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  • Empolimania: retrocessi a testa altissima, solo applausi per giocatori e staff tecnico

    Empolimania: retrocessi a testa altissima, solo applausi per giocatori e staff tecnico

    • Carlo Alberto Pazienza
    Con il pallone tra i piedi e andando alla disperata ricerca di quel gol che avrebbe regalato una salvezza meritata. È finita così la stagione dell’Empoli, mettendo sotto una squadra dal valore infinitamente più alto che lottava per obiettivi decisamente più nobili. Non è bastato e mentre Genoa e Fiorentina festeggiano una salvezza che si sono gentilmente concesse, l’Empoli piange e si rammarica per una retrocessione che un mese fa era scritta ma che fino all’81’ della sfida di San Siro sembrava ancora possibile. Gli azzurri hanno continuato a giocare fino al 98’ mantenendo immutata la propria identità e la propria idea di gioco, costruendo due incredibili palle gol grazie al gioco palla terra, palleggiando in area dei nerazzurri come se fosse un allenamento. Alla fine la maggior qualità, l’esperienza, la spinta del pubblico hanno fatto la differenza e per i toscani il sogno Serie A si è spento dopo una sola stagione. Non era mai successo.

    Per le analisi e per i processi ci sarà tempo, ma alla squadra e allo staff tecnico vanno solo fatti applausi e complimenti. La squadra è “morta” da viva e non si è mai snaturata. Nell’ultimo mese alcuni giocatori hanno cambiato passo, tirando fuori energie che forse nemmeno pensavano di avere. E allora cosa è mancato? Sicuramente la fortuna: nonostante gli sforzi degli azzurri, capaci di vincere tre partite consecutive, l’ultima giornata ha presentato una serie di condizioni sfavorevoli ed assolutamente imprevedibili. Come l’Inter obbligato a giocarsi l’accesso in Champions proprio all’ultima giornata; o lo scontro diretto tra Fiorentina e Genoa, alle quali, con la sconfitta dell’Empoli a San Siro, sarebbe bastato un pareggio per festeggiare la salvezza. E così stato: al Franchi è andato in scena uno spettacolo indecoroso, con le due formazioni che si sono aspettate convinte che prima o poi il gol dell’Inter sarebbe arrivato. Ma è il calcio e chi lo ha giocato almeno una volta, comprende senza difficoltà questo tipo di atteggiamento. E poi è mancata la cattiveria e la determinazione nel raccogliere qualche punto in più negli scontri diretti. Con Chievo, Genoa, Spal, Udinese e Bologna, nel girone di ritorno gli azzurri hanno raccolto un punto. Ecco perchè non è certo a San Siro che l’Empoli ha perso la sua salvezza.
     

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