Calciomercato.com

  • Draghi contro Berlusconi per il colle. Meglio il vigile all'incrocio o un driver alla guida? Superbonus 110, che costi!

    Draghi contro Berlusconi per il colle. Meglio il vigile all'incrocio o un driver alla guida? Superbonus 110, che costi!

    • Mino Fuccillo
      Mino Fuccillo
    Draghi, meglio 7 anni da Vigile o un anno (anche meno) da driver al volante che balla?
    I giornali stamani si divertono con titoli come "La guerra dei nonni" o "Nonno contro bisnonno". Raccontano così il Mario Draghi contro Silvio Berlusconi e viceversa nella voglia di andare al Quirinale. Troppo semplice per essere vero, troppo facile per essere tutto. Tutto che? Un tutto il cui nocciolo è: è meglio (non per lui ma per noi) che Mario Draghi faccia per i prossimi sette anni il Vigile all'incrocio pericoloso, caotico, indisciplinato e incosciente della vita politica e socio-economica italiana o meglio che resti alla guida dell'auto chiamata governo per 6/12 mesi (vai a sapere) con in mano un volante che sempre più si allenta? E quelli che in Italia ci mettono i soldi sotto forma di prestiti, acquisti di titoli pubblici e investimenti, visto che si fidano poco in generale degli altri, preferiscono la garanzia rappresentata da un Vigile lungo nel tempo o quella di un driver dal tempo corto?

    Super Bonus 110%, che succede quando Stato regala soldi?
    Rimborsare 110 a chi ha speso 100 è regalare 10. A chi va, chi se lo prende quel 10? Stiamo parlando di 34 miliardi stimati di costo del Super Bonus dal 2022 al 2025. Quel 10 per cento se lo prende...troppo spesso chi arraffa. Al netto delle fatturazioni false, al netto delle truffe di lavori mai eseguiti eppur fatturati, c'è il carica, gonfia la fattura, tanto paga lo Stato. Cioè? Cioè i pannelli isolanti costano il triplo di prima che esistesse il Super Bonus, le caldaie nove volte di più...Chi commissiona i lavori non bada a spese, non è lui che paga. Quindi? Quindi il Super Bonus doveva essere non rimborso al 110 ma al 90 per cento delle spese. 

    Gas ci manca, abbondano i sostenibili immaginari.
    La transizione energetica non è un pranzo di gala, tanto meno un buffet di massa cui siamo tutti invitati, ovviamente gratis. Passare dalle fonti energetiche fossili a quelle rinnovabili e alternative non è un cambio d'abito. La transizione sarà, se sarà, tecnologia e fatica, costi e tensioni sociali, cadute e progressi, doverosi e dolorosi passi di un difficile cammino. Qui e oggi ad esempio ci sta mancando il gas, il gas che serve per produrre energia che fa andare avanti più o meno tutto. Il costo del gas è cresciuto di sei volte in un anno e l'Italia il gas lo compra quasi tutto all'estero. Anche perché a suo tempo fu deciso di tenere al minimo aperti e funzionanti i nostri pozzi. Ora che il gas costa tanto da far male, per produrre energia sono state riaperte perfino due centrali a carbone (carbone!). E giustamente il ministro della Transizione invita a rimettere in funzione i pozzi italiani di gas. Non basterebbe, però aiuterebbe. La lezione del gas però non è solo quella del dicevano (e dicono) sciocchezze nocive quelli dei tanti No Tap della penisola. La lezione vera è che un mondo tra 30/50 anni senza energia prodotta da fonti fossili sarà, se sarà. l'esito finale di una dura, contrastata, socialmente drammatica se non cruenta guerra fatta di innumerevoli battaglie. La sopravvivenza al cambio climatico ce la dovremo guadagnare spargendo molto sudore, molte lacrime e, si spera, non anche sangue.
    E Buon Natale.
     

    Altre Notizie