Alla faccia della stanchezza. Ma poi, quale stanchezza? Nell’anno solare Hernanes ha giocato fin qui 57 partite ufficiali, senza mai staccare la spina. Ma lo stress è un’altra cosa, parliamoci chiaro. Il picco negativo a livello fisico il brasiliano l’ha toccato qualche settimana fa, più o meno in coincidenza del derby. Da 10 giorni è in ripresa, a giudicare dai test atletici sostenuti a Formello. A Parma la sua prestazione a Reja non è dispiaciuta.

Chissà, forse è servito anche chiarirsi. Qualche giorno fa Reja e il brasiliano si sono parlati. Il tecnico ha spiegato al giocatore i movimenti della nuova posizione ma soprattutto gli ha chiesto di giocare in maniera più veloce: il dribbling va bene, ma solo se necessario, solo se finalizzato alla giocata vincente, un po’ come successo con il Brescia all’Olimpico, numero sul cileno Cordova e poi assist a Mauri. Insomma, meno tocchi e più tiri, specie per un ambidestro come lui, uno che calcia quasi indifferentemente con il destro e con il sinistro.

Hernanes ha annuito. «È una spugna», dicono di lui a Formello. Assorbe ogni insegnamento, ogni suggerimento. C’è chi sta a sentire solo se parla l’allenatore o un big dello spogliatoio. Lui no. Lui è «modestamente» campione. Chi gli sta vicino dice: «Solo nel 2011 vedrete il vero Hernanes». Cioè dopo le vacanze, dopo la sosta del campionato, periodo che lui ha deciso di trascorrere a Roma anche per lavorare dal punto di vista fisico. Il brasiliano sta completando il suo ambientamento a Roma. Sta per cambiare casa: sempre Roma nord, poco distante dall’albergo dove vive Reja. Lascerà l’appartamento al Fleming, vuole una casa più grande perché vuole ospitare tutti gli amici e i parenti che vengono a trovarlo dal Brasile. È un compagnone, Hernanes, uno che solo a prima vista ti sembra timido. Ma poi è lo stesso che a Bari fa gol e tira fuori il flic-flac, il salto mortale all’indietro.