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  • Diario da Londra: Boris Johnson è diventato un agnellino, ma i suoi ministri scalmanati vogliono riaprire

    Diario da Londra: Boris Johnson è diventato un agnellino, ma i suoi ministri scalmanati vogliono riaprire

    • Caterina Soffici
    Una delle mie amiche di yoga si è beccata il virus. Lotta da due settimane contro Mr C-19 e stamani è riapparsa nel nostro gruppo WhatsApp veramente distrutta. Non ho forze, ha scritto. Non riesco a dormire. Sono debolissima. Questo è un demonio. La mia amica è una seguace del biondo pazzo e quando - ben prima del lockdown inglese - ho smesso di andare in piscina e palestra (non perché io sia un genio, semplicemente seguivo le notizie dall’Italia) lei sosteneva che ero esagerata e che la teoria dell’immunità di gregge non le pareva così sbagliata. Oggi non so cosa pensi. E non voglio certo fare polemiche.
    Perché anche io, come credo tutti noi, non ho teorie su Mr C-19.

    Vorrei semplicemente che qualcuno trovasse il modo di impedirgli di scorrazzare libero e di continuare a devastarci le esistenze. Anche il biondo pazzo,  chiuso in convalescenza a Chequers, deve aver cambiato un po' opinione. Da spavaldo è diventato un agnellino (scampato alla strage di Pasqua) e frena i sui ministri già scalmanati, che scalpitano per riaprire. Frena e ripete che bisogna andarci cauti. Che non si può rischiare un altro picco. E via frenando. Da un punto di vista oggettivo (l’aereo della Raf che da domenica dovrebbe recuperare  in Turchia 84 tonnellate di materiale medico e mascherine è ancora fermo lì; i morti tra gli infermieri e i medici hanno raggiunto quota 104; dei 100mila test al giorno promessi lo scorso mese non c’è traccia; nelle case di cura si stimano migliaia di anziani morti), credo si possa affermare che la politica, anche in Uk, ha fallito.  Ma che dire della scienza?

    La gente cerca certezze. Gli esperti sono i nuovi dèi dell’Era Covidica. Ma anche la scienza non ci ha dato certezze, finora. L’esempio di Cip&Ciop ce lo insegna. La ressa di virologi e epidemiologi sui nostri schermi e teleschermi, idem. Allora? Torniamo ad affidarci ai maghi, alla religione, alle profezie o alle fattucchiere? Al proposito ho trovato molto interessante quanto sostiene il fisico teorico Jim Al-Khalili sul Guardian di oggi: “In politica ammettere un errore è visto come una forma di debolezza. È invece il contrario nella scienza, dove commettere errori è una pietra angolare della conoscenza".  Quindi, chiedere certezze alla scienza, sarebbe l'opposto di ciò che porta a scoperte scientifiche. “Se un’osservazione o un nuovo risultato sperimentale sono in conflitto con una teoria esistente, dobbiamo abbandonare i nostri vecchi presupposti” dice il fisico “questo può alimentare una percezione pubblica errata secondo cui gli esperti non sanno cosa stanno facendo”. Speriamo. Io ci voglio credere. Così almeno posso buttare quella corona d’aglio che pensavo di attaccare alla porta d’ingresso. E anche gli spilloni con cui pensavo di infilzare quel pupazzetto dai capelli gialli prima di cena. Intanto il tizio della foto ha risolto il problema della spesa sicura, senza aspettarsi certezze dalla scienza.

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