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  • Gosens, da 'freccia scudetto' ai 146' in campo con l'Inter: i 3 motivi e il nodo da sciogliere per il futuro
Gosens, da 'freccia scudetto' ai 146' in campo con l'Inter: i 3 motivi e il nodo da sciogliere per il futuro

Gosens, da 'freccia scudetto' ai 146' in campo con l'Inter: i 3 motivi e il nodo da sciogliere per il futuro

  • Andrea Menon
C'è stato un periodo in cui l'Inter faticava abbastanza, un mese e più dopo il derby perso contro il Milan in cui i nerazzurri apparivano stanchi, logorati dall'annata forse più nella testa che nelle gambe. Ecco, in quel periodo, soprattutto, si era parlato delle "riserve", alternative ai soliti 11 titolari, da far ruotare per spezzare un po' il copione scelto da Simone Inzaghi. Tra i nomi più in voga c'era sicuramente quello di Robin Gosens, freccia in più nell'arco dell'Inter da quando è arrivato nel mercato di gennaio, nonostante fosse ancora in pieno recupero dopo l'infortunio con l'Atalanta. A marzo è diventato lui l'indiziato numero uno per dare la scossa, per far sgasare l'Inter verso lo scudetto. Questo si aspettavano tutti, ma il campo non ha detto lo stesso. 

I MOTIVI - Sì, perché le difficoltà alleggerite a parole, sono pesate più di quanto ci si immaginasse. Il recupero dall'infortunio più ricaduta l'ha lasciato in sospeso per molti mesi quando ancora vestiva il nerazzurro dell'Atalanta e anche l'inizio all'Inter ha avuto bisogno di un approccio più lento. Il peso di questo problema muscolare, i tanti mesi fuori, sono sicuramente un fattore di cui tener conto, ma ce ne sono altri due decisamente rilevanti. Il primo ha un nome e un cognome preciso: Ivan Perisic. La straordinaria stagione dell'esterno croato non ha dato molto margine alle alternative, né possibilità di rinunciare a un giocatore diventato così decisivo e determinante, su entrambi i lati del campo. Il secondo, invece, va cercato nelle volontà di Inzaghi: nonostante le difficoltà del momento, il tecnico è stato restio nel cambiare alcune pedine chiave e tra quelli che hanno pagato c'è proprio il tedesco. 

I NUMERI - I dati non possono che confermarlo. Appena 146' suddivisi in 8 presenze, senza mai essere schierato da titolare. Le ultime due gare, oltre al forfait di Bologna per fastidi muscolari, le ha guardate comodamente seduto tra panchina e tribuna, in attesa di un cenno di Inzaghi che non è arrivato, anche se con l'Udinese era in procinto di entrare in prossimità del 90°, salvo poi sedersi di nuovo. Il gol nel derby di Coppa Italia è senza dubbio il momento più bello di questa sua nuova avventura, ma è una magra consolazione per uno dei migliori esterni del campionato. Troppo poco ad oggi per giustificare un investimento sicuramente di prospettiva, legato forse più al prossimo anno, ma comunque pesante per le casse dell'Inter. Quei 25 milioni spesi a gennaio cercano giustamente una risposta: di integrità fisica per Gosens, di intenzioni per Inzaghi. Il rendimento di Perisic ha fatto saltare il banco e i primi progetti che potevano portare a un passaggio di testimone al prossimo anno. Ma con il possibile rinnovo del croato, oggi insostituibile, il dubbio si pone e rimane: puntare su entrambi rischia di essere una via poco percorribile e che può portare a molti equivoci. Risposte da cercare, anche sul campo, con Gosens che spera sempre di essere la freccia con cui operare il sorpasso scudetto.

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