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  • Fiorentina, Castrovilli: 'Vlahovic segnava grazie al gioco della squadra. La 10 è una grade responsabilità'

    Fiorentina, Castrovilli: 'Vlahovic segnava grazie al gioco della squadra. La 10 è una grade responsabilità'

    Quest’oggi il centrocampista della Fiorentina Gaetano Castrovilli ha rilasciato una lunga intervista a Fanpage: il numero 10 viola ha fatto il punto della situazione in casa gigliata da come lo spogliatoio ha assorbito la cessione di Vlahovic agli obiettivi di fine stagione. Questi alcuni temi trattati:
     
    "Da gennaio meglio. Ognuno di noi vive dei periodi non positivi ma da gennaio sto bene. Ho visto una luce in fondo al tunnel e sto meglio sia fisicamente che mentalmente. Ogni giorno miglioro e cerco di ritornare il vero Castro. Partita dopo partita si cresce e si affrontano anche i periodi meno belli".
     
    Quanto ti senti coinvolto nel nuovo progetto viola? 
    "La fiducia è fondamentale per un calciatore, da parte dei compagni e della società. Ma non dobbiamo mai dimenticare che la testa ci comanda e se non siamo tranquilli con noi stessi, e con l’ambiente in cui viviamo, ci possono essere dei momenti di instabilità. Da calciatore, poi, è tutto amplificato e non è sempre semplice venirne a capo. Io ne parlo con la mia famiglia, i miei genitori e la mia ragazza, e anche per questo sto lavorando con una mental coach per migliorarmi: spesso si crede che bisogna affrontare queste situazioni solo quando le cose non vanno ma non è vero, bisogna essere attenti a queste dinamiche soprattutto quando stiamo bene. Si parla di mental coach solo per descrivere momenti negativi delle persone ma è una lettura sbagliata".
     
    Quali sono le principali differenze tra la Viola degli anni scorsi e quella di quest’anno?
    "Il merito principale è del mister che, secondo me, può diventare un grande a livello internazionale. Riesce a far giocare bene la squadra e a tirare fuori il meglio da noi. Rispetto a prima? Facciamo questo pressing in avanti che a noi mancava da tempo e questo ci permette di difendere attaccando. Io principalmente Nella concretezza. Devo essere un po’ più egoista e questa cosa me la fanno notare sia i compagni che il mister. A volte passo la palla, tento la giocata, quando potrei tentare la soluzione personale e non sfrutto le mie qualità nella conclusione".
     
    Quanto ha inciso la vicenda Vlahovic nel vostro spogliatoio?
    "Secondo me non ha inciso. Lui era il nostro attaccante, ci ha portato tanti punti, ma la Fiorentina non era Vlahovic. La Fiorentina siamo tutti noi e anche grazie al gioco che ci ha dato il mister Vlahovic ha fatto 17 gol. Noi gli abbiamo augurato il meglio, ci dispiace che un calciatore forte come lui sia andato via. Qui è cresciuto tanto, ma non possiamo sapere il futuro di ognuno di noi dove ci porta".
     
    Quanto pesa portare la numero 10 della Viola?
    "È una maglia che ti dà tanta responsabilità. Qui l’hanno portata calciatori straordinari ma non sento il peso della 10. Per me è sempre stato un numero importante e da piccolo, quando giocavo nei tornei rionali, io giocavo con la squadra che mi dava della numero 10. Sono innamorato di questo numero, di quello che significa e sono onorato di portarla qui. Detto ciò, non è importante il numero che si porta sulle spalle ma la prima cosa è onorare la maglia al massimo".
     

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