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  • Genoamania: dank und auf Wiedersehen! (Ma non solo a Blessin)

    Genoamania: dank und auf Wiedersehen! (Ma non solo a Blessin)

    • Marco Tripodi
    Inevitabile. Ciò che fino a qualche ora fa era soltanto un’alternativa, ora è diventata qualcosa di impossibile da non concretizzare. L’esonero di Alexander Blessin è semplicemente l’unica soluzione attuabile in casa Genoa per uscire da una crisi inaspettata ma evidente. E non tanto, o non solo, per il risultato maturato ieri a Perugia. A rendere doveroso il sollevamento dall’incarico del tecnico tedesco sono soprattutto le sue parole espresse nella pancia del Curi dopo il triplice fischio. Parole pesanti come macigni che rendono benissimo l'idea di quale sia l'atmosfera che regni dalle parti di Pegli.

    COMMIATO - Definire i propri giocatori ‘dilettanti’, come fatto ieri da Blessin, non è un mero sfogo dettato dalla rabbia del momento. Tantomeno può essere un tentativo per dare la scossa ad un gruppo che sembra aver smarrito se stesso. E’ molto più prosaicamente l’evidenza che tra allenatore e squadra non c’è più sintonia. I giocatori non credono nel tecnico, e il campo lo dimostra, mentre il tecnico non si fa scrupoli nello screditarli pubblicamente. Una situazione i cui primi segnali si erano intravisti già prima della sosta, dopo il deludente pareggio interno con il Como. Anche allora Blessin puntò, anche se in maniera non così diretta, il proprio dito accusatore contro i suoi ragazzi, lamentando la presunta povertà di un organico che dovrebbe in realtà limitare la sua presenza in cadetteria a poco più che una passeggiata. Una presa di posizione clamorosa, prima affermata e ora ribadita, a scanso di equivoci. Un punto di non ritorno nei rapporti da tempo incrinati tra lo spogliatoio e la sua guida la cui unica conseguenza non può che essere quella succitata dell'esonero.
     
    AMMUTINATI - Ovviamente dalle parole di Blessin affiorano anche innegabili verità, perché non tutti i rossoblù sembrano dare il massimo quando vengono chiamati in causa. Un atteggiamento che in alcuni casi appare fin troppo lampante. E di questo la società è chiamata a tenerne conto. Soprattutto quando qualcuno di costoro busserà alle porte di Villa Rostan con il codice iban in tasca. Però se l’equipaggio si ammutina è perché il comandante non è più in grado di guidare la nave. E siccome non si può cambiare l’intera ciurma, l’unica alternativa rimane cambiare il titolare del timone.
     
    TANTI COLPEVOLI - Un addio che peraltro in molti da tempo chiedono fuori e dentro l’ambiente rossoblù, imputando a Blessin l’incapacità di dare alla squadra un gioco che non sia un anacronistico parente del peggior catenaccio italiano degli anni ‘70. Una responsabilità personale che va tuttavia condivisa con chi in dirigenza, dopo aver sbagliato un anno fa puntando su Shevchenko, ha voluto perseverare scegliendo un reazionario che prometteva una rivoluzione che non gli apparteneva. Un anonimo e sconosciuto trainer teutonico presentato come il nuovo Klopp in grado soltanto di legittimare gli scettici che commentavano dubbiosi la sua nomina.
     
    Paghi Blessin dunque. Ma si faccia altrettanto con chi in dodici mesi ha fallito per due volte la scelta tecnica. Anche a loro venga dato il benservito. Grazie e arrivederci. Anzi, dank und auf Wiedersehen!
     

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