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  • Gnonto: 'Per me esisteva solo l'Inter, ma mi fecero capire che non ci sarebbe stato spazio. Tornare? Non si sa mai'

    Gnonto: 'Per me esisteva solo l'Inter, ma mi fecero capire che non ci sarebbe stato spazio. Tornare? Non si sa mai'

    Intervistato da Cronache di Spogliatoio, l'attaccante dello Zurigo e cresciuto nelle giovanili dell'Inter, Wilfried Gnonto, ha parlato della scelta di dire addio ai colori nerazzurri nel 2020 per trasferirsi in Svizzera.

    L'ARRIVO ALL'INTER - "Dopo due stagioni a Suno, scuola calcio affiliata ai nerazzurri, ho fatto alcuni provini. Andavo ad Appiano una volta a settimana e poi tornavo a casa, alla fine mi hanno preso. Ho fatto parte di una generazione forte. Io, Esposito, Stankovic e tanti altri".

    LA PRIMA SQUADRA - "All’inizio è stato strano. Li vedevo allo stadio, dall’alto, e sembravano tutti piccoli, poi mi sono trovato accanto e a loro e ho pensato 'sì, è tutto vero'. Avevo 15 anni. Ricordo una palla a mezza altezza, vado per prenderla di testa e finisco a terra senza neanche capire come. D’Ambrosio mi aveva buttato giù con una spallata. Un altro mondo". 

    C'ERA SOLO L'INTER, MA... - "Volevo giocare. Prima di venire qui ho pensato molto, dai 9 ai 16 anni ho sempre giocato nell’Inter, per me esisteva sola la maglia nerazzurra, ma la dirigenza mi ha fatto subito capire che avrei avuto il giusto spazio. Alla mia età non puoi stare in panca". 

    ESPOSITO - "Quando ci siamo affrontati a febbraio è stato strano, ma bello. Io ho segnato, lui è entrato nel secondo tempo. Ci conosciamo da una vita, abbiamo vissuto in convitto tanto tempo. Tre anni fa ho preso il suo posto al Mondiale U17, prima di ogni partita mi spronava con messaggi e incoraggiamenti. ‘Stai tranquillo amico mio, sei forte, credici’. Alla prima partita faccio gol. Fin qui è stata l’esperienza più bella mai fatta".

    FUTURO - "Vincere un campionato a 18 anni sarebbe fantastico. Ritorno in Italia? Ora sono felice qui, poi non si sa mai". 

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