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  • Gialappa's, Marco Santin a CM: 'Quel calcio che non c'è più...'

    Gialappa's, Marco Santin a CM: 'Quel calcio che non c'è più...'

    • Germano D'Ambrosio

    Nuovo appuntamento con la Gialappa's Band sulle frequenze di RTL 102.5: domani sera (diretta a partire dalle ore 20.30) i tre sono chiamati a commentare, con la consueta irriverenza, un appuntamento sacro come la finale di Champions League tra Barcellona e Manchester United. E in attesa di gustarci 'Noi dire Champions', l'interista Marco Santin ci ha concesso una chiacchierata in esclusiva per Calciomercato.com.

    Marco, mi sbaglio o è la prima volta che fate il commento di una gara secca e non di un torneo?
    'No, in realtà tantissimi anni fa avevamo già commentato finali di Coppa Uefa e di Coppa dei Campioni in cui erano impegnate squadre italiane. Era un po' di tempo che avevamo voglia di fare altre cose in radio: devo ammettere che è stato bravo Lorenzo Suraci (presidente di RTL 102.5, ndr) a proporci questa possibilità e a tartassarci. Se non fosse stato per lui, forse ci sarebbe venuto in mente di commentare questa finale di Champions dopo che c'era già stata. È che siamo un po' rincitrulliti, in questo periodo…'.

    Insomma, dopo il divorzio dalla Rai sembra che abbiate trovato la vostra dimensione. Immagino che già vi stiate preparando per gli Europei del 2012...

    'Certamente. Qui a RTL ci divertiamo, stiamo bene, e con il grande successo ottenuto in occasione dei Mondiali, quando l'attenzione verso il nostro lavoro è cresciuta a dismisura, ci siamo resi conto che essere presenti, dare continuità, è molto importante'.

    A proposito di Europei: cosa ne pensi della nuova Italia di Prandelli?
    'I risultati fino ad ora gli danno ragione. È giusto che faccia qualche esperimento, anche se su alcune cose mi sembra che abbia già le idee molto chiare. Ha deciso di puntare su Cassano e Balotelli, ma questa stagione non l'ha aiutato, dato che il primo al Milan ha giocato poco e il secondo ne ha combinate di tutti i colori'.

    Veniamo a domani sera: Barcellona-Manchester United sembra essere una gara impronosticabile, ma i presupposti per assistere ad un vero spettacolo ci sono tutti...

    'Beh, anche nella semifinale Barcellona-Real Madrid c'erano i presupposti, e invece è stata di una noia mortale! Se i blaugrana ricominciano con il loro titic-titoc è la fine, ma almeno gli inglesi in genere sono garanzia di bel gioco. Io mi auguro solo che sia una partita divertente, pronostici in effetti è difficile farne tant'è che le quote dei bookmakers sono molto equilibrate. Il Barça è leggermente favorito, ma so che molti stanno scommettendo sulla possibile sorpresa. Certo che con giocatori di quel genere in campo, la partita merita di essere vista a prescindere'.

    Allo spettacolo, male che vada, ci penserà Mourinho...

    'Lui è fatto così, fare casino è il suo modo per spostare l'attenzione. È per questo che è destinato a durare poco nelle squadre in cui lavora, perché alza i toni a dismisura e costringe l'ambiente ad una pressione enorme. Peraltro va detto che, per quanto riguarda la partita col Barça, un minimo di ragione ce l'aveva pure: loro sono stati scandalosi, Busquets già contro di noi l'anno scorso aveva fatto una sceneggiata (indusse l'arbitro a espellere Thiago Motta nella semifinale di ritorno, ndr). Ecco, a me dà più fastidio uno come Busquets che un allenatore che dà spettacolo come Mourinho'.

    E voi, invece, cosa avete in serbo per domani sera? I vostri fan si aspettano innanzitutto le classiche incursioni musicali, e poi c'è curiosità nel vedere chi saranno i due tifosi (o magari le due tifose, come accade in genere) che ospiterete in studio...

    'Sai che non ci avevamo ancora pensato? È vero, noi in genere ospitiamo delle tifose delle due squadre in campo, ma quando giocano le Nazionali è più facile trovarne. E ci fa ridere tantissimo quando si incattiviscono guardando la partita. Per una partita del genere è più complicato: avevamo delle tifose inglesi, ma non credo tenessero al Manchester United. Comunque è un'idea da valutare, grazie per avercelo ricordato. Se domani sera ci saranno degli ospiti in studio, sarà merito tuo (ride, ndr). Per quanto riguarda le incursioni musicali... non posso preannunciare nulla, ma posso dirvi che senza dubbio rimarrete soddisfatti'.

