Franca Valeri: cento anni di una vita da best seller
Certamente non bella secondo i canoni classici, con quella bocca larga come la rana della favola, ma meravigliosa dentro e soprattutto dotata di un’intelligenza sopraffina che spingeva ad amarla ciascuno che avesse a fare con lei in maniera non superficiale. Milanese fin nel midollo al punto da non aver mai perso il suo accento lumbard malgrado l’imbastardimento romano. Ecco chi è Franca Maria Norsa la donna che compie cento anni e che il pubblico conosce e ama come Franca Valeri.
Non avrebbe mai voluto rinunciare al cognome che portava, ma avrebbe rischiato la vita. Perché era quello di un ebreo. Il padre che fu costretto a fuggire in Svizzera, lasciandola alla madre cattolica, per non cadere nella rete della deportazione in un lager. Un simbolo di sangue e di appartenenza che Franca ha sempre difeso con orgoglio e senza cedimenti alla facile pena. Racconta: “Ero una ragazza e andai in piazzale Loreto dove avevano esposto i corpi di Benito Mussolini e della Petacci. Non riuscii a provare alcun sentimento di pietà, ma soltanto una grande rabbia”.
Eppure Franca Valeri è una donna buona che ha usato la sua intelligenza e la sua arte di attrice-autrice per ridicolizzare benevolmente i tic degli italiani. Soprattutto di quelli dell’altra metà del cielo, donne come lei che alla fine l’hanno eletta come rappresentante e bandiera del movimento femminista. Dice: “E anche se il femminista non sono mai stata e ho amato il giusto i miei uomini, la cosa mi ha fatto un piacere immenso”. In ogni caso è stata e resterà sempre un’icona indistruttibile per l’immaginario collettivo del sano intellettualismo e della cultura che riesce anche a far divertire oltreché pensare.
Da tre anni vive su una sedia a rotelle dopo essersi rotta le costole cadendo di brutto dalle scale. Una semi immobilità fisica che non ha scalfito minimamente la sua vivacità mentale e che non ha mortificato il suo senso dell’umorismo. Conclude: “Non sono credente, perlomeno non secondo i canoni tradizionali. Però sempre più spesso cresce in me la curiosità di vedere che cosa c’è di là”. A cento anni è legittimo fare considerazioni di questo genere. E se davvero non finisse tutto con il calar del sole definitivo, la sora Cesira potrebbe continuare a scrivere altre pagine del suo incredibile romanzi per il piacere e per il divertimento delle anime leggere.