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Del Piero: 'Boniperti sarà sempre il mio presidente. Spero che Buffon abbia un addio come il mio. Io allenatore? Mai!'

Del Piero: 'Boniperti sarà sempre il mio presidente. Spero che Buffon abbia un addio come il mio. Io allenatore? Mai!'

  • Marco Bernardini
“Un capitano, c’è solo un capitano”. Il coro rompe il sonnolento clima di una Forte dei Marmi non ancora entrata dentro il vortice dell’estate. Almeno trecento persone occupano per intero la centralissima via Roma. Gente sui balconi o affacciata alle finestre delle abitazioni. Tantissimi bambini con addosso la maglia della Juventus. Un’ora e mezza di paziente attesa e poi, alle diciotto, arriva il suv nero che da Roma ha portato il capitano. Scende dall’auto Alessandro Del Piero e, protetto dagli uomini della sicurezza, si infila nel negozio che dovrà battezzare con la sua griffe “AirDP” la quale propone occhiali, scarpe, felpe e giubbotti. E’ il nuovo businness al quale l’ex numero 10 si sta dedicando con passione andando avanti e indietro da Los Angeles, dove ormai abita con la sua famiglia, in Italia.

Alessandro perché la Versilia?
“Perché qui, a pochi chilometri dal Forte, ho cominciato a vincere grazie al pallone. La prima volta con il Padova dove al Torneo di Viareggio ho segnato il primo golden gol della storia italiana. L’anno dopo conquistai addirittura la Coppa Carnevale con la maglia della Juventus. La squadra nella quale mi volle fortemente Giampiero Boniperti il quale rimarrà per sempre il mio presidente. Lui da queste parti era di casa nei mesi estivi. Diciamo che la Versilia mi porta bene”.

Perché uno dovrebbe comprare i suoi occhiali invece di quelli prodotto da Lapo?
“Bella domanda. Forse perché certi modelli costano un po’ meno. In California, comunque, la mia linea sta già andando forte”.

Tornerà mai più in Italia a vivere?
“A Los Angeles  io e la mia famiglia stiamo benissimo. Dopo l’esperienza in Australia era quello che ci voleva. Anche Vialli, per la televisione, fa il pendolare da Londra. Non vedo il problema”.

Vialli, una volta, voleva dire anche Mancini. I due fratelli separati solo dalla Juventus. Da oggi Roby è il ct dell’Italia.
“Gli auguro ogni bene perché lo merita. Finalmente lui sfaterà la leggenda metropolitana secondo la quale un ex numero 10 non sarebbe in grado di fare l’allenatore della Nazionale o di un grande club. Platini, Crujiff e Zidane lo hanno fatto. Mancini porterà all’Italia il valore aggiunto dello spettacolo e della fantasia. Certamente andrà sostenuto sia dalla Federazione che dalla gente. Con lui immagino che ci divertiremo e torneremo a vincere”.

Lei ha scelto altre strade, però.
“Io non ho mai pensato manco lontanamente di fare l’allenatore. Una professione che non è nelle mie corde”.

E a livello dirigenziale?
“Nessuno mi ha mai chiamato”.

Buffon, l’altro capitano per eccellenza dopo di lei, sta per dare l’addio alla Juventus.
“E semmai dovesse accadere sarebbe stupendo se Gigi venisse salutato da tutto lo stadio in piedi come accadde a me mentre facevo il giro del campo, che non fu un gesto polemico come qualcuno volle interpretare ma un atto di puro ringraziamento alla gente che mi aveva amato e che io avevo amato”.

Juve, un grande amore… Anche per lei eterno?
“Gli anni professionalmente più belli della mia vita”.

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