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  • Genoa, la rivincita di Goldaniga: dalle cattiverie per il Covid al gol per la sua Codogno

    Genoa, la rivincita di Goldaniga: dalle cattiverie per il Covid al gol per la sua Codogno

    • Marco Tripodi
    Per qualcuno il calcio continua ad essere soltanto un gioco. Eppure ci sono storie che gli appartengono che si fa fatica a comprendere sotto questa etichetta. Prendete quella di Edoardo Goldaniga, di mestiere difensore mancino con un passato da promessa del pallone nazionale e un presente da riserva in un club che lotta per non retrocedere in B.

    CUORE ROSSOBLU' - Arrivato al Genoa in prestito dal Sassuolo la scorsa estate, il 26enne centrale lombardo è stato accolto con grande curiosità anche per via di un DNA a forti tinte rossoblù. Suo nonno Giacinto negli anni '50 lo aveva infatti preceduto portando sul petto lo stemma del club più antico d'Italia. Un segno d'eccellenza per una tifoseria che della propria storia ne fa uno dei principali motivi d'orgoglio. Eppure l'avventura al Grifone di Goldrake, soprannome inevitabilmente scontato affibiatogli fin da ragazzino, non è stata fin qui certo esaltante. Mentre la squadra annaspa nei bassifondi della classifica, lui ha trascorso quasi tutto il suo tempo in panchina, vedendo il campo in appena quattro occasioni nelle prime 29 giornate di campionato. 

    COVID - Più che il pallone a portarlo in cima alle pagine di cronaca ci hanno pensato ancora una volta le sue origini. Goldaniga è infatti originario di Codogno, tranquilla cittadina della bassa pavese divenuta sua malgrado famosa in tutta la Penisola a causa del Covid. Qui lo scorso febbraio si è sviluppato il primo focolaio pandemico d'Italia e qui è stata istituita anche la prima zona rossa. I suoi abitanti, oltre alla paura e ai disagi, hanno dovuto affrontate anche l'onta di essere additati come gli untori d'Europa. Un marchio d'infamia al quale non è sfuggito neppure Edoardo. La saggia decisione presa dalla società, in accordo con il giocatore, di metterlo in osservazione prima ancora del lockdown ha, se possibile, alimentato ancor di più i sospetti nei suoi confronti. Sospetti peraltro del tutto infondati dal momento che non solo Goldaniga, che a Codogno ha ancora gran parte dei famigliari più stretti, è sempre risultato negativo a tutti i tamponi ma il Genoa è stato uno dei pochi club di A a non far registrare nessun caso di coronavirus tra i propri tesserati. 

    RIVINCITA - Adesso che la pandemia sembra un ricordo lontano e il pensiero di molti va, per fortuna, soltanto al calcio, Edo ha deciso di tornare a far parlare di sè. Ma questa volta soltanto per meriti acquisiti sul campo. Ripescato dal dimenticatoio nel quale era stato rilegato per trequarti di stagione, Goldaniga nelle ultime due gare è stato senza dubbio e un po' a sorpresa il migliore tra i rossoblù scesi in campo. Domenica scorsa contro l'Udinese, nonostante la lunga inattività è stato decisivo per consentire al Genoa di tornare dalla trasferta più lunga del post-covid con un prezioso punto in tasca. Oltre ad una prestazione pulita ed attenta, Goldaniga ha compiuto un recupero provvidenziale sul 2-1 per i friulani mantenendo di fatto vive le speranze di rimonta della sua squadra. Una prestazione complessivamente più che sufficiente per garantirgli la fiducia di mister Nicola anche in vista del successivo impegno con il Napoli. E anche in questo caso, malgrado la sconfitta, l'ex perugino è stato di gran lunga il migliore della retroguardia ligure, siglando pure la rete del momentaneo pareggio. Una prodezza vana ai fini del risultato, dedicata ai molti conoscenti che il virus si è nel frattempo portato via, ma utilissima al ragazzo per tornare a far parlare di sè solamente come atleta.

    Edo adesso ha ritrovato il sorriso, senza dimenticare le buie settimane trascorse attaccato al telefono in attesa di aggiornamenti da casa. Ora può pensare solo al pallone e continuare a fare ciò che per molti resta solo un gioco.

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