Calciomercato.com

  • Derby alla Juve, come sempre. Stavolta ci pensa il Torino a perderlo da solo

    Derby alla Juve, come sempre. Stavolta ci pensa il Torino a perderlo da solo

    • Gianni Visnadi
      Gianni Visnadi

    Tutto troppo facile per la Juventus, che vince un’altra volta il derby della Mole, in cui ormai da quasi 30 anni c’è una differenza che in nessun’altra parte del mondo. Torino e Juventus, vittima e carnefice. Una sola vittoria granata dal 1995 in poi, nel 2015, 8 anni fa e dopo 20 anni di attesa. L’unico successo in 18 anni di presidenza Cairo. Ovviamente, nessuna vittoria allo Stadium. Altro che cuore Toro, quando incrocia la Juventus diventa un agnellino, e ogni anno è peggio dell’altro. Basta chiamarlo Toro, il Toro era un’altra cosa. Questo è Torino punto e basta.


    Stavolta ci pensa direttamente Milinkovic-Savic a ungere la teglia granata: Allegri ringrazia. Due uscite su angolo, una peggio dell’altra e altrettanti gol della Juventus, prima Gatti e poi Milik, due regali che spingono la Juventus a 2 soli punti dall’Inter e perfettamente in linea con gli obiettivi di stagione: provare a vincere lo scudetto e qualificarsi alla prossima Champions.

    Troppa poca Juve e niente Torino in un primo tempo anonimo, tattico, fisico, soprattutto noioso. L’unico lampo è di Kean, dopo una manciata di minuti e sarebbe anche gol sul bel filtrante di Weah, ma il centravanti di Allegri è chiaramente in fuorigioco e non serve il Var per stabilirlo. Solito uno contro uno di Juric a tutto campo, difficile per tutti da affrontare, figuriamoci per la Juventus senza le sgommate di Chiesa e sostanzialmente nessuno capace di creare superiorità numerica. Così è un continuo rotolare il pallone da un lato all’altro, ma sempre in modo troppo lento. Miretti alle spalle di Kean e soffocato da Tameze non ha posizione né pallone, così il cambio con Milik in avvio di ripresa più che scontato è quasi obbligatorio.

    Non è però la sostituzione a generare l’immediato vantaggio bianconero, ma la clamorosa uscita a vuoto di Milinkovic su calcio d’angolo. Ci prova Kean di piede, ma è Gatti a spingere il pallone in porta, prima di piede (gol) e poi di testa (vale il primo, il pallone era già entrato): bolgia vera, uomini dietro la linea, uomini sulla linea, uomini a terra, l’arbitro annulla, ma 4 minuti di Var stabiliscono che non ci sono fuorigioco o altre cose e la Juventus passa in vantaggio e poco dopo la chiude. Stessa scena, stessa azione: Kostic da angolo, Milinkovic buca, Milik segna e ringrazia.

    Più facile per la Juventus e più bello da vedere il secondo tempo, col Torino che alza il baricentro ma non il ritmo e soprattutto non tira (quasi) mai in porta. Ilic e Ricci rimandati alla prossima occasione, loro ne avranno. Juventus meglio in ogni zona del campo: bene Weah esterno e McKennie mezzala, come "proposto" sui social dal papà di quest'ultimo.

    Per i tifosi in festa, la vittoria più bella dell’anno e tanta soddisfazione per la nuova classifica che riporta la Juventus così vicina all’Inter. Zapata, l’uomo-strillo della propaganda granata, è un gattone di marmo fin quasi al 90esimo, quando di testa dà finalmente a Szczesny la possibilità di dimostrare che anche lui si era presentato allo Stadium. Ma meglio tardi che mai, stavolta non basta.

    @GianniVisnadi
     


    Altre Notizie