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  • Falcao su Juve -Roma: 'Può essere la volta buona per Fonseca. Il gol di Turone  scandalo senza precedenti ma Tardelli...'

    Falcao su Juve -Roma: 'Può essere la volta buona per Fonseca. Il gol di Turone scandalo senza precedenti ma Tardelli...'

    Chiudere gli occhi e immaginare Juventus-Roma, quella che contava e che segnava il destino del campionato. La sfida anni ’80 tra la superpotenza bianconera e il sogno giallorosso che stava per sbocciare. Grazie soprattutto a Paulo Roberto Falcao. L’Ottavo Re, il Divino, il calciatore che più di tutti nella storia romanista ha raccontato il suo Juve-Roma sulle pagine de il Cuoio, inserto del Corriere dello Sport




    Falcao, innanzitutto come se la passa in Brasile?

    Esattamente come voi ve la passare in Italia. Si riapre e si chiude tutto a seconda di quanto sono pieni gli ospedali. La mia sensazione è che nessuno ci sta capendo niente. E’ un momento triste anche per il calcio con gli stadi vuoti e lo spettacolo che ne risente




    Juventus-Roma, cosa significa per lei?

    C’era sempre una tensione incredibile, anche tra i tifosi. E’ stato un derby nazionale, o meglio lo è diventato in quegli anni. Prima si parlava quasi solo delle sfide tra Juve contro Torino, Milan o Inter. La Roma in quegli anni ha meritato di giocarsela alla pari con la squadra più forte. Non è stata sempre la partita più importante o comunque quella decisiva per vincere lo scudetto. A parte nel 1981


    Parla del gol di Turone?

    Certo, è stato uno scandalo. Quello non fu uno scudetto perso, ma tolto. Non ho mai visto in vita mia una cosa del genere. Quando Di Bartolomei ha alzato la palla, alle spalle di Gentile, per Pruzzo che ha colpito di testa io sono arrivato in velocità e non sono riuscito ad arrivare il pallone. Vuol dire che ero dietro la linea, non ero in fuorigioco. Turone tanto meno visto che veniva ancora più da dietro. 




    Che sensazione avete provato?

    Impotenza, un fatto scandaloso che ha deciso un campionato. Era il gol dello scudetto. Ancora oggi nessuno ha detto chi era in fuorigioco. Erano 40 anni che la Roma non vinceva il tricolore, dietro quel pallone c’era una storia. E’ stata una sofferenza per tutti: della gente che stava sempre dietro la squadra, per noi giocatori che stavamo dando tutto in campo. Non era solo una partita

    Qualche mese dopo un suo gol decisa la sfida sempre al Comunale. Una sorta di rivincita scritta

    Un bel ricordo, ma la vera prova che eravamo più forti è arrivata circa 15 giorni dopo quando in coppa Italia abbiamo eliminato in semifinale proprio la Juve a Torino vincendo 0-1 con gol di Ancelotti. Per noi era importante dimostrare che meritavamo lo scudetto, è il mio ricordo più bello contro la Juventus. Poi in finale abbiamo battuto il Torino ai rigori 

    Però segnare un gol decisivo a Torino anche in quegli anni non è roba da tutti i giorni

    Assolutamente no. E’ stata la partita che ci ha rimesso in lotta per lo scudetto anche in quella stagione. Conti è andato sul fondo e ha crossato, ho visto il pasticcio tra Brio e Zoff e ho approfittato del regalo. Ricordo ancora il titolo del Corriere dello Sport il giorno dopo: “Riaperta la corsa scudetto”. Se perdevamo lì andava a 7 punti di distanza e di quei tempi erano tantissimi. La Juve era ed è una società fantastica, nessuno può discuterlo. Quindi batterla a casa sua rappresenta un qualcosa di importantissimo. Oggi quanti scudetti ha vinto di fila?




    Nove…

    Eh cavolo, questa è una squadra che deve essere invidiata. Quindi pensate quanto poteva essere bello vincere lì e quanto magari sarebbe bello vincere sabato

    Oggi è diventato ancora più difficile, ma quella rivalità non si sente più come ai vostri tempi

    Manca la competitività non la passione. La Juve è sempre stata davanti di troppi punti in questi anni mentre negli anni ’80 ma anche quando c’era Capello sulla panchina si sentiva la tensione. Le altre squadre sono rimaste un po’ indietro, compreso la Roma che però ora mi pare sia sopra i bianconeri. Quindi magari è la volta buona

    C’è un giocatore della Juve di quegli anni che avrebbe voluto nella sua Roma?

    Senza dubbio Marco Tardelli. Oggi tutti parlano di box to box come se fosse un qualcosa di moderno, ma non è vero niente. Tardelli ti arrivava davanti con molta facilità pur partendo da dietro. Come facevano pure Matthaus e Cerezo. Marco era  un giocatore di grande rendimento. Ce ne erano tanti forti ma se ne devo scegliere uno mi prendo lui

    Quando è sbarcato in Italia cosa ha provato?

    Mi sono detto: ma sono in Italia o mi hanno riportato in Brasile? Perché all’areoporto c’erano tantissime persone, un’atmosfera incredibile. Nella mia testa c’era il pensiero: vado in Europa e trovo giusto qualche giornalista. Mica sarà caldo come in Brasile. Mi sbagliavo, era proprio un altro Brasile. Ma non era per Falcao.




    E per chi?

    Per una speranza, all’epoca nessuno mi conosceva in Italia. Mica è come adesso che possiamo vedere pure il calcio cinese in televisione. Era la speranza di poter vedere qualcosa di nuovo, di sognare. Poteva essere Falcao o Pinco Pallino o Zico. Oggi appena prendono un giocatore sai tutto di lui

    Zaniolo può essere la speranza della Roma?

    Sì, ma deve avere pazienza. Quando si torna da quel tipo di infortuni è necessario non avere fretta. Guardate Ancelotti

    Un futuro da dirigente?

    Ma lo sa che me lo dicono in tanti? Mi dicono che potrei fare molto bene il dirigente che cura i rapporti tra squadra e società. Come si chiama da voi? Direttore tecnico, ecco. Ci sto pensando seriamente, ho diverse offerte in Brasile

    Alla Roma manca quella figura lo sa?

    Ah si? Non lo sapevo. Chissà 

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