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  • Galliani: 'Cessione Kakà? Ero disperato, volevo scappare. C'è una cosa più emozionante delle 5 Champions. Su Ibra...'

    Galliani: 'Cessione Kakà? Ero disperato, volevo scappare. C'è una cosa più emozionante delle 5 Champions. Su Ibra...'

    Adriano Galliani si racconta tra passato, presente e futuro. Gli anni d'oro del Milan, la crisi coronavirus e il sogno del Monza: l'ad biancorosso espone le sue verità in un'intervista ad AS. "Sono assolutamente contrario a una sospensione definitiva della stagione" spiega. "Questa decisione causerebbe un dramma economico per tutti i club del mondo. Credo che la soluzione sia molto semplici: la stagione deve terminare prima del 31 dicembre e le prossime due si dovranno disputare nel 2021 e nel 2022. Non dobbiamo avere fretta di tornare in campo, l'importante è recuperare le partite".

    SUL CALCIO - "Tarda reazione? Devono dirlo gli scienziati. Io posso solo parlare di ciò che conosco, il calcio, di cui mi occupo da 40 anni. A posteriori appare chiaro che bisognava chiudere tutto prima, ma nessuno si immaginava di arrivare a questo punto".

    SUGLI STIPENDI - "Un taglio è senza dubbio necessario. La mia formula è questa: abbiamo bisogno di una riforma internazionale per ridurre i salari in maniera coerente con i danni economici. Non è giusto chiedere ai calciatori più di quanto perdono i club".

    SUL MONZA - "Ibra? Sì, ci abbiamo pensato prima della crisi. Il Monza è un club solido, appartiene al 100% a Fininvest, il nostro obiettivo è portarlo in Serie A e lasciarlo lì in maniera stabile. Sono nato a Monza, da bambino ero tifoso di questa squadra".

    SUL REAL MADRID - "Mi commuovevo quando prima dei pranzi ufficiali mi incontravo con don Alfredo Di Stefano. C'è una cosa che mi ha emozionato particolarmente: durante le celebrazioni per i 50 anni dell'Uefa diedero un premio a Milan e Real per aver vinto il maggior numero di coppe. Eravamo insieme. Di Stefano, che faceva fatica a camminare, mi prese sotto braccio, in quel momento piansi. Pensavo a quando ero un bambino a Monza e lo ammiravo, non avrei mai immaginato una cosa così, con un Dio del calcio. E' stata una delle emozioni più grandi della mia vita, più delle 5 Champions vinte".

    SUL MERCATO - "Ci sono due affari che porto nel cuore. Il primo è la vendita di Kakà nel 2009. Ero disperato, non volevo, pensai di scappare in Brasile per guadagnare tempo. Florentino (Perez, ndr), mi disse: 'Fai quel che vuoi'. Alla fine dovetti cedere. E poi il rimpianto con Fernando Redondo, ero pazzo di lui. Venne qui, si infortunò e non potè mai mostrare il suo talento".

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