio di rappresentanza a Abu Dhabi. Tra ieri e oggi i media degli EAU, facilmente consultabili via web, non hanno dato il minimo rilievo alla cosa. Non se ne trova una riga. Anzi, a dirla tutta si trova poco o nulla sulla Serie A. Molta Premier, quasi altrettanta Liga, un po' di Bundesliga e anche di Ligue 1. Invece il nostro campionato è una non notizia. Più o meno come l'amministratore delegato, il cui passaggio a Abu Dhabi può essere sintetizzata con una formula matematica: Calcolato Zero.
Francamente lo diciamo con rammarico, perché l'impegno che l'amministratore delegato ci mette meriterebbe ben altro premio. Però anche lui, diciamolo, se le va a cercare. Per dire, dal palco emiratino ha provato a sedurre il potenziale pubblico televisivo dell'area MENA (Medio Oriente e Nord Africa) menzionando i calciatori di nazionalità arabe o magrebine presenti nel nostro campionato. E passi per Amrabat della Fiorentina, che è stato protagonista dei mondiali in Qatar, o Bennacer del Milan. Ma proseguire con Bourabia dello Spezia e Maleh del Lecce non è cosa che possa incendiare le fantasie. E se nel mazzo viene inserito pure Zedadka del Napoli, della cui esistenza non si sono accorti nemmeno a Napoli, è un po' come replicare il vecchio sketch di Walter Chiari sul sarchipaone. O lanciarsi con nello zaino delle scatolette Simmenthal anziché il paracadute. Si atterra male. Magari dove nessuno viene a raccoglierti col cucchiaino.
La serie A è un gioco truccato quindi non interessa a nessuno.
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