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  • Milan, aveva ragione Gattuso. Ora col Napoli può far sprofondare la Juve

    Milan, aveva ragione Gattuso. Ora col Napoli può far sprofondare la Juve

    • Alberto Cerruti
      Alberto Cerruti
    Ancora Juventus o Inter? O addirittura, in ordine di probabilità Atalanta o Lazio, che completano il quartetto delle italiane nella nuova Champions? Lo scudetto sembra affare loro ma intanto, dopo le prime tre ore di campionato, in testa a tutti c’è il Napoli, se non altro per la differenza reti: 8 gol fatti e nemmeno uno subito, dal 2-0 in trasferta a Parma al 6-0 in casa contro il Genoa.

    Ovviamente è troppo presto per ribaltare le previsioni di una corsa a due Juve-Inter, considerando il Napoli davanti a loro, ma sicuramente non è troppo presto per avvertire tutti che Gattuso nella sua doppia carriera, di giocatore e di allenatore, è sempre riuscito ad andare oltre i propri limiti e quindi le previsioni. Ricordare, per credere, che da un piccolo paese della Calabria Gattuso è riuscito a salire sul tetto del mondo, con il Milan e con la Nazionale, anche se non aveva la classe di Rivera, idolo di suo papà Franco.

    Traguardi raggiunti con la corsa e il sacrificio che non lo hanno mai cambiato, perché Gattuso al contrario di tanti altri suoi compagni tecnicamente più dotati di lui non si è mai montato la testa e anche da allenatore ha saputo ripartire con umiltà, facendo la classica gavetta, da Sion a Palermo, dalla Grecia al Pisa, fino a quando è arrivato al “suo” Milan, non più grande come quando ci giocava lui, ma molto sopravvalutato dalla nuova proprietà e dagli stessi tifosi.

    Gattuso lo aveva capito prima degli altri, ma nonostante i limiti dei vari Rodriguez e Biglia è riuscito a sfiorare l’accesso alla Champions, arrivando soltanto a un punto, all’ultima giornata, dal quarto posto dell’Inter. Proprio perché si era reso conto che quel Milan era andato oltre i propri limiti, Gattuso chiese invano rinforzi d’esperienza per il salto di qualità, a cominciare da Ibrahimovic, ma quando capì che il fondo Elliott non glieli avrebbe garantiti, perché voleva soltanto giovani, si è dimesso con grande dignità rinunciando anche ai soldi del contratto per la stagione successiva. Il tempo gli ha dato subito ragione, perché dopo di lui il nuovo Milan di Giampaolo, che doveva essere più forte e più spettacolare del suo, ha rischiato la zona retrocessione prima che Pioli e il nuovo acquisto Ibrahimovic riuscissero a portarlo almeno al sesto posto, un gradino sotto il piazzamento ottenuto da Gattuso. 

    Il resto è storia recente con l’arrivo di Gattuso sulla panchina del Napoli per sostituire in corsa il suo vecchio maestro Ancelotti, con l’inatteso trionfo in Coppa Italia, dopo avere eliminato l’Inter, battuta a San Siro, e avere battuto la Juventus in finale ai rigori. Un’altra dimostrazione della capacità di Gattuso di andare oltre i limiti, perché l’Inter e soprattutto la Juventus avevano dimostrato in campionato di essere superiori al suo Napoli. E adesso, covid permettendo, Gattuso andrà a fare visita proprio alla Juventus in campionato, con due punti di vantaggio sulla squadra guidata da Pirlo, suo compagno nel Milan e in Nazionale che a livello di esperienza è un apprendista vicino a lui. Non sarà una finale, come quella di Coppa Italia che il Napoli di Gattuso ha vinto ai rigori, ma anche un semplice pareggio, senza rigori stavolta, sarebbe un segnale forte al campionato in generale e alla Juventus in particolare. Per non parlare di una vittoria, che lancerebbe il Napoli e farebbe sprofondare la Juventus. E allora occhio al Napoli di Gattuso, perché tutta la sua carriera è stata un salto in alto oltre i limiti e le previsioni.

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