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  • Di Francesco, la Roma sparita e quel comodo alibi della Champions...

    Di Francesco, la Roma sparita e quel comodo alibi della Champions...

    • Paolo Franci

    “Sono avvelenato”. In questo momento è, forse, l'unico punto in comune tra Di Francesco e il suo popolo. Veleno. Brutta parola. Roba che uccide. E, forse, dopo Udine un certo tipo di ambizioni potrebbero – uso il condizionale perchè, come dicono quelli politically correct: la speranza è l'ultima a morire – essere già oltre il “De profundis”, che non è quello di Oscar Wilde, ma la preghiera per chi non c'è più. E la Roma non c'è più. E mi viene da sorridere – amaramente, molto amaramente, chiaro – ripensando alle cronache e a certi scritti perlomeno superficiali, post 4-1 con la Sampdoria. Ne avevo anche detto qui, posto che freghi a qualcuno, della mia irritazione per quelle inutili fanfare dopo un paio di vittorielle con Cska e Samp che ne ha perse tre di fila incassando due valigie di gol.

    E invece il mio pensiero corre a Bologna-Roma dello scorso 23 settembre. Stesso copione a Udine, analoga Roma inguardabile, lenta, involuta, prevedibile come una multa nella Ztl se non hai il permesso di accesso. Stessa, identica Roma che ti dà l'impressione che non sappia cosa fare. Ed è del tutto normale puntare il dito sull'allenatore. Non il mio, ma di molti. Certo, però non si può non tenere conto del fatto che in due mesi, da quella trasferta di Bologna, la Roma sia tornata al via come in un perfido gioco dell'oca. Poi, si strombazza in giro il solito alibi della Champions. Cioè, prima di un impegno europeo i giocatori smettono di giocare. Ma per favore. Potrei capirlo per una squadra che in Champions ci abita e magari vive nell'attico più lussuoso. Sai, tipo Real, Bayern o City. Ma la Roma, dai su, la Roma. Ma che alibi è? Posso credere a cose di questo tipo per squadre che puntano a vincerla. Ma la Roma, pur con tutto l'affetto, il rispetto e la semifinale dello scorso anno, dai. Frase tipica, che mi ripeteranno fino alla noia da qui alla prossima di campionato: “Eh, ma non è un caso che prima della Champions la Roma abbia incassato due pari, due ko e una vittoria”, prendendole con squadre di piccola risma come Udinese, Bologna e Spal. Ok e i 5 punti nelle ultime 5 come li spieghiamo? E le prestazioni tristi contro Napoli e Fiorentina? Dai su. Ora c'è da decidere quanto incida l'allenatore e quanto chi ha costruito la squadra abbia fatto un vero e proprio disastro. Io, lo sapete, propendo per la seconda ipotesi. Nettamente. Ciò non vuol dire però, che l'allenatore sia esente da colpe. D'altra parte il suo lavoro è dare fisionomia, gioco ed equilibrio alla squadra in proporzione al livello del club. Va detto che da questo punto di vista, il livello del club intendo, il supermarket Roma ha goduto per anni della sparizione delle milanesi che ora sono tornate e si stanno riprendendo le loro posizioni naturali in classifica. E' stata una pacchia per chi credeva di poter svendere e vendere, comprando e ricominciando da capo cavandosela con un secondo o terzo posto. E' stata una pacchia avere un ds come Sabatini, pur con i suoi scivoloni, in grado di fare le fortune pallottiane, va riconosciuto. Tornando all'allenatore e alle sue competenze accennate poco sopra, non ci siamo proprio. Per niente. E se due mesi dopo siamo di nuovo a Bologna -Roma mi piego anche io alla forza dei risultati. Sì, forse bisogna riflettere sul da farsi, senza un altro giro di pallide illusioni in caso dovesse andar bene contro il Real Madrid. Sì, il Real che ne ha presi tre dall'Eibar. Non certo quello di CR7.

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