    Uscendo dal discorso Champions: si è appena concluso un campionato di serie A giudicato da molti come uno dei più brutti degli ultimi anni. Concordi?

    'Direi proprio di sì, basti pensare alla modestia della squadra che l'ha vinto. È stato un torneo di ciapanò, il Milan ha fatto di tutto per perdere lo scudetto senza riuscirci. E poi due-tre squadre importanti hanno fatto un campionato ridicolo: penso soprattutto alla Roma, ma anche l'Inter mi ha deluso. Certo, la Champions non pensavo mai di rivincerla, ci mancherebbe, ma il campionato l'abbiamo buttato via, e abbiamo fatto un mercato troppo tardivo'.

    Ma l'altra tua squadra del cuore, il Crystal Palace, almeno ha strappato una sofferta salvezza in Championship. A proposito: mi sono sempre chiesto come è nata la tua passione per questo club...

    'Tanti anni fa c'era un gioco di calcio manageriale per Amiga che si chiamava The Manager: girava ancora su dei dischetti, figuriamoci. In questo gioco si poteva scegliere solo il campionato inglese, e io mi innamorai di questa squadra, principalmente per lo stemma e i colori sociali. Dopodiché ho iniziato a seguirla anche in tv. Memorabile un episodio: erano le 15 di un sabato pomeriggio, avevo 28 anni, e mentre studiavo accesi la televisione. Su Telemontecarlo beccai a sorpresa la finale di FA Cup tra il Crystal Palace e il Manchester United. Finì con uno spettacolare 3-3: per noi segnò una doppietta Ian Wright, che entrò dalla panchina ed era reduce da uno strappo. Ma la gara fu una vera e propria truffa: avrebbe dovuto vincere il Crystal Palace, il Manchester la rubacchiò. Il return match finì poi 1-0 per loro, purtroppo. Da lì la passione è cresciuta a dismisura, anche perché sono cominciati ad arrivare giocatori italiani, come Attilio Lombardo. Mi ricordo che un periodo, mentre era infortunato e si trovava in Italia, un paio di volte siamo andati insieme a Londra in treno a vedere la partita in tribuna'.

    Chiudo con una domanda da uomo della strada: c'è la possibilità che torniate ad occuparvi di calcio anche in televisione, oltre che in radio?

    'Sono cambiate talmente tante cose... Il calcio continuiamo a seguirlo sempre con ironia tutti e tre, ma il problema è che tra diritti tv, campionato frazionato e altre problematiche oggi sarebbe difficile fare un programma come era Mai dire gol. Un appassionato di calcio, arrivato alla domenica sera, ha già visto tutto, dai gol alle immagini curiose, dalle interviste strampalate agli errori a porta vuota. Tant'è che un programma come Controcampo su Rete 4 dà pochissimo spazio ai servizi delle partite, perché è diventato quello che una volta era il processo del lunedì. Qualunque cosa facessimo, dato che si gioca praticamente ogni giorno, rischieremmo di trovarci ad inseguire l'attualità. Gene Gnocchi faceva su Sky una bella trasmissione che andava in onda due ore dopo la fine delle partite, eppure mi accorgevo che alcune immagini che mandavano in onda io le avevo già viste. Quando noi facevamo Mai dire gol i diritti tv ce li aveva la Rai, ma Adriano Galliani, che all'epoca si occupava di Mediaset, riuscì ad ottenere una deroga. I lisci erano una nostra esclusiva, si può dire, mentre oggi ce li hanno tutti, subito. Poi il lunedì c'è Cristiano Militello a Striscia la notizia: fa praticamente le stesse cose che facevamo noi, pari pari, e mai che ci abbia ringraziato una volta. E poi noi prendevamo di mira anche un certo modello di inviato televisivo, quello di Novantesimo minuto: oggi quei personaggi non ci sono più. Insomma, non facciamo più calcio in tv non perché non vogliamo farlo noi, ma perché il calcio è cambiato troppo, e in peggio. I soldi l'hanno decisamente rovinato'.


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