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  • Eto'o, nuovo scandalo in Camerun: sospesi 62 calciatori per finte identità, c'è anche il recordman dell'ultima Coppa d'Africa

    Eto'o, nuovo scandalo in Camerun: sospesi 62 calciatori per finte identità, c'è anche il recordman dell'ultima Coppa d'Africa

    E’ sempre più nel caos la Federcalcio del Camerun (FECAFOOT), presieduta ancora dall’ex centravanti di Barcellona ed Inter Samuel Eto’o dopo che le sue dimissioni - presentate lo scorso 6 febbraio in seguito ad una serie di situazioni controverse che lo hanno visto protagonista - sono state formalmente respinte dal comitato direttivo. Come se non bastasse una deludente Coppa d’Africa, chiusa agli ottavi di finale contro la Nigeria di Victor Osimhen e il conseguente esonero del ct Rigobert Song, un nuovo scandalo grava sulla credibilità del movimento camerunese.

    CHE SCANDALO - Nella giornata di oggi infatti la stessa Federazione ha reso noti i nominativi di 62 calciatori iscritti al campionato locale, sospesi da ogni attività per aver fornito una doppia identità. Tra di loro figura pure il classe 2006 Wilfried Nathan Duala, che nell’ultima Coppa d’Africa disputata in Costa d’Avorio figurava come il giocatore più giovane dell’intera competizione. Un caso che rischia di minare ulteriormente la reputazione in patria, da dirigente, di Samuel Eto’o, alla guida della propria federazione dal 17 gennaio 2022 e già minata dalle cattive prestazioni della nazionale - soltanto terza nella precedente edizione di Coppa d’Africa ospitata nel suo Paese - e dai pessimi rapporti con alcune stelle dei Leoni Indomabili come l’ex portiere dell’Inter André Onana.

    SEMPRE NELLA BUFERA - Lo scorso agosto Eto’o era stato addirittura accusato, con tanto di lettera inviata alla CAF (conferedazione calcistica africana) e FIFA, di essere l’organizzatore di una serie di combine, minacce fisiche ed incitamento alla violenza nel tentativo di condizionare l’esito del campionato camerunese. Entrando più nello specifico, viene citato un episodio nel quale Eto’o sarebbe stato in comunicazione con un arbitro, tramite un auricolare, per indirizzare le sue decisioni in campo. Per questi fatti, il presidente della Federcalcio aveva deciso di sporgere querela nei confronti dei suoi accusatori.
     

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