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  • Genoamania, col Milan come con l'Inter: è un Grifo super-partes

    Genoamania, col Milan come con l'Inter: è un Grifo super-partes

    • Marco Tripodi
    E adesso chissà cosa penseranno coloro che all'indomani di Inter-Genoa parlarono di scansamento rossoblù. 

    Coloro che gridarono allo scandalo per il turn-over attuato da Davide Ballardini contro la capolista a tre giorni dal derby con la Sampdoria. Coloro che accusarono il Grifone di genuflettersi al cospetto dei nerazzurri, falsando un campionato che in piena era-Covid non era, evidentemente, già abbastanza anomalo di suo. Chissà cosa avrebbe pensato costoro se lo sciagurato tentativo di imitazione di Comunardo Niccolai messo in pratica ieri da Gianluca Scamacca fosse avvenuto in questo stesso stadio un mese e mezzo prima a favore dell'altra inquilina del Meazza. Chissà cosa avrebbero scritto se degli orrori sotto porta dello juventino Pjaca contro i bianconeri gli avesse commessi l'ex nerazzurro Pandev al cospetto di Handanovic.

    Forse avrebbero richiesto un'interpellanza parlamentare rigorosamente bipartisan. Oppure avrebbero organizzato una rivolta popolare in piazza con la pretesa di ottenere un pallone più equo per tutti. O magari, per una volta nella vita, avrebbero preso carta e penna per scrivere direttamente all'inquilino del Quirinale. Che tanto fino a Capodanno non ha nulla da fare. Di sicuro avrebbero gettato palate di fango sul club più antico d'Italia, trasformandolo nel capro espiatorio della propria frustrazione sportiva. 

    Adesso chissà, se dopo aver visto il Grifone soccombere più per demeriti propri che per meriti altrui anche al cospetto di Juventus e Milan, la teoria dei benpensanti li indurrà ancora a ritenere che ad appuntare il 19° Tricolore sul petto nerazzurro sia stato l'atteggiamento lassista avuto dai rossoblù contro la truppa di Conte. Una squadra, a detta di troppi, arrivata nella San Siro interista con la formazione imbottita di seconde linee e intenzionata esclusivamente a chiudere quanto prima una gara già persa in partenza. Lettura indubbiamente veritiera. Di certo parziale. Perché se è innegabile che il Genoa contro l'Inter abbia pensato più agli impegni successivi che a quelli contingenti, è altrettanto reale che lo stesso atteggiamento i rossoblù lo hanno adottato anche con le dirette inseguitrici dei futuri Campioni d'Italia. Poca cattiveria, tanti errori, molte riserve in campo e la mente rivolta al futuro. Le attitudini che il Grifone ha mostrato con l'Inter sono state le medesime adoperate anche al cospetto di Juve e Milan.

    Se c'è qualcuno che è uscito danneggiato da queste tre sfide è dunque proprio il Genoa, la cui colpa più grande è l'aver peccato di eccessivo rispetto reverenziale contro le prime della classe. Sia nelle due uscite a San Siro che in quella allo Stadium, il Grifone è parso entrare in campo quasi rassegnato a fare da vittima sacrificale ad avversari ben più quotati. Un atteggiamento rispecchiato dai vantaggi-lampo di cui tutt'e tre le strisciate hanno potuto godere. Solo una volta che le cose si sono complicate i rossoblù hanno capito che forse le possibilità di uscire da quegli stadi avversi con punteggi migliori rispetto a quanto ipotizzato erano maggiori di quanto sperato. E solo allora hanno dimostrato di credere nell'impresa. Troppo tardi e troppo poco per riuscirci davvero, malgrado i tentativi di farlo non siano mai mancati.

    Oltre agli zero punti raccolti in questo trittico di impegni, al Genoa resta la magrissima consolazione di essere stato un avversario assolutamente super-partes, garantendo a tutti stessi pesi e identiche misure. Anzi, a ben vedere l'unica ad avere rimpianti è proprio la squadra di Ballardini che esce dal tris di sfide con le tre signore del Nord con il minimo bottino. E con una classifica ancora tutta da puntellare. 

    Eppure, per qualcuno, il campionato del Covid, delle Asl, delle curve deserte, delle regole cambiate in corsa, resterà quello che il Genoa ha regalato all'Inter...

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