Calciomercato.com

  • Furlani: 'Il Milan non teme l'inchiesta, ma si faccia in fretta. C'è fastidio. Vi svelo il mio rapporto con Ibra'

    Furlani: 'Il Milan non teme l'inchiesta, ma si faccia in fretta. C'è fastidio. Vi svelo il mio rapporto con Ibra'

    Il CEO del Milan Giorgio Furlani ha concesso un’intervista a La Gazzetta dello Sport, nella quale non poteva mancare un passaggio sull’inchiesta condotta dalla Procura di Milano per fare chiarezza su chi detenga realmente la proprietà del Milan, dopo la cessione di Elliott a RedBird anche attraverso un vendor loan di 560 milioni (con tasso di interesse all’8%) da ripagare entro il 30 giugno 2025. "La temiamo zero. Il proprietario del Milan è RedBird dall'agosto del 2022. Elliott ha concesso un vendor loan che è uno dei tanti modi possibili per concludere un'operazione di questa portata. Non c'è niente di nascosto, è tutto molto trasparente. I fatti sono facilmente verificabili. Giusto che le autorità facciano il loro dovere, rimaniamo pienamente collaborativi. L'unico desiderio è che si faccia in fretta, nell'aria è inevitabile un po' di fastidio", dichiara il dirigente rossonero.

    FURLANI SVELA IL FUTURO DI LEAO, THEO E MAIGNAN

    NESSUNA TRATTATIVA - Alla luce delle recenti dichiarazioni del patron Gerry Cardinale e del documento che gli inquirenti avrebbero rinvenuto durante le perquisizione nella sede del Milan - un dossier da presentare a potenziali investitori - si sono rafforzati i rumors sul possibile ingresso in società di nuovi soci, magari di provenienza saudita. Questa la replica di Giorgio Furlani: "Premesso che il vendor loan, di cui tanto si parla, scade nella seconda metà del 2025, non c'è niente di imminente. Sul tema socio non ci sono trattative in corso. In ogni caso il controllo del Milan è e rimarrà di RedBird".

    AVANTI A SAN DONATO - La preoccupazione imminente del CEO rossonero è di aumentare la competitività economica del club, attraverso una strategia ben chiara in via Aldo Rossi: “L’arrivo di nuovi ricavi dipenderà certamente dallo stadio. Per essere veramente e costantemente competitivi in Europa devi stare al passo con gli altri club e senza uno stadio che sia adeguato al 2024, e non al 1960, di fatto operi monco. Il progetto San Donato è quello che abbiamo trovato più attrattivo, andiamo avanti su questa strada. Dal sindaco Sala e da WeBuild ci è stata proposta l'idea di un progetto di ristrutturazione di San Siro, di cui non conosciamo i dettagli. Ascoltiamo le varie opzioni, ma la strada maestra resta San Donato. Tempi? Ipotesi 2028/2029, ma non mi sbilancio".

    BILANCIO E RISULTATI - Sull’importanza, nel calcio di oggi, di coniugare bilanci sani con risultati sportivi Furlani si esprime così nel corso dell’intervista a La Gazzetta dello Sport: "I risultati sportivi ci hanno aiutato ad alimentare quelli economici e viceversa, dopo diciassette anni abbiamo il bilancio in attivo. I ricavi sono cresciuti del 60% grazie anche all'apporto di RedBird e all'esperienza trentennale di Cardinale nello sport: Gerry tiene moltissimo ai risultati. RedBird ha investito 1,2 miliardi nel club per ridimensionarlo? Non credo proprio. Cardinale è il primo a sottolineare che non esiste performance finanziaria senza performance sportiva. E' un proprietario che partecipa quotidianamente alla vita del club, ci sentiamo tutti i giorni e più volte al giorno. Prima di dormire mi chiedo: "Gli ho detto tutto di quanto successo oggi?". Gerry è sempre sul pezzo, in contatto con tutto il nostro team di lavoro, vuole che il suo sia un progetto di successo a 360 gradi".

    IL RAPPORTO CON IBRA - Dallo scorso dicembre, ad integrare l’area sportiva del Milan è arrivato Zlatan Ibrahimovic, presentato dal patron Gerry Cardinale come il suo uomo di riferimento e consigliere su ogni aspetto legato alla quotidianità del club. Giorgio Furlani commenta così l’ingresso in questa nuova veste dell’ex campione svedese: "A livello formale Zlatan non ha deleghe con cui poter decidere, ma il nostro approccio al lavoro non è "formalistico". C'è un gruppo che opera e decide in piena collegialità. Il mio rapporto con Ibra è fantastico e sono fortunato ad averlo vicino, è curioso, conosce tante realtà e sa che cosa è il calcio di oggi. Siamo complementari, lui è uomo di campo, io un manager. Io non posso parlare a Maignan, per esempio, con il suo stesso linguaggio".
     

    Altre Notizie