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  • Giorgetti: 'Per il modello Thatcher ci vorrebbero polizia e giudici inglesi. Media, non esaltate i violenti...'

    Giorgetti: 'Per il modello Thatcher ci vorrebbero polizia e giudici inglesi. Media, non esaltate i violenti...'

    Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo sport, in conferenza stampa Palazzo Chigi, parla delle tematiche principali affrontate nel corso del vertice di lunedì sulla sicurezza negli stadi: "Rispetto l'autonomia dello sport, e sono d'accordo sul fatto che nel calcio debbano essere introdotte misure contro la violenza che però non siano meramente repressive. È necessario fare molta attenzione all'uso dei media nel raccontare la violenza: per i violenti essere additati come tali è motivo di vanto, non di biasimo. Nei loro confronti serve tolleranza zero: dobbiamo usare lo sport per indirizzare i giovani all'educazione civica e sportiva".

    Giorgetti prosegue: "A chi mi chiede un parere sul modello adottato in Inghilterra rispondo che sono assolutamente d'accordo, ma aggiungo anche che per applicarlo ci vorrebbero la polizia e i giudici inglesi. Non si sta sottovalutando il fenomeno della violenza negli stadi, ma è un dato di fatto che ciascun paese abbia la propria cultura giuridica e sportiva e debba agire di conseguenza. Il ritorno delle trasferte organizzate? L'Olanda ci fornisce uno spunto interessante: chi vuole seguire la squadra in trasferta ha un biglietto integrato, che comprende l'ingresso allo stadio e il titolo di viaggio, in modo che la polizia possa tracciare gli spostamenti e identificare quali sono i tifosi che si stanno spostando. Cose intelligenti come questa possono essere tradotte nella normativa italiana, con estremo rigore: poi una volta fatta, è chiaro che una legge va anche messa in pratica".

    Infine, sulla possibilità di interruzione delle partite in caso di episodi di razzismo: "È necessario evitare di fare confusione tra le diverse responsabilità del funzionario di pubblica sicurezza e dell'arbitro, per non creare imbarazzo nella gestione delle gare. È giusto che le regole sportive facciano il loro corso: ci sono protocolli Uefa e Fifa in materia, che la Figc si impegna giustamente a tradurre all'interno del nostro ordinamento calcistico".

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