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  • Pernat a CM: 'Valentino ha paura di smettere, il Motomondiale si correrà e il mio Genoa...'

    Pernat a CM: 'Valentino ha paura di smettere, il Motomondiale si correrà e il mio Genoa...'

    • Marco Tripodi
    La quarantena è dura da affrontare per tutti. Ma per chi, come Carlo Pernat, è abituato a vivere con la valigia in mano, prendendo aerei come fossero autobus, il confinamento domiciliare risulta ancora più arduo.
     
    Il più famoso manager del Motomondiale ha raccontato in esclusiva a Calciomercato.com questo strano periodo trascorso lontano dal rombo delle due ruote tra le quattro mura della sua residenza nel centro di Genova: “Ora capisco cosa prova un animale quando è costretto a vivere in gabbia. Lo scorso 8 marzo, per la prima volta in 40 anni, ho visto un gran premio (quello del Qatar, corso solo dalle categorie Moto2 e Moto3, ndr) da casa anziché dal paddock. Stavo diventando matto. Per un momento ho pensato che avrei preso a pugni anche la televisione, tanto era la smania che avevo di essere lì a bordo pista”.
     
    QUARANTENA - Come trascorre le sue giornate? “Vivo solo e ciò per quanto mi riguarda è un privilegio perchè così non corro il rischio di litigare con nessuno...E poi ho la fortuna di avere panettiere, supermercato, tabaccaio, edicola e farmacia, praticamente tutti servizi per me essenziali, nel raggio di poche centinaia di metri da casa. Ovviamente come tutti anche io provo a lavorare da remoto, curando l’aspetto comunicativo del motomondiale grazie a contatti quotidiani con piloti, team manager, sponsor e testate giornalistiche di settore. Insomma il lavoro non mi manca”.
     
    I PILOTI - Il lavoro no, ma la pista sì: “Ovviamente. Quello è il mio mondo e starci lontano è un supplizio. Ma credo che per i piloti sia ancora peggio. Sento spesso molti di loro, alcuni ancora in attività come Valentino e Vinales, altri ritiratisi come Biaggi o Capirossi, ma tutti hanno la stessa identica disperazione nel non poter andare in moto. Certo, continuano ad allenarsi in palestra tra le mura di casa ma per un centauro non salire in sella per così tanto tempo è davvero un trauma. Non sarà semplice per loro ritrovare la sensibilità di guida e la concentrazione quando riprenderanno in mano un manubrio per tornare a gareggiare”.
     
    LA STAGIONE DELLE MOTO - Si è fatto un'idea di quando ciò potrà avvenire? “Beh, non ho la sfera di cristallo ma per natura sono ottimista e credo che la Dorna farà di tutto per far disputare il Motomondiale 2020. Magari si accorcerà il campionato, tagliando alcune delle 20 tappe inizialmente previste e tornando a correre come si faceva un tempo su 12 o 13 gare, ritornando in pista attorno a metà estate e limitando la presenza di persone nei paddock e sugli spalti. Ne sapremo di più tra qualche settimana. Quel che è certo è che Carmelo Ezpeleta, ceo della Dorna, si sta comportando probabilmente nel miglior modo possibile. Innanzitutto ha già provveduto a spostare tutte le prove extraeuropee in autunno, in modo che le prime gare siano quelle del Vecchio Continente, affrontabili senza ricorrere ai trasferimenti aerei. Poi ha appena garantito 25.000 euro ad ogni pilota di Moto2 e Moto3 per ogni mese di inattività e presto qualcosa riserverà anche alla MotoGP. Mi sembra una mossa grandiosa che permetterà a molti team di respirare, perché senza corse e quindi senza sponsor né proventi televisivi il circus rischia davvero di collassare su stesso. Altro motivo che mi induce a pensare che se ci sarà anche una minima possibilità di non annullare la stagione la si perseguirà”.
     
    CASO IANNONE - Intanto, pur con i motori spenti, il mondo delle due ruote continua a far parlare di sé. Ad esempio con la recente squalifica per doping comminata al suo ex assistito Andrea Iannone: “La decisione è arrivata il 1 aprile e anche per questo quando l’ho sentita ho pensato ad uno scherzo. Se si leggono solo le motivazioni non si hanno dubbi circa l’innocenza di Andrea. Si parla apertamente di contaminazione alimentare e accidentale eppure la sentenza lo condanna ugualmente. Una cosa assurda, per non dire scandalosa. Diciamo però che nella sfiga Andrea è stato fortunato. La decisione è arrivata in un momento in cui il motomondiale è fermo e lui, in attesa dell’appello che sicuramente lo scagionerà, se non altro non salterà alcuna gara”.
     
    IL FUTURO DI VALE - E di Valentino Rossi cosa ci racconta? “In questi 25 anni Vale è stato l’anima del Motomondiale. Se il circus ha raggiunto una fama planetaria molta della riconoscenza la deve a lui. Purtroppo però il tempo passa per tutti e oggi, a 41 anni, non è certo più un ragazzino anche se il suo fisico è paragonabile a quello di un 27enne. Fosse per lui continuerebbe a gareggiare finché avrà una singola goccia di sudore in corpo anche perché l’unica paura che ha è proprio quella di smettere di correre. Non sarei quindi sorpreso di vederlo ancora in sella anche nella prossima stagione”.
     
    CUORE ROSSOBLU' - Oltre alle moto la sua altra grande passione sportiva è quella per il Genoa. Una squadra che anche quest’anno la sta facendo soffrire anche se prima della sosta forzata sembrava essersi rimessa in carreggiata: “Effettivamente con l’avvento di Nicola le cose sono cambiate parecchio. E il merito è tutto suo che ha fatto un gran lavoro. Quando è arrivato ha trovato un ambiente depresso e demotivato, con lo spogliatoio che assomigliava ad un obitorio, oltre ad una situazione di classifica drammatica. La sua bravura è stata quella di dare fiducia ai giocatori, spingendo tutti a dare il massimo e forse anche qualcosa di più. Sta davvero tirando fuori più del 100% da ogni singolo calciatore, cosa ancor più eccezionale se si pensa che è subentrato a stagione in corso”.
     
    PROSPETTIVE - Insomma, per il suo Grifone il futuro appare un po’ meno fosco rispetto a qualche mese fa? “Il problema è che se anche questo campionato dovesse concludersi bene (sempre ammesso che si torni a giocare), ad agosto saremmo ahimè nuovamente punto e a capo. Abbiamo una squadra composta in gran parte da giocatori in prestito o in scadenza, di cui non si conosce il destino. Purtroppo da troppi anni a questa parte al Genoa manca un nucleo storico, un’ossatura sulla quale costruire qualcosa di solido in grado di ricompensare una tifoseria che per numero di spettatori è sempre tra le prime sei o sette in Italia. Credo che il popolo rossoblù meriti molto di più di una sofferta salvezza strappata all’ultima giornata”.
     

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