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  • Genoa, quanti rimpianti per il pari nel derby. Ranieri sbaglia, ma riacciuffa Ballardini

    Genoa, quanti rimpianti per il pari nel derby. Ranieri sbaglia, ma riacciuffa Ballardini

    • Renzo Parodi
      Renzo Parodi
    Un gol e un punto per uno ma non venite a dire che nessuno deve avere rimpianti. Il Genoa, in particolare, aveva accarezzato il sogno di battere la Sampdoria, issandosi sul vantaggio procurato da Zappacosta dopo 7’ della ripresa. Sogno svanito ad un quarto d’ora dal 90’, cancellato dalla zuccata calibratissima di Tonelli a correggere nel sacco un pallone calciato dal corner da Candreva. Giusto così? Insomma… Il Genoa ha giocato meglio per un’ora, la prima, la Sampdoria ha ritrovato se stessa solo dopo lo svantaggio, passando (meglio tardi che mai) dallo spericolato e sghimbescio 3-5-2 al collaudato 4-4-2, con l’ingresso in campo di Jankto per Verre. Un’ora di gioco regalata all’avversaria.

    Derby della Lanterna numero 105 in gare ufficiali, 75 in campionato, con 29 vittorie della Sampdoria, 18 del Genoa e 28 pareggi, ai quali si aggiunge l’1-1 di stasera. Ma le statistiche sono scritte sulla sabbia, si gioca qui e ora nella desolazione silente del Ferraris deserto.

    Peccato, l’atmosfera del derby è spettacolo nello spettacolo. Ballardini conferma il solido 3-5-3, con un paio di sorprese, Criscito avanza sulla linea mediana, coperto da Goldaniga, Czyborra di conseguenza si accomoda in panchina. La coppia d’attacco è fornata da Shomurodov e Destro, molto bravi, finché hanno avito fiato, a tormentare con giocate veloci in profondità i dirimpettai Colley e Tonelli..

    Pronti, via e per un quarto d’’ora la Sampdoria sembra più vispa e ispirata, spreca due o tre facili contropiede e non riesce mai a pizzicare le mani di Perin. Candreva ara la fascia destra avanti e indietro per 70 metri, gli tocca ovviamente attaccare e vedersela con Criscito ma è costretto anche ad arretrare sulla linea di difesa per ostacolare le puntate di Zappacosta. Non è precisamente una formula tattica azzeccata tanto è vero che l’ex Inter (che evidentemente ha ricomposto lo screzio con Ranieri e non è finito in panchina) nella mezz’ora finale del primo tempo mette sì e no due volte il naso nella metà campo avversaria, costretto ad arginare in difesa, dando manforte ai tre centrali. Sul fronte opposto Augello fa praticamente da spettatore, ignorato dai compagni. La manovra della Sampdoria pencola sulla destra o si esaurisce nelle ripartenze centrali ispirate da Verre e finalizzate, senza esiti, da Quagliarella che gioca largo e perde contatto col partner, Keita, il senegalese quando ha il pallone fra i piedi misteriosamente rinuncia all’uno contro uno, specialità della casa, e combina un sacco di pasticci perdendo la misura degli appoggi più agevoli.

    Rapidamente il Genoa ritrova distanze e schemi e pur senza fare meraviglie si dimostra più solio e concreto. La squadra di Ballardini gioca un calcio essenziale: palla sui due centrali Badelj e Strootman, che se la vedono rispettivamente con Verre e Silva, e giocate rapide, dritto per dritto sulle due punte, molto mobili e agili. Shomudorov ingaggia duelli rusticani con chiunque dei difensori gli capiti a tiro, Destro ha il piede ispirato e quindi la partita la fa il Grifone.

    Dal 20’ al 35’ il Genoa offre il meglio del proprio repertorio. Gol annullato a Destro per una spinta in area su Bereszynski ed errore in presa bassa di Audero; Incrocio dei pali scheggiato dalla media distanza con un lungo diagonale di Zajc, che sorprende Audero e pure…Destro appostato su palo lungo e pronto a ribadire il pallone in rete. Fuorigioco segnalato dall’assistente Cecconi a Destro che aveva ingannato Colley saltandolo di netto con un elegante tocco di tacco. Da rivedere al Var, senonché l’arbitro Pairetto (buona e sicura direzione di gara) aveva già fischiato fidandosi del collaboratore.

