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  • Euroconsigli: Atar, il bad boy israeliano

    Euroconsigli: Atar, il bad boy israeliano

    • Luca Cassia

    Un bad boy strappato alla strada. Niente a che vedere con i vari Balotelli e Cassano tanto per restare in salsa nostrana, artefici di marachelle al cospetto degli eccessi di Eliran Atar, 25enne israeliano la cui gioventù è legata a trascorsi turbolenti compresa una presunta rapina a mano armata. La punta di Tel Aviv ha fatto parlare di sé anche per i gol nella Ligat ha'Al, già a quota 13 nell’attuale stagione con il Maccabi. Un crocevia che può proiettarlo nel calcio che conta, fedina penale permettendo. La nuova stella d’Israele è Eliran Atar, protagonista di “Euroconsigli per gli acquisti”.

    NOME: Eliran

    COGNOME: Atar
    DATA DI NASCITA: 17/02/1987 (25 anni)
    NAZIONALITÀ: Israele
    ALTEZZA/PESO: 1.79 cm x 73 kg
    RUOLO: Attaccante
    CLUB: Maccabi Tel Aviv (Israele)
    VALORE DI MERCATO: 1.500.000 Euro
    SCADENZA CONTRATTO: giugno 2014
    IN ITALIA FAREBBE COMODO A: Sampdoria, Cagliari, Siena e Pescara

    Un nome poco conosciuto alle nostre latitudini eppure nel 2009 Atar si piazzò quarto nel FIFA Puskás Award, premio che celebra la rete più bella siglata a livello internazionale. Quella rovesciata stile album Panini, disponibile nella clip sottostante, lo relegò a ridosso di un podio occupato da Cristiano Ronaldo, Iniesta e Grafite. Mica male per uno che vestiva la maglia del Bnei Yehuda, terza squadra di Tel Aviv dopo il Maccabi e l’Hapoel, compagine che lo consacrò capocannoniere prima di uno storico accesso all’Europa League vanificato dal Psv Eindhoven.

    E pensare che l’attaccante israeliano aveva da poco imboccato la retta via grazie all’apporto della società, dribblando una condanna per microcriminalità viziata dal legame con una famigerata gang. Non mancarono perplessità sull’esordio in Nazionale, negatogli per i precedenti penali e le indiscrezioni su una leva militare mai congedata, requisito basilare per vestire la maglia di Israele salvo speciali deroghe (arabo o convertito all’ebraismo). Ma quel debutto, a onor di cronaca, è stato ufficialmente varato lo scorso 14 novembre nell’amichevole contro la Bielorussia. Un excursus poco edificante quello che ha minato uno dei talenti più cristallini del Paese, già accostato ai vari Benayoun, Berkovic e Revivo. Prodotto della fazione operaia di Tel Aviv, il Bnei Yehuda, nel 2010 approda nei blasonati cugini del Maccabi, i più titolati del Paese e mai retrocessi in seconda divisione, sinora decorati varcando le 50 reti in due stagioni e mezza. Il richiamo di Eran Zahavi, coetaneo e connazionale di Atar tuttora a Palermo, non entusiasmerà i più esigenti palati nemmeno dinanzi ad un interprete offensivo dotato di tecnica, fantasia e rapidità. Abile a calarsi in ogni posizione avanzata, efficace con entrambi i piedi e lucido nel vagliare più soluzioni finalizzate al gol, tanto da alimentare l’interesse del Porto.

    Il fascino dell’esotico e un prezzo abbordabile lo rendono una scommessa rivolta ai club italiani meno mortiferi in chiave realizzativa. Come nella Genova blucerchiata la cui sponda avanzata è falcidiata dai troppi infortuni, oppure nel Cagliari del duo Pulga-López. Rappresenta un supporto anche per due squadre aggrappate alla salvezza, Siena e Pescara, spesso spuntate dalla trequarti in su. Lasciatosi alle spalle un passato di sregolatezze, l’estro di Eliran Atar può risultare la carta vincente.


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