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Elkann potrebbe chiamare Marotta, Marotta non direbbe di no: ecco perché

Elkann potrebbe chiamare Marotta, Marotta non direbbe di no: ecco perché

E se la Juve chiamasse Beppe Marotta, l'attuale amministratore delegato dell'Inter cosa risponderebbe? Con ogni probabilità direbbe di sì. Perché se la Juve chiamasse Marotta, ci sarebbe John Elkann dall'altra parte della cornetta a rivolerlo alla Continassa con un ruolo decisivo. Lo stesso che di fatto gli aveva già assegnato nel 2010, quando il numero uno di Exor scelse proprio Marotta per affiancare Andrea Agnelli nella rifondazione del club bianconero dopo un periodo piuttosto buio e ovviamente condizionato dalle scorie di Calciopoli. Fiducia totale fin dalla prima ora, una stima reciproca rimasta anche dopo la velenosa separazione, arrivata per volere interno alla dirigenza di allora sull'asse Agnelli-Paratici nel 2018: alla prudenza necessaria per far quadrare sempre i conti presente nella gestione Marotta venne preferita la spregiudicatezza ritenuta necessaria per andare all in in ottica Champions, dall'operazione Cristiano Ronaldo in poi. Ma quella gestione marottiana, da tempo, è stata pure rimpianta (da Elkann) per quanto la separazione non sia mai stata rinnegata (da Agnelli).

SCENARI – Così, in questa fase di rifondazione che porterà a una Juve molto più morigerata e attenta, a una Juve con la firma di Elkann in calce e non solo per quel governo tecnico che dovrà traghettarla in una stagione di processi e di difese, potrebbe esserci di nuovo posto per Marotta. Che non ha ancora ricevuto una chiamata, che per il momento non fissa nemmeno con particolare smania il telefono. D'altronde basta l'Inter per avere ogni giorno pieno di impegni e pensieri. Ma se Elkann lo chiamasse, probabilmente Marotta non potrebbe dire di no, perché è lui che lo aveva voluto alla Juve ed è lui che non lo avrebbe mandato via, perché è alla Juve che Marotta si è consacrato come uno dei dirigenti più bravi e vincenti, perché (anche) con Marotta la Juve è tornata grande ma grande per davvero. Ecco perché non direbbe di no alla chiamata, tornando in una Juve che senza di lui ha perso e si è persa. Tutto molto presto, forse troppo. Ma l'idea rimbalza da tempo e le voci si rincorrono.

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