    Nel finale del tempo qualche segnale di risveglio della Sampdoria, sempre molto didascalica e con un paio di giocatori, Bereszynski e Tonelli in difficoltà, il polacco per via di un ruolo da centrale che non gli si addice e l’italiano costretto a murare gli sfondamenti di fisico dei due arieti genoani. Al riposo sullo 0-0, dopo 45’ giocati con iniziativa e coraggio e senza troppi tatticismi.

    Ripresa a due facce e Sampdoria riemersa dopo il cambiamento tattico che l’aveva riportata alle origini, al 4-4-2 che è l’unico schema che le si addice. Purtroppo Ranieri ancora una volta l’ha pensata diversamente. Il 3-5-2 iniziale aveva tolto certezze e punti di riferimento ai suoi ragazzi. Bereszynski, schierato centrale di difesa accanto a Colley e Tonelli, e Candreva costretto a cantare scapicollandosi lungo l’out offensivo di destra e a portare la croce in ripiegamento sull’arrembante Zappacosta. Un incomprensibile corto circuito tattico da parte blucerchiata che il Genoa aveva messo all’incasso soltanto in apertura di ripresa, grazie al gol di Zappacosta, pescato lungo da un lancio preciso di Strootman sull’out di competenza, il sinistro: controllo ad eludere il timido intervento di Candreva (simile a quello che aveva liberato Gosens per il raddoppio dell’Atalanta), Tonelli “scherzato” in controtempo e lasciato sul posto e micidiale destro sul primo palo ad infilzare Audero, innocente agnello sacrificale.

    A quel punto e soltanto a quel punto, Ranieri era corso ai ripari riportando la Sampdoria alla sua conformazione tattica naturale e, dopo l’ingresso in campo di Jankto, rinforzandone e rinfrescandone i ranghi in corso d’opera con Gabbiadini (per lo scialbissimo Keita Balde) e Ramirez per l’esausto e acciaccato Quagliarella. Povero capitano costretto per un’ora e passa a ripiegare sulla tre quarti campo, braccato da Criscito (200 gare in rossoblù), boccheggiando alla ricerca di palloni giocabili che nessuno dei centrocampisti blucerchiati riusciva a procuragli.

    Dopo il pareggio inatteso di Tonelli, la partita è praticamente morta lì nonostante le due squadre, attingendo alle ultime risorse psicofisiche, avessero tentato di superarsi fino all’ultimo giro di orologio. Con Pandev per Destro, Pjaca per Shomorudov (un ariete agile e poderoso) e Cassata per Strootman a portar munizioni al cannone rossoblù. Troppo tardi, il destino aveva già deciso per un pareggio che riporta un po’ di sereno in casa della Sampdoria (imminenti novità societarie, Ferrero è al passo d’addio) e conferma che il Genoa è una solida e affidabile realtà, capace di sfidare l’intero pacchetto della parte destra della classifica e probabilmente a scalare qualche posizione.

    :(match_center_plus)

    IL TABELLINO
    Genoa-Sampdoria 1-1 (primo tempo 0-0)

    Marcatori: 8’ st Zappacosta (G), 32’ st Tonelli (S).
     
    Assist: 8’ st Strootman (G), 32’ st Candreva (S).

    Genoa (3-5-2): Perin; Masiello, Radovanovic, Criscito; Goldaniga, Zajc, Badelj, Strootman (38’ st Cassata), Zappacosta; Shomurodov (38’ st Pjaca), Destro (28’ st Pandev). All. D. Ballardini.
     
    Sampdoria (3-4-1-2): Audero; Bereszynski, Tonelli, Colley; Candreva, Silva, Verre (dal 14’ st Jankto), Ekdal, Augello; Keita (26’ st Gabbiadini), Quagliarella (33’ st Ramirez). All. C. Ranieri.

    Arbitro: L. Pairetto di Torino. Var: P. Giacomelli di Trieste.
     
    Ammoniti: 34’ pt Badelj (G). 
     

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