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  • Fiorentina, Andrea Della Valle: 'Non ho la serenità per tornare a Firenze. Vogliamo tenere Chiesa, a gennaio...'

    Fiorentina, Andrea Della Valle: 'Non ho la serenità per tornare a Firenze. Vogliamo tenere Chiesa, a gennaio...'

    • Giacomo Brunetti, inviato ad Arquata del Tronto (AP)
    A margine dell'inaugurazione del nuovo impianto Tod's ad Arquata, è tornato a parlare il patron della Fiorentina Andrea Della Valle. Queste le sue parole raccolte da Calciomercato.com: "Il nuovo centro sportivo? C'è stata questa delibera, vedremo quali saranno i tempi. La nostra idea principale era quella di restare all'Africo, l'ideale sarebbe stato avere tutti insieme. Ma questo è il problema minore. Il comunicato fatto ad inizio stato? L'idea rimane, l'appello era stato fatto ai veri fiorentini.

    SULLA GESTIONE DELLA FIORENTINA - "Adesso dobbiamo parlare di questa Fiorentina, di come è stata strutturata in mia assenza. Questo deve far stare tranquilli i tifosi viola. In questi 15 anni di gestione non ho mai avuto gli uomini al posto giusto come adesso. Antognoni fa da cuscinetto fra la società, la città e la squadra ed il mister. Avrei dovuto riportare Antognoni a Firenze prima. Della Valle può non esserci, perché la struttura è perfetta. Corvino è il supervisore dell'area tecnica, Freitas è l'artefice degli ultimi acquisti fatti. Cognigni ci mette passione e cuore. Salica è tornato in azienda ed ha un ruolo ben definito ed importante. Pioli lo seguivamo da tempo, è la persona giusta per questo nuovo progetto."

    SUL SUO RITORNO - "Ecco perché Firenze deve stare tranquilla. In questo momento non credo di essere io il valore aggiunto. Io non ho la serenità per tornare a Firenze. La passione c'è sempre, io soffro sempre per questa squadra. Non ho ancora superato questo trauma, sto iniziando a superarlo dopo quello che è successo in estate. Al momento la situazione è questa, in futuro vedremo.  Vivo la società quotidianamente, attraverso la società. Sotto questo aspetto Firenze deve stare tranquilla."

    SUL NUOVO CICLO - "Adesso c'è da capire se si sta aprendo un nuovo ciclo. Serve un po' di pazienza, domenica per esempio abbiamo buttato via due punti. L'obiettivo è quello di riaprire un ciclo con ragazzi nuovi vogliosi di restare in viola. Firenze non deve essere una tappa di passaggio. Questi ragazzi lo stanno dimostrando, la squadra è costruita per lottare per le prime otto posizioni. Adesso siamo fra le prime otto, non mi nascondo. Dobbiamo capire se riusciremo a fare un piccolo salto di qualità, l'obiettivo è riportare entusiasmo a Firenze."

    SUL MALESSERE IN CITTÀ - "Come si esce da questa sensazione di malessere? Sento ancora cori dalla curva contro di me, forse qualcuno si sente un po' "protagonista" in curva. La citta l'ho sempre sentita vicina, ma se i soliti fanno la voce grossa è un condizionamento pesante. Forse se ne esce con i risultati. Non capisco perché questa situazione continua a Firenze. Se dovessi tornare a Firenze ricomincerebbe tutto, non voglio porgere l'altra guancia. La mia risposta è stata creare una società molto forte. Quando ritroverò la mia società potrò tornare ad essere il vero valore aggiunto, come lo sono stato in passato. In questo momento, dove non c'è serenità, non è fondamentale avere uN presidente in città".

    SUL MERCATO - "Federico Chiesa? Mi auguro di trattenere il ragazzo con noi almeno qualche anno. C'è un bel progetto, poi sta a lui decidere ma io sono ottimista. I giocatori che sono stati ceduti è perché volevano cambiare aria, anche Vecino. L'unico che voleva restare era Borja Valero, alla fine ci siamo chiariti. Era giusto cambiare e portare linfa nuova al progetto viola. Il giudizio sul mercato lo faremo fra un paio di settimane. Il mercato di gennaio? Vedremo se c'è bisogno di fare qualcosa, Corvino e Freitas sono pronti. Il monte ingaggi dimezzato? Con i se ed i ma non va da nessuna parte. Con due punti in più saremmo stati vicino alla sesta, ovvero in piena corsa per l'Europa League. In passato sono stati anni eccezionali, dove noi abbiamo messo tanti soldi. Ma i soldi non fanno la differenza, l'Atalanta è un esempio. Non legherei tutto al monte ingaggi, a meno che tu non voglia vincere lo Scudetto. Non è scontato che chi spende vince, guardate il Milan. Non ci possiamo più permettere un certo tipo di investimenti".


     

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