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  • Genoamania: il peggiore dei 'buongiorno'

    Genoamania: il peggiore dei 'buongiorno'

    • Marco Tripodi
    Se è vero che il buongiorno si vede dal mattino, l’alba della stagione del Genoa non potrebbe avere presagi più foschi.
     

    DOCILI E SOTTOMESSI - Il 4-0 rimediato all’esordio in casa dell’Inter è la cassa di risonanza che amplifica tutte le angosce che assillano il mondo rossoblù in vista di un futuro che sembra non avere spazio per i sogni. A pesare non sono tanto le dimensioni di un punteggio divenuto ormai triste tradizione nella San Siro nerazzurra. Ciò che più preoccupa è l’arrendevolezza con cui i rossoblù si sono concessi ad un avversario che per via del suo valore non avrebbe certo bisogno di simili favori. Una squadra impresentabile. Zero idee, zero fame di punti, zero voglia di stringere i denti contro un rivale al quale non pareva vero approfittare di un’occasione tale. Più che a una gara di campionato ieri è parso assistere ad una sgambata estiva tra formazioni di diversa categoria, quelle in cui ciò che conta non è il risultato ma i minuti che si mettono nelle gambe. E non certo per il fatto che la sfida si sia giocata in pieno agosto. E sì che, quando si commenta il varo dei calendari, uno dei ritornelli più gettonati è quello che dice che le grandi squadre sia meglio incontrarle subito, quando ancora non sono rodate. Se ciò fosse vero conviene non pensare neppure cosa potrebbe accadere il prossimo 27 febbraio, quando i campioni d’Italia renderanno visita al Grifone.
     
    RIPARARE PER RIPARTIRE - Per ora comunque il Genoa ha ben altre faccende a cui pensare. A cominciare da un organico sempre più impoverito dopo la decisione di allungare la già chilometrica lista degli addii eccellenti inserendo al suo interno anche il nome del bomber principe della passata stagione proprio alla vigilia del debutto stagionale. Non che con Mattia Destro in campo le cose al Meazza sarebbero andate diversamente. E ciò occorre ricordarlo soprattutto a quei tantissimi che fino a ieri lo sommergevano di critiche e oggi lo rimpiangono come il messia perduto. Tuttavia privarsi del centravanti titolare a meno di dieci giorni dalla fine del calciomercato non appare la più saggia delle decisioni. Soprattutto se non hai ancora in mano colui che dovrà sostituirlo. Il problema è che il nodo-centravanti non è l'unico che la premiata ditta Preziosi-Marroccu dovrà cercare di sciogliere entro il 31 agosto. A Ballardini mancano chiaramente almeno uno, se non due, difensori di spessore, una mezzala affidabile e un paio d'esterni quantomeno presentabili. Non proprio quisquiglie. Ma siccome le somme si tirano all’ultimo, è doveroso attendere ancora qualche giorno per capire che segno prenderà un mercato che ci si augura possa ancora invertire il segno dello scetticismo generale che aleggia attorno al Grifone. D'altronde qualcuno a Pegli dovrà giocoforza arrivare e solo il campo stabilirà se sarà meglio o peggio di chi gli ha lasciato il posto.
     
    Insomma campo e mercato non lasciano crescere nulla di positivo nei pensieri del tifoso genoano. Ma questa in fondo non è una novità. Da ormai quasi un decennio, salvo rare eccezioni, chi ha il cuore foderato di rossoblù inizia la stagione con le medesime sensazioni negative. La speranza è che alla fine, in un modo o nell’altro, l’epilogo di questo campionato sia lo stesso dei molti che l’hanno preceduto. In fondo la giornata è solo all'inizio e per affrontarla ci sono soltanto due alternative: cercare tracce, per quanto flebili, di ottimismo oppure girarsi dall'altra parte del letto e lasciarsi sopraffare dalle ombre. Un po' come ha fatto ieri il Genoa a San Siro...
     

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