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  • 'Chi l'ha visto', i no di Juve e Milan e il miracolo Samp: riecco Giampaolo

    'Chi l'ha visto', i no di Juve e Milan e il miracolo Samp: riecco Giampaolo

    • Luca Borioni
    Marco Giampaolo potrebbe aver trovato alla Sampdoria l’approdo felice - e meritato - di una carriera contrastata. 

    Che si tratti di un allenatore preparato, capace di far sviluppare alle proprie squadre un calcio armonico, è cosa risaputa da anni. Tanto che, a cicli ricorrenti, il suo nome è spuntato nei progetti delle big.

    L’estate scorsa per lui – reduce dall’illuminante stagione di Empoli – si era parlato di Milan. E narra la storia che nel 2009 trovò un accordo verbale con la Juventus scoprendo appena il giorno dopo che la scelta dei bianconeri era invece caduta su Ciro Ferrara.

    Piace il suo stile non esibito, concreto, sottovoce, anche se il carattere dell’uomo è forte, solido come da origini abruzzesi, che davanti alle questioni poco limpide non si adegua, non scende a compromessi, va avanti per la strada intrapresa che è sempre una retta via. Accadde ad esempio a Brescia. Trovò una squadra poco incline a seguirlo e un ambiente che non gli avrebbe permesso di lavorare come aveva creduto di poter fare. Non cedette alle logiche curvaiole e mentre tanti lo spingevano a un confronto con lorsignori del tifo organizzato, lui aveva già deciso di staccare. E così fece, staccò per davvero, per prima cosa il cellulare e per un giorno non si seppe più nulla di Giampaolo. Ci mancò poco che non ne nacque un caso da “chi l’ha visto” (anzi la trasmissione tv se ne occupò per davvero, ma solo per un giorno) prima che il tecnico tornasse online per spiegare che aveva deciso di chiudere l’esperienza bresciana.

    Da quella che fu descritta sbrigativamente come una fuga, al momento attuale di Giampaolo, pronto a rinnovare il contratto con la Sampdoria dopo una convincente vittoria in casa dell’Inter in piena rimonta Champions, sembra ci sia di mezzo un abisso. Ma in realtà nulla è cambiato. Giampaolo è quello di sempre, solo che forse a Genova ha ritrovato una parvenza di Giulianova, se non altro l’aria del mare, e finalmente ha messo a frutto la sua maturità di uomo e di allenatore. Con la Samp ha vinto a San Siro non solo contro l’Inter ma pure con il Milan. E ha conquistato i due derby con il Genoa.

    Imprese diffuse che rilanciano la figura ombrosa dell’allenatore che “perse il treno Juve” quando guidava il Siena e che subito dopo, a conferma di quanto fosse quotato, ricevette anche un imprimatur da Fabio Capello, al tempo ct dell’Inghilterra. “Il miglior allenatore italiano è Marco Giampaolo”. Lui ringraziò con la solita alzata di spalle compiaciuta ma disincantata: era stato appena esonerato.

    Il paradosso, che sembra ora chiuso in tinta blucerchiata, si era già risolto due stagioni fa, quando l’Empili lo ha chiamato per allenare il laboratorio toscano rimasto orfano di Sarri. Pareva difficile eguagliare le gesta dell’altro tecnico-tabagista e invece l’impresa riuscì perfettamente. Singolare e anche esemplare la frase d’esordio di Giampaolo alla presentazione: “Mi hanno tolto l’ergastolo”. 

    Ecco, oggi Giampaolo è stato completamente riabilitato e chissà che quella grande squadra per lui rimasta sempre dietro l’angolo (anche la Roma si era interessata…) non prenda davvero contorni reali. Samp permettendo